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MotoGP, GP Doha: ecco come e perché Rossi è sprofondato di fronte a Quartararo

L’ANALISI – Fabio ha gestito la gara e negli ultimi sei giri è stato una macchina da guerra, come una qualifica, rifilando a Valentino quasi un secondo a giro

MotoGP: GP Doha: ecco come e perché Rossi è sprofondato di fronte a Quartararo

Una Yamaha in perfetto stile Dottor Jekyll e Mister Hyde. Il back to back di Losail ha infatti messo in mostra il doppio volto della Casa dei Tre Diapason, con le M1 ufficiali vincenti, mentre quelle del team indipendente Petronas costrette a inseguire.

Vinales e Quartararo si sono infatti scambiati il testimone, mentre Rossi e Morbidelli hanno dovuto fare i conti con due weekend caratterizzati da sofferenze e difficoltà, che li hanno tenuti ben lontani dalla lotta con i migliori. E pensare che le loro aspettative erano ben altre, invece il cronometro gli ha relegati a recitare la parte di spettatori.

La seconda tappa di Doha ha tra l’altro amplificato il divario tra El Diablo e il Dottore, con il francese che ha centrato il successo, mentre il nove volte iridato si è dovuto consolare con il sedicesimo posto a oltre 14 secondi dalla vetta.

A tal proposito abbiamo voluto analizzare nel dettaglio il passo gara di Fabio e Valentino, da cui emergono particolari interessanti. Il primo dato è che durante la gara, Quartararo non è mai andato una sola volta sopra il 1’55", cosa invece non riuscita a Rossi, che registra due passaggi in 1’56”.

Al di là di questo aspetto, la gara dei due è stata agli antipodi. Già, perché Fabio è sempre rimasto nel gruppo dei primi dieci, mentre Rossi (anche a causa di delle qualifiche disastrose) si è ritrovato da subito in fondo al gruppo, attorno alla 20ª piazza, dovendo fare i conti con le KTM di Petrucci e Lecuona, quest’ultimo poi uscito di scena.

Sta di fatto che quella del transalpino è una gara d’intelligenza, ma al tempo stesso tutta d’attacco. Nei primi giri lo si vede infatti stabile sul  ritmo del 1’55”  basso, mentre Valentino fatica a scendere sotto il muro del ’1’55” e mezzo. Interessante poi quanto accade nel corso dell’ottava tornata dove Fabio abbatte il muro 1’55", facendo il proprio giro record, a differenza di Rossi, il cui giro più veloce non scende sotto 1’55”383.

Il tema interessante diventa poi la seconda metà del Gran Premio. È proprio qua che si amplifica in maniera esponenziale la differenza tra El Diablo e il Dottore. Dal dodicesimo passaggio in poi, Fabio diventa una macchina da guerra a tutti gli effetti, tanto da girare costantemente sull’1’55” basso. Impressionanti tra l’altro le ultime cinque tornate, dove il francese sembra stia disputando una qualifica con tempi sull’1’55”1. Cosa che invece non riesce a Valentino, che dal vincitore del GP arriva a rimediare un gap di quasi otto-nove decimi a tornata, senza riuscirlo a ricucire tantomeno a dimezzarlo.

Volgendo invece lo sguardo alla prestazione di Vinales, lo spagnolo è stato abbastanza in linea con il proprio compagno nella prima parte di gara, riuscendo tra l’altro a compiere tre tornate sotto il 1’55”, la migliore in 1’54”832. Purtroppo, nella seconda fase, la musica cambia, dal momento che Top Gun si rivela altalenante, con prestazioni che variano tra il 1’55” basso e il 1’55” alto, le quali peseranno come macigni sulle ambizioni di arrivare a giocarsi la vittoria, a tal punto da incassare oltre due secondi dal compagno sotto la bandiera a scacchi.

Già che ci siamo, per chiudere il discorso Yamaha, diamo anche un occhio alla gara di Franco Morbidelli, arrivato al traguardo in 12ª posizione a meno di sei secondi dalla vetta. Che dire della gara del portacolori Petronas: a differenza di Valentino, il romano di Tavullia può togliersi almeno la consolazione di aver realizzato il proprio giro veloce in 1’54”992, riuscendo quindi a scendere sotto l’1’55”.

A parte  questo aspetto, quello di Franco Morbidelli è stato un GP sulla difensiva, dove l’obiettivo era appunto quello di puntare alla top ten. Il vicecampione del mondo riesce a girare sul 1’55” basso nelle prime 10 tornate, ma poi il suo ritmo inizia a calare. Già, perché nella seconda fase della corsa arriva a toccare il 1’55” alto, in seguito non riesce più a scendere sotto l’1’55”5, tranne che al dodicesimo passaggio. Trattasi però di un’illusione, dal momento che il suo passo tende poi a risalire, arrivando all’ultima tornata addirittura sopra l’1’56”.

Questo ci ha raccontato il GP di Doha. Non resta che attendere Portimao, fiduciosi di aspettare la risposta Petronas.    

Ah, un'ultima cosa. La settimana prima a Losail ha vinto Maverick Vinales, utilizzando la strategia riproposta nella domenica sucessiva da Fabio Quartararo. Quando Maverick si è imposto sette giorni prima, il tracciato era più lento, a causa della presenza del forte vento e i riscontri cronometrici giro dopo giro ne sono la dimostrazione, tanto da rimanere sull'1'55" medio - 1'55" alto. 

Interessante poi il discorso legato allo strappo dato al gruppo degl inseguitori. Mentre Quartararo ha disputato le ultime sei tornate come se fosse una qualifica con tempi sull'1'55"1, Vinales ha visto il proprio rendimento andare ad aumentare, tanto da arrivare sull'1'55" alto per poi superare l'1'56". 

Con il contributo grafico di Andrea Rossi

 

 

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