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Pernat: Marquez ha indotto Rossi all'errore a Motegi

A Vale però va l'onore delle armi. Incomprensibile la caduta di Lorenzo. Brutto il veto Yamaha sui test di Jerez

Pernat: Marquez ha indotto Rossi all'errore a Motegi

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Fine dei giochi. Il mondiale della MotoGPgp si è chiuso a Motegi, in casa della Honda. Un circuito sul quale Marc Marquez non aveva mai finito al primo posto e dove invece ha dominato in lungo la scorsa settimana a partire dalle prove ufficiali del venerdì.

Che dire di un pilota di 23 anni che ha già conquistato 5 titoli di campione del mondo di cui tre della classe regina contro piloti del calibro di Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa? Non ci sono aggettivi che possano definire un fenomeno come lui in tutta la sua grandezza. Possiamo dunque affermare che siamo entrati nell’era di Marc Marquez.
In Giappone abbiamo assistito ad un GP targato Marquez che con il suo ritmo infernale è riuscito ad indurre Valentino Rossi all’errore. Per Vale c'è però l’onore delle armi visto che ha tentato sino all'ultimo di tenerne la ruota ma il ritmo gara dello spagnolo era impossibile da imitare.

Stessa sorte è capitata a Jorge Lorenzo a cui la pressione di un ottimo Andrea Dovizioso ha fatto perdere il controllo della situazione con il risultato di una brutta caduta a soli 5 giri dalla fine della gara.
Francamente però non si riesce a capire la gestione della gara da parte dello spagnolo che sapendo della caduta di Valentino Rossi, in lotta con lui per il secondo posto in campionato, non si è accontentato di un terzo posto che gli avrebbe fatto guadagnare quantomeno 16 punti sul compagno di squadra.

Una stagione da dimenticare quella del campione del mondo in carica: troppi alti e bassi e soprattutto troppi cali di concentrazione che lo hanno reso fin troppo vulnerabile per rigiocarsi il titolo mondiale.
La stagione di Marc Marquez assume ancora più importanza considerando il fatto che la sua Honda non è stata competitiva fino al Gran Premio di Aragon.
Solo a partire da lì infatti l'HRC ha finalmente risolto i suoi problemi di elettronica.

Grande merito del risultato lo do al suo team che lo ha convinto a non forzare troppo il ritmo all'inizio del mondiale, facendolo accontentare anche di quarti posti purché evitasse le cadute e gli zero in classifica.
Deve essere stata una difficile opera di persuasione perché un fenomeno come Marc è portato ad aprire sempre la manopola del gas.

Insomma una ottima operazione di squadra che fa capire quanto nello sport anche il talento da solo non basta e quanto contino invece la motivazione e la tranquillità mentale.
Chi sta facendo grandi progressi è la Suzuki che in due anni di lavoro, e credetemi non sono molti, è riuscita a presentare una moto molto competitiva sotto tutti i punti di vista, sopratutto per quanto riguarda la potenza, storicamente uno dei suoi punti deboli.

Il terzo ed il quarto posto di Motegi sono una chiara testimonianza dei progressi della casa giapponese che il prossimo anno con Andrea Iannone potrà giocarsi qualcosa di importante.

Una ultima annotazione: la Yamaha non ha dato il permesso a Jorge Lorenzo di provare a Jerez con la Ducati nei test programmati dal 23 al 25 novembre. Se ciò sarà confermato, come sembra, la giudico veramente una mossa antisportiva senza alcun significato, tanto più che le altre case hanno già dato il loro permesso ai piloti che cambiano scuderia. Speriamo che la Yamaha cambi idea perché in caso contrario farebbe una figuraccia.

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