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MotoGP, Poncharal: "La differenza fra Tech3 e il team ufficiale? Il colore"

"Anche le squadra indipendenti possono lottare per il titolo. Vincere in MotoGP  è come innamorarsi, ma ora si riparte di nuovo da zero"

MotoGP: Poncharal:

Il team Tech3 si prepara a una nuova stagione e non potrebbe iniziarla meglio. Con Oliveira ha vinto due gare lo scorso anno, di cui l’ultima in calendario, sfoggia sulle carene l’arancione, il colore ufficiale di KTM, e avrà un pilota di esperienza come Danilo Petrucci fra le sue fila. Il suo patron, Hervé Poncharal, sa che i presupposti per fare bene ci sono tutti.

Partiamo da quelle due vittorie nello scorso anno.

Come si dice? Più tempo aspetti e più e bello (ride). In passato ero geloso quando vedevo vincere Cecchinello con Crutchlow, un mio ex pilota. Poi ho visto Binder vincere a Brno, potevamo riuscirci noi e scrivere la storia, ma non l’abbiamo fatto. Però, pochi giorni dopo, ci siamo riusciti in Austria, a casa della KTM. In certi giorni ami la vita, ti senti leggero, come quando sei innamorato.

Ora senti più pressione?

Quella è normale, serve a tutti per fare bene, ma non ne avverto di più. Il 2020 è stata una grande stagione per KTM e Tech3, ma ora ripartiamo da zero, siamo tutti allineati. Cosa succederà è difficile dirlo ora, anche perché abbiamo un nuovo pilota che deve ancora guidare la nostra moto, è un grande punto interrogativo ma sono fiducioso che Danilo sia subito veloce e che Lecuona cresca. Abbiamo ambizione ma non pressione, il bello dello sport è che non c’è mai niente di scritto.

Un team satellite può lottare per il campionato?

Sinceramente penso di sì, perché ha le stesse moto e gli stessi aggiornamenti di quelli ufficiali, i costruttori ci credono. Nel 2020 i team satellite hanno vinto più di quelli ufficiali, in Yamaha era la squadra indipendente a guidare. Sulla carta le possibilità di ci sono, ma l’anno scorso è stato tutto strano, Mir ha fatto un campionato incredibile ma è spuntato dal nulla”.

Inizierai questa stagione senza Guy Coulon, tuo storico capotecnico.

È un importante capitolo che si chiude. Abbiamo iniziato a fare le gare insieme, nel campionato francese, nell’endurance, nella Dakar. Guy però non abbandonerà la squadra, rimarrà con noi per altri 5 anni ma con un lavoro diverso. Si occuperà della logistica, di tutto il lavoro che facciamo a casa e verrà in Qatar per i test, in modo che la transizione sia dolce. Fra qualche giorno compirà 66 anni e fa questo lavora da 50, aveva bisogno di cambiare vita e quello che rende felice lui rende felice anche me”.

A fine anno scade il contratto con KTM, come procede il rinnovo?

Sinceramente non ho lasciato Yamaha dopo vent’anni per farne solo 3 con KTM. Avevo parlato con Stefan Pierer a Portimao, mi aveva chiesto cosa pensassi di un contratto a lungo termine e gli avevo risposto che mi stava bene. Quindi siamo entrambi d’accordo, continueremo insieme per altri 5 anni ed è fatta al 95%, perché non c’è ancora la firma. Ci sono tanti dettagli da sistemare ma spero di dare l’annuncio ufficiale prima dell’inizio del campionato”.

Cosa cambia tra la squadra ufficiale e Tech3?

Solo il colore delle moto, come era già nel 2020. Sono quattro moto ufficiali a tutti gli effetti, anche gli aggiornamenti arrivano contemporaneamente a tutti i piloti. C’è uno scambio di dati fra le due squadre, è un punto su cui ho insistito fin dall’inizio: l’anno scorso Pol Espargarò ha detto di avere risolto dei problemi grazie alle nostre informazioni, altre volte sono loro ad aiutare noi. Avere 4 piloti è importante anche per lo sviluppo”.

Cosa ti aspetti da Petrucci?

Voglio potergli fare provare le sensazioni che cerca, dovremo agire come un gruppo, una famiglia. È la cosa più importante, perché parliamo sempre dei piloti, che sono dei guerrieri, ma dietro di loro ci sono molte persone”.

Danilo però dovrà dare bene in fretta, ha un contratto annuale con un’opzione per il 2022.

È lo stesso anche per Iker. Le prime 5 o 6 gare saranno molto importanti, ma il nostro obiettivo è fare tutto il possibile per restare insieme”.

Quali obiettivi hai in Moto3?

“È una classe pazza, quando mi hanno detto che KTM avrebbe lasciato la Moto2 non volevo correrci (ride). Non perché non m piaccia, ma perché è veramente dura, anche se mi diverto molto. Continuiamo con Onku e Sasaki, so veloci e si è creata una bella atmosfera, il mio obiettivo è ottenere la prima vittoria”.

Corri anche in MotoE, cosa ne pensi di questa classe?

Il punto non è se piaccia o no, ma che l’elettricità sarà sempre più importante per i trasporti e bisogna iniziare con un campionato del genere. Purtroppo, anche a causa della pandemia, non siamo ancora riusciti a fare tutti quello che volevamo. Però Energica si sta impegnando molto e quest’anno, grazie ai caricatori rapidi e alla migliore efficienza delle batterie, le gare avranno un giro in più. In un mondo ideale mi piacerebbe avere un campionato con 18 o 20 gare, ma bisogna procedere passo per passo, puntando in alto si rischia solo di cadere. Penso sia una buona vetrina per i piloti: Garzo dopo avere corso con noi nel 2019 ha trovato una sella in Moto2”.

Sei anche presidente dell’IRTA, che stagione dobbiamo aspettarci?

Siamo in mezzo a una tempesta. Stiamo lavorando su un protocollo molto rigido per il Qatar e penso non ci saranno problemi, come non ho motivo di dubitare dei GP in Europa, per gli altri ci sarà tempo per capire cosa accadrà. Mi sento abbastanza ottimista”.

Cosa pensi della scelta di Suzuki di non sostituire Brivio?

Quando ho saputo che avrebbe lasciato la MotoGP, sono stato contento per Davide ma ho pensato che era una brutta notizia per Suzuki, perché aveva perso una parte vitale. Però so anche che sono molto ben organizzati, possono contare su Roberto per la parte logistica e la collaborazione con i giapponesi funziona bene. Prima di sostituire una persona in una posizione chiave come quella devi pensarci due volte, Sahara è stato saggio, ha preso la decisione giusta non facendolo”.


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