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A.A.A. campioni cercasi: la SBK chiede aiuto alla MotoGP

...Ma il passaggio di Hayden, Bradl, E. Laverty e Melandri nelle derivate di serie non basterà senza una organizzazione migliore

A.A.A. campioni cercasi: la SBK chiede aiuto alla MotoGP

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I dati 'ottimistici' diramati in occasione della gara di Misano non hanno ingannato, purtroppo, nessuno. La Superbike quest'anno ha incontrato una crisi di spettatori epocale, addirittura anche in Inghilterra dove nonostante la vittoria di un pilota britannico la prova mondiale di Donington ha fatto meno spettatori della British Superbike, il campionato nazionale.

Per questo probabilmente dall'anno passato stiamo assistendo alla più grande migrazione al contrario, dalla MotoGP alla Superbike, che la serie ricordi: nel 2015 sono approdati al mondiale delle derivate di serie Alex De Angelis e Nicky Hayden. E se l'acciaccato sammarinese poco ha potuto alla guida dell'Aprilia nel privato team Ioda, Kentucky Kid al contrario è risalito sul gradino più alto del podio.

"Avevamo già avuto piloti nel passato dalla MotoGP - ha detto Ten Kate - ma con Nicky è stato diverso. C'è stata una esplosione di interesse".

Non è solo questione di classe, probabilmente. Hayden è un grande professionista ed un pilota molto amato.

Una cosa che deve far riflettere soprattutto i team del mondiale delle derivate di serie che non sono propriamente il massimo quanto ad organizzazione della comunicazione, un settore vitale nel motorsport attuale.
Il successo di Hayden ha comunque invogliato altri a seguire il suo esempio, come Stefan Bradl che sarà il suo compagno di squadra nel 2017.

"Fare numero in MotoGP non mi interessava più - la considerazione del pilota tedesco dopo l'esperienza con l'Aprilia RS-GP - il prossimo anno con l'arrivo della nuova Honda dovremmo avere maggiori possibilità. Per ilmomento non penso ad un eventuale ritorno in MotoGP, voglio concentrarmi nel nuovo campionato".

Per un volto nuovo ci sono due ritorni: quello di Eugene Laverty, che probabilmente ha fatto lo stesso ragionamento di Bradl e lascia un team Ducati satellite per l'Aprilia del team Milwaukee e quello del 'ripescato' Marco Melandri, rientrato nel team ufficiale Ducati al posto di Davide Giugliano.

Un altro segnale che la Superbike ha bisogno di eroi. Ma basteranno facce nuove e ripescaggi per far risalire l'audience di un campionato capace sì di gare interessanti ma attualmente dominato dalla Kawasaki con la Ducati (purtroppo) nel ruolo di comprimaria di lusso?

Difficile dirlo, anzi no: non basterà se l'organizzazione del campionato non migliorerà a tutti i livelli, a cominciare dal calendario che quest'anno è stato veramente terribile se è vero che il mondiale ripartirà solamente il 18 settembre in Germania al Lausitzring, dopo una pausa di quasi tre mesi iniziata addirittura il 10 luglio a Laguna Seca!

Il passaggio dalla MotoGP alla Superbike di alcuni piloti ancora validi non deve comunque ingannare.
I giovani della SBK sognano ancora la classe regina, come Michael Van Der Mark
, passato alla Yamaha dalla Honda proprio nella speranza di una promozione futura.
Promozione che nel recente passato ha dato veramente poche soddisfazione ai promossi, se si pensa che gli unici due a vincere un Gran Premio, se si esclude il veni-vidi-vici di Troy Bayliss nel 2006 a Valencia con la Ducati, sono stati Ben Spies (Assen, 2011, con la Yamaha ufficiale) e la scorsa settimana Cal Crutchlow (Honda LCR, Brno 2016), mentre al contrario piloti come John Kocinski, Carlos Checa e Max Biaggi riciclandosi si sono portati a casa fior di titoli mondiali.

Comunque sia chiunque pensi che battere Jonathan Rea il prossimo anno sia facile troverà pane per i suoi denti…visto che nel 2012, chiamato a sostituire Casey Stoner, l'iridato in carica della Kawasaki chiuse la sua esperienza alla guida della Honda RC213-V ufficiale a Misano e ad Aragon rispettivamente con un 8° e 7° posto.
Con buona pace di quanti dicono che i piloti della Superbike non sono campioni.

 

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