Tu sei qui

Bautista spezza l'equilibrio, 10 domande senza risposta

La sorpresa di Phillip Island, la conferma di Buriram. La Superbike 2019 ha cambiata protagonisti. Ma è ancora presto per dire se in meglio

Bautista spezza l'equilibrio, 10 domande senza risposta

Share


Phillip Island ci ha sorpreso, Buriram ci ha dato la conferma: la Superbike quest'anno non sarà il solito monologo di Jonathan Rea e della Kawasaki...ma rischia di diventare il monologo di #BauBau Bautista e della Panigale V4.
Sei su sei è più di un indizio, già quasi una conferma.
Esaurite le due corse flyaway il 7 aprile si torna in Europa, ad Aragon, una pista più guidata.
Se anche lì la Ducati dovesse fare cappotto bisognerà iniziare a preoccuparsi per lo spettacolo anche quest'anno, anche perché in pista ci sono poche moto, troppo poche e poco competitive verso il fondo del gruppo. E quando la pista è vuota, lo abbiamo visto in Gara 2 a Buriram, il regista i piloti deve andare a cercarli con le telecamere.
Comunque ecco 10 domande alle quali la Superbike deve una risposta quest'anno.

Superbike BuriramBautista come Marquez o è la Ducati a schiacciare la Kawasaki?

Ce lo stiamo domandando tutti, anche perché le altre Panigale V4 non è che brillino. Soprattutto stupisce in negativo Chaz Davies. Va bene che non è ancora al 100% e non conosce la moto, ma dov'è l'avversario di Rea delle ultime due stagioni? A questo punto sorge il dubbio che a fare la differenza sia Alvaro, che sta guidando alla grande e soprattutto senza preconcetti contro il quattro volte campione del mondo.

La Panigale V4 è solo motore o andrà forte anche sulle piste guidate?

Finora la abbiamo vista su due piste particolari. Phillip Island, però, è una pista Ducati, mentre è ridicolo affermare che a Buriram sarebbe stata favorita la Kawasaki. In accelerazione, fuori dalle curve e sui rettilinei il V4 di Borgo Panigale è apparso inarrestabile, mentre la Kawasaki sembra ancora più a suo agio in frenata e nell'inserimento di curva.
Il primo banco di prova lo vedremo ad Aragon alla quale seguirà Assen, una pista sulla quale Jonathan è andato fortissimo anche con la Honda. Lì in campionato potrebbe raddrizzarsi.

Superbike BuriramE' la Panigale V4 o lo stile di guida di Bautista a fare la differenza?

Le immagini parlano chiaro: Alvaro guida la Superbike come la MotoGP. Il busto proteso in avanti ed all'interno, Jonathan ha ancora un a guida più classica. Può essere dipeso dalla moto, certo, ma il nuovo stile adottato da tutti i piloti in classe regina testimonia un vantaggio tecnico. E poi è vera una cosa: le corse migliorano la razza e Alvaro Bautista arriva dopo aver dato il massimo in MotoGP. La sua lama si è affilata. Dopo quattro stagioni a bottino pieno può essere che Rea si sia fatto prendere in contropiede. Lo spagnolo ha alzato l'asticella, è ora Jonathan a dover saltare più in alto.

Il mistero della scomparsa di Chaz Davies è sempre più fitto

Che succede a Chaz? Forse a saperlo sono solo gli uomini del team Aruba, ma la situazione è dannatamente simile a quanto successe nel team Ducati quando nello stesso box c'erano Casey Stoner e Marco Melandri. Uno vinceva, l'altro andava dallo psicologo. Ammesso che non sia in forma, i risultati in sei gare sono imbarazzanti. Dov'è il Davies descritto come un supercombattente?

Melandri, da Ducati a Yamaha con gli stessi problemi

Gli inglesi lo chiamano 'tankslapping', che potrebbe essere liberamente tradotto con 'prendere a schiaffi il serbatoio'. Lo abbiamo visto tutti quanto sia instabile la Yamaha R1 di Marco sul dritto, ma è solo la sua ad innescare quegli ondeggiamenti terrificanti. La prima cosa che viene da pensare è che Melandri guidi troppo attaccato ai mezzi manubri, la seconda che abbia troppo peso spostato sul posteriore, ma fosse così semplice un pilota esperto come lui avrebbe già messo a posto l'assetto. O no?

BMW, per favore, tira fuori l'M-Power

Ogni volta che leggiamo quella scritta sulla moto di Sykes ci viene da piangere. OK, sembra che da Imola Tom riceverà degli aggiornamenti di motore, ma l'S 1000 RR che tante impressioni positive ha suscitato nelle prove della stampa specializzata dov'è?

Honda, la minaccia fantasma

I piani dei giapponesi sono di difficile interpretazione. In queste due prime gare, infatti, la CBR 1000 RR non ha fatto faville, ma ce lo aspettavamo tutti. Non è stata una sorpresa. Sarà un lungo anno per l'HRC, ma evidentemente così è stato deciso in attesa di un rientro nel 2020 con la nuova moto. Evidentemente a Tolyo sono pazienti. Incomprensibile il fatto che non sia stata ancora derivata una versione stradale della RC213-V S, la moto prodotta in serie limitata. Anche solo per le vittorie di Marquez ne avrebbero vendute un bel po'. Chi parla di affezione allo schema di motore 4 cilindri in linea, un po' ciò che era la Ducati con il bicilindrico, non conosce la Honda. Da sempre il colosso nipponico non ha mai avuto remore a cambiare schema. Da un anno all'altro ha corso con 2, 3, 4, 5 e persino 6 cilindri. Quel che tirerà fuori dal cappello dovrà necessariamente essere impressionante.

AAA Superbike cercasi. Astenersi perditempo e CRT

Maurizio Flammini aveva voluto chiamarla World Superbike. All'ex pilota romano piacevano le iperboli, ma quella attuale è la pallida copia del passato. Solo 18 piloti schierati, con magari l'aggiunta di una o due wildcard non risolvono una griglia povera.
Successe anche alla MotoGP nel 2011 di ritrovarsi con poche moto, così la Dorna nel 2012 partorì la CRT, introducendo delle super-superbike. In alcuni casi non proprio super, come la Ioda di Petrucci, ed in altre veramente competitive, come la Art Aprilia di quel geniaccio di Gigi Dall'Igna.
Il problema è che il contrario non si può fare.

Sky, una bella sorpresa per la Superbike

Per noi l'arrivo di Sky fra le derivate è stato positivo. Le immagini sono migliorate molto, le telecronache di Edoardo Vercellesi e Max Temporali sono buone e misurate. La copertura non è quella della MotoGP, ma se le Case non si svegliano (leggi pubblicità) per promuovere i loro prodotti di serie, temiamo che la situazione, in termini di mezzi ed uomini impiegati, non cambierà di molto.
Anche così, comunque la prima impressione è positiva.

La sconfitta della carta. I quotidiani continuano a snobbare la SBK

I grandi assenti dalla Superbike sono i media tradizionali. Ormai la categoria sui quotidiani in Italia ci va solo con dei trafiletti di poche righe e temiamo che nel resto del mondo sia presso a poco lo stesso. Oggi la Superbike è dunque un avvenimento coperto eminentemente dai siti web.
Ma non doveva essere il campionato per promuovere il prodotto di serie?

Articoli che potrebbero interessarti