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MotoGP, Vinales: “Non sono Rossi, né ho i suoi titoli, Yamaha deve credere in me”

“Negli ultimi anni ognuno seguiva la propria strada, ora vorrei essere ascoltato e avere maggiore libertà. Con Fabio la Yamaha deve essere un team unito.  Quando Marc tornerà sarà sicuramente con i top rider”

MotoGP: Vinales: “Non sono Rossi, né ho i suoi titoli, Yamaha deve credere in me”

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È la giornata della Yamaha, che scopre le carte per il nuovo anno. Da una parte c’è la new entry rappresentata da Fabio Quartararo, dall’altra invece la conferma di Maverick Vinales, che durante l’inverno ha pure trovato il tempo per convolare a nozze.

Per lo spagnolo il 2021 è senza dubbio l’anno del riscatto, dal momento che vuole puntare in alto, lasciandosi alle spalle le difficoltà dell’ultima stagione. Lo sa bene Maverick, anche perché in lui sono riposto gran parte delle speranze della Casa di Iwata.  

“Ci siamo, tra poche settimane inizierà la nuova stagione – ha esordito il numero 12 – la cosa principale sarà essere sereni e tranquilli. Quella è senza dubbio la priorità. Ho avuto modo in queste settimane di parlare a lungo con Maio e Lin ed è proprio su questi aspetti che ci siamo focalizzati per gettare le basi in vista del nuovo anno. Il Mondiale ripartirà dal Qatar e dovremo arrivare all’appuntamento di Losail mostrando di essere un gruppo coeso e unito, dato che la Yamaha dovrà essere una cosa unica. Da parte di tutto il gruppo c’è la volontà di fare bene ed essere competitivi, cercando di essere sempre uniti”.

Il punto da cui ripartire è l’ultima stagione che ha lasciato un retrogusto agrodolce.

“Nel 2020 abbiamo disputato belle gare, ottime qualifiche e penso si sia visto. Dovremo forse migliorare i dettagli. Come detto la prima gara sarà in Qatar e non sono più di tanto preoccupato per quel weekend, dato che arriveremo al GP dopo diversi giorni di test. Penso che a Losail vedremo tanti piloti in lotta per la vittoria. Uno degli obiettivi di questa stagione sarà evitare di soffrire come fatto lo scorso anno su quelle piste dove eravamo chiamati a rincorrere, cercando quindi di essere costanti”.

Al centro del progetto c’è quindi Maverick alla sua quinta stagione con la M1

“In Yamaha tutti mi conoscono e credono in me, proprio per questo abbiamo proseguito assieme. Lo scorso anno ho faticato diverse volte, siamo stati anche sfortunati, ma questa stagione voglio partire prima di tutto con la calma. Vedremo quindi cosa saremo in grado di fare, cercando di concentrarci sui dettagli, che saranno quelli a fare la differenza”.

Di sicuro ci si aspetta un passo avanti da parte dello spagnolo in termini di prestazione.  

“Lo scorso anno ci è mancata la potenza del motore e quello è stato un aspetto cruciale, che è andato a influire in molti ambiti, come ad esempio lo stile di guida. Non vogliamo ripercorrere gli errori del passato, dove ci siamo ritrovati senza motori a fine stagione. Al tempo stesso però, posso dire che la velocità e il ritmo ci sono, così come la voglia e la motivazione".

Motore a parte, uno dei cambiamenti sarà senza dubbio l’innesto di Rossi al posto di Quartararo.    

“Non sono Valentino, tantomeno ho vinto i suoi titoli e di conseguenza non penso di essere il numero uno, dato che in Yamaha i piloti sono considerati alla pari. Sono comunque convinto che Fabio sarà un grande stimolo e farà molto bene con questa moto. Con lui mi aspetto infatti di costruire un bel gruppo di lavoro, ambizioso e affiatato. Ci sarà inoltre Cal Crutchlow nelle vesti di collaudatore, che potrà aiutarci a crescere, migliorando quei punti dove in passato abbiamo a lungo sofferto”.

Maverick parla quindi di gruppo affiatato e condivisione del lavoro.

“Questo sarà il mio quinto anno nel team ufficiale, ma poco importa. Gli obiettivi sono quelli di lavorare e migliorarsi, cercando di essere uniti. Nelle ultime stagioni, all’interno del box, i piloti seguivano la propria strada. Ma adesso abbiamo una nuova stagione da preparare a affrontare. Ho avuto modo di parlare a lungo con i vertici Yamaha, chiedendo loro di avere maggiore libertà e ascolto. Nel 2020, giusto per fare un esempio, siamo partiti con un motore deciso in anticipo, senza avere la possibilità di tornare indietro e valutare il 2019. A tal proposito, vorrei una maggiore apertura nei miei confronti e sostegno morale. Ma al tempo stesso, quando scendo dalla moto, mi piacerebbe anche indossare l’abito del meccanico, per capire cosa non funziona. In questi anni ho visto tanto lavoro e sacrificio da parte della Yamaha e vorrei quindi regalare qualcosa di importante a questo gruppo”.

Di sicuro non tutto è da buttare dopo il 2020.  

“Dentro di noi abbiamo la consapevolezza di poter lottare per qualcosa di importante, perché quando la M1 funziona è uno spettacolo. L’obiettivo? Andare in Qatar e partire col piede giusto per quanto riguarda lo sviluppo e la valutazione del materiale. Questo è il mio quinto anno e c’è gran voglia di fare bene da parte di tutto il gruppo. Mi piacerebbe infatti vedere una Yamaha competitiva su tutte le piste, non solo la mia, ma anche quella del team Petronas”.

L’ultima battuta riguarda infine i favoriti per il titolo.

“Mir ha vinto ed è il pilota da battere. Ma al tempo stesso sono convinto che Miller potrà essere competitivo, senza togliere Marquez. Nel momento in cui tornerà, Marc sarà sicuramente con i top rider”.

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