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MotoGP, Sahara: "Pensavo che senza Brivio avremmo faticato, non è successo"

"Ho apprezzato molto il lavoro di Davide, ha portato la squadra a un alto livello, senza di lui tutti si sono impegnati ancora di più. Il tempo non è scaduto per avere un team Satellite. Mir e Rins rivali? Spero di avere il problema a fine 2021"  

MotoGP: Sahara:

Da Cenerentola a regina della MotoGP, la favola di Suzuki si è realizzata nello scorso anno grazie al titolo conquistato da Mir. Solo due moto in pista che però hanno consentito di avere una struttura agile, reattiva e soprattutto coesa. Così, anche senza vantare i budget faraonici di altri rivali, è la Casa di Hamamatsu è riuscita a brillare nel campionato più importante. Merito anche di Davide Brivio, che aveva fatto nascere il progetto praticamente da zero. Ora  che il manager italiano è passato in Formula1, il timone è nelle mani di Shinici Sahara.

A giudicare da quello che ha detto la prima gara in Qatar, Suzuki non sembra avere perso il suo spirito.

“La cosa più strana è che non c’è stato nulla di strano - sorride Sahara - Pensavo che senza Davide avremmo potuto faticare, che ci sarebbe stata un po’ di confusione, ma alla fine non è successo. Ho apprezzato molto il lavoro di Davide, ha portato la squadra a un alto livello e tutti sono riusciti a compensare più che bene la sua assenza".

Quanto è cambiato il tuo lavoro senza Brivio?
Negli scorsi anni venivo a una gara ogni tre, penso che ora dovrò esserci sempre per la gestione. Dovrò quindi fare del lavoro da remoto per il Giappone, per il controllo dello sviluppo, e penso che sia più facile farlo dai campi di gara”.

Uno dei punti di forza di Suzuki negli scorsi anni è stata la coesione all’interno della squadra.
L’atmosfera nel box è uguale se non addirittura migliore. Forse perché dopo la partenza di Davide tutti hanno pensato di dovere essere ancora più uniti, di aumentare la cooperazione. Tutti mi dicono chela nostra è la squadra più famigliare, ma io ho lavorato solo per Suzuki e per me è tutto normale (ride)”.

È difficile gestire due piloti del calibro di Mir e Rins?
Il compagno di squadra è il primo rivale da battere, quindi lottano in pista, ma per la nostra politica noi condividiamo le nostre informazioni e questo rende Suzuki il più forte possibile. La mia speranza è avere qualche problema a fine stagione, perché significherà che staranno lottando entrambi per il titolo.

Parlando della prima gara, non ci aspettava un Mir così competitivo dopo le prove. Si stava nascondendo?
Nei test e nelle prove non eravamo in una situazione perfetta, ci mancava qualcosa di molto piccolo e abbia trovato la soluzione domenica nel warm up e tutto è immediatamente cambiato”.

Cosa hai pensato quando hai visto le due Ducati sorpassarlo dopo l’ultima curva?
Le nostre prestazioni sono il risultato della somma di moto e pilota ed quello che ci ha portato al 2° secondo posto fino a pochissimo dal traguardo. Forse Joan ha frenato troppo all’ultima curva, è andato largo, e abbiamo perso il podio. Dopo la gara ho iniziato a pensare cosa sarebbe successo se avesse fatto meglio quell’ultima curva, ma ho immediatamente smesso perché dobbiamo concentrarci sulla prossima gara”.

Ducati ha impressionato raggiungendo i 362,4 Km/h, pensi che queste velocità stiano diventato troppo pericolose?
Al Mugello sarà ancora più complicato, ma qui a Losail non vedo pericoli. Nelle corse logicamente ci sono degli incidenti, ma la maggior parte capitano in curva”.

A proposito di velocità, nei test avete provato il motore 2022. I cavalli sono l’unica cosa che mancano alla Suzuki GSX-RR?
I cavalli mancano sempre (ride). In passato, durante lo sviluppo, abbiamo raggiunto potenze maggiori ma quando poi abbiamo dovuto scegliere quale motore usare abbiamo privilegiato la guidabilità. Le migliori caratteristiche della nostra moto sono la velocità in curva e l’agilità, per questa ragione non abbiamo scelto pensando solo alla potenza pura. Bisogna considerare quale sia il migliore pacchetto e non penso che cambieremo il nostro modo di pensare per la prossima stagione. Quindi vogliamo mantenere la guidabilità della nostra moto migliorando la velocità massima, ma senza stravolgere il carattere della nostra moto”.

State lavorando sul sistema di partenza che abbassa anche l’anteriore della moto?
Stiamo facendo esperienza su questo sistema, abbiamo già quello al posteriore, e sembra essere molto buono. I nostri piloti solitamente fanno delle buone partenze, per adesso non abbiamo fretta, valuteremo con calma”.

Perché la Suzuki fatica così tanto sul giro secco?
Se scoprite la ragione, ditemela! (ride) Per noi la cosa più importante è la posizione finale in gara e la nostra moto riesce a gestire le gomme molto bene. È vero manca qualcosa sul giro secco, cercheremo di migliorare nel corso dell’anno”.

Da tanti anni si parla di un team satellite per Suzuki, riusciremo a vederlo nel 2022?
A me piacerebbe averlo per svariate ragioni: avremmo informazioni da un maggior numero di piloti, sarebbe utile dal punto di vista promozionale e anche per fare crescere giovani piloti. Penso che dovremmo averlo, ma non è così semplice dal punto di vista finanziario e anche da quello delle risorse umane. Al momento sto spiegando perché ne abbiamo bisogno ai vertici di Suzuki.

Quindi se ne riparlerà per il 2023?
In questo momento non posso dire se lo faremo o no nel 2022, ma il tempo non è ancora scaduto”.

Pensando a questa stagione, chi è il rivale più pericolo per Suzuki?
Lo sono tutti, inclusa Aprilia. KTM qui ha faticato ma questa non è la migliore pista per loro, li rivedremo su altri circuiti”.

Dopo avere vinto il titolo lo scorso anno, qual è l’obiettivo per il 2021?
Vincerlo di nuovo e riuscire a fare primo e secondo in campionato con i nostri piloti. Questo sarebbe l’ideale, ma cerco di dimenticarmelo e pensare solo a una gara per volta, se faremo dei buoni risultati il resto arriverà in automatico”.

 

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