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SBK, Pedro Acosta e Yuki Takahashi, la tendenza a vincere dalla pit lane

In Giappone, a Motegi, giusto qualche ora prima dello spagnolo, Yuki Takahashi ha vinto la gara della ST1000 partendo dalla corsia dei box per aver cambiato il motore

SBK: Pedro Acosta e Yuki Takahashi, la tendenza a vincere dalla pit lane

Conquistare il successo dopo essere scattati dalla pit lane sta diventando la moda del momento. Lo scorso week-end appassionati e tifosi hanno assistito alla straordinaria rimonta del rookie Pedro Acosta in Moto3 in quel di Losail, ma probabilmente in pochi sanno che, giusto qualche ora prima, dall’altra parte dell’oceano accadeva un simil avvenimento. Stiamo parlando dell’All Japan Road Race Championship (il principale campionato motociclistico della terra del Sol Levante), più precisamente della classe ST1000 (SuperStock 1000). Il protagonista è un "certo" Yuki Takahashi, autore di un clamoroso recupero posteriormente alla partenza dalla corsia dei box nel primo round stagionale a Motegi. Un doppio evento unico nel suo genere che, paradossalmente, ha collegato il Giappone al Qatar attraverso lo stesso “modus operandi”.

Curriculum degno di nota

Alfiere dalla comprovata esperienza internazionale e da un lustro all’interno dei programmi Honda, l’originario di Saitama ha debuttato nel Mondiale 125cc grazie al programma giovani HRC Racing Scholarship. Dai trascorsi anche in 250cc (due vittorie), MotoGP, Moto2 (una vittoria nel 2010 a Barcellona), FIM EWC e World SBK, una volta laureatosi Campione ARRC SS600 2015 dal 2017 è tornato a correre in madrepatria. Nella medesima realtà in cui vinse nel 2004 la J-GP250 e per due anni consecutivi la J-GP2 (2014-2015), lasciatosi alle spalle un periodo in chiaroscuro nella top class JSB1000, dalla passata stagione ha optato per sposare la causa del Team Honda Dream T.Pro. Innovation nella neonata ST1000. Una decisione col senno di poi rivelatasi azzeccata, tanto da ottenere il primo-storico alloro della categoria in un concitato atto conclusivo a Suzuka.

La gara di domenica

Istituita in sostituzione della J-GP2 (Moto2), la ST1000 annovera la presenza in griglia di ben 35 piloti. In concomitanza con il Motomondiale, la gara inaugurale al Twin Ring Motegi si è tenuta in condizioni assai particolari: cielo nuvoloso, basse temperature, qualche goccia di poggia e pista leggermente umida. In tutto questo, Takahashi avrebbe dovuto prendere il via dalla seconda casella, salvo poi cambiare il motore in corso d’opera. Conseguenza: partenza dalla pit lane. Con la contesa ridotta da 14 a 12 giri, l’ago della bilancia si è dimostrato la scelta degli pneumatici Dunlop: restare sulla slick o azzardare la rain. Opzionata la mescola da asciutto, pur in netto ritardo rispetto al gruppo, il 36enne già al termine del primo passaggio si è ritrovato in 26esima posizione, incredibilmente nono tre tornate più tardi. Tutt’uno alla guida della CBR 1000RR-R #1, in parallelo al miglioramento dello stato dell’asfalto e dopo essersi assicurato il podio sorpassando Kazuma Watanabe, a metà della contesa ha letteralmente bruciato in uscita dalla curva 4 il veterano Tatsuya Yamaguchi (Campione JSB1000 2002 e ST600 2010-2011, ex ARRC), ormai “alla frutta” con le gomme da bagnato, come si può facilmente intuire dalle foto sottostanti prese dai suoi canali social.

Successivamente è toccato all'allora leader Cocoro Atsumi, anch’egli su rain, alla Victory Corner. I cinque passaggi finali si sono rivelati un autentico assolo a suon di giri veloci, con Takahashi imprendibile per chiunque. Sul traguardo ha preceduto di oltre sette secondi Kazuma Watanabe (Campione ST600 2013, nonchè vecchia conoscenza di JSB1000, FIM EWC e Mondiale 125cc) e addirittura 21 Yuki Okamato (ex CIV SS600 e Campione ST600 2018-2020), promosso al terzo posto in seguito alla penalizzazione di Takuya Tsuda. Cosa è accaduto nel pomeriggio europeo in Moto3 lo sappiamo benissimo. Certo non stiamo descrivendo un predestinato come nel caso dello spagnolo in virtù della competizione, dell'età e del palmarès radicalmente opposti, però entrambi sono riusciti a segnare una pagina di storia congiungendo due paesi distanti migliaia di chilometri. Il motociclismo non smette mai di sorprenderci.

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