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MotoGP, L'ONU condanna il circuito di Mandalika: "violati i diritti umani"

Il relatore speciale De Schutter ha denunciato che la popolazione locale sarebbe stata minacciata e intimidita per accaparrarsi i terreni

MotoGP: L'ONU condanna il circuito di Mandalika:

Il circuito di Mandalika, in Indonesia, ha attirato l’attenzione del Consiglio dei Diritti umani della Nazioni Uniti, che nei giorni scorsi ha pubblicato un comunicato in cui condanna i metodi usati per la costruzione della pista che dovrebbe ospitare una prova del Mondiale SBK il 14 novembre e poi la MotoGP nel 2022.

Sul sito dell’ONU si sostiene una violazione dei diritti umani nei confronti delle popolazioni autoctone, come riportato da the-race.com. Gli ispettori hanno investigato sul progetto turistico per l’isola di Lombok, di cui il tracciato fa parte, per cui sono stati stanziati 3 miliardi di dollari. Secondo le fonti delle Nazioni Uniti agricoltori e pescatori della popolazione indigena Sasak sarebbero stati soggetti a intimidazioni e minacce per accaparrarsi il loro terreni, sostiene il relatore speciale Olivier De Schutter.

"Fonti credibili hanno scoperto che i residenti locali sono stati sottoposti a minacce e intimidazioni e sfrattati con la forza dalla loro terra senza compensazione. Nonostante queste scoperte, la ITDC (Indonesia Tourism Development Corporation) non ha cercato di pagare un risarcimento o di risolvere le controversie sulla terra" è scritto nel documento.

Il progetto di riqualificazione turistica dell’isola ha attirato anche investimenti da parte di privati e l’ONU ha invitato questi soggetti a non rendersi “complici di tali abusi”.

La condanna è netta: “è finito il tempo dei circuiti e dei progetti di infrastrutture turistiche transnazionali di massa che beneficiano una manciata di attori economici piuttosto che l'intera popolazione. Le economie post-COVID dovrebbero concentrarsi sul rafforzamento delle comunità locali, migliorando i loro mezzi di sussistenza e la loro partecipazione al processo decisionale. Esortiamo il governo indonesiano a garantire che l'ITDC rispetti i diritti umani e lo stato di diritto, così come l'AIIB e le imprese private a non finanziare o impegnarsi in progetti e attività che contribuiscono a violazioni e abusi dei diritti umani".

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