Il 2021 ha iniziato a fare i suoi primi passi e la MotoGP sta cercando di capire quale direzione prenderà. Sarebbe stato ingenuo sperare che allo scoccare della mezzanotte del 1° gennaio il mondo tornasse alla normalità e il motomondiale dovrà affrontare un’altra stagione in cui i dubbi supereranno di gran lunga le certezze.
Al momento, sono più le domande che le risposte sul tavolo e solo nelle prossime settimane (o addirittura mesi) si potranno depennare tutti i punti interrogativi da una lista molto lunga. Non è solo il calendario a essere incerto, ma anche le condizioni di Marquez sono ancora avvolte nel mistero, senza contare la curiosità su chi prenderà il posto di Brivio al timone della Suzuki. Tanti interrogativi a cui bisogna mettere ordine prima di tentare di risolverli.
Il calendario è un rebus di difficile soluzione
Ieri è arrivata la conferma ufficiale della cancellazione dei test di Sepang, con la Malesia che ha dichiarato lo stato di emergenza a causa della pandemia di coronavirus era impossibile pensare di trasferire il paddock in una zona così colpita. Ora (proprio oggi ci sarà una riunione con tutti i team manager) si sta cercando di capire come rimpiazzarli e le alternative sono sostanzialmente tre: la Spagna (Jerez e Valencia sono i due circuiti climaticamente più favorevoli), il Portogallo (con Portimao) oppure pensare di raddoppiare i test in Qatar.
La pista di Losail, in questo momento, sembra un’ancora di salvezza in più sensi. Tanto che si starebbe pensando di partire con due gare a Doha. Per ora il calendario è confermato, ma non rimarrà così ancora per molto tempo e le due tappe americane (Argentina e Texas) sono destinate a essere eliminate, quindi organizzare una doppietta in Qatar sarebbe una soluzione furba per partire con il piede giusto.
Anche perché neppure l’Europa è un porto troppo sicuro, con molte nazioni alle prese con nuovi lock-down. La speranza è che la campagna di vaccinazione abbia successo, ma serviranno mesi e Dorna è costretta a navigare a vista.
Il mistero Marc Marquez: nessuna nuova, buona nuova?
Servirebbe l’occhio di Alfred Hitchcock o la penna di Agatha Christie per raccontare come si deve il giallo di cui è protagonista Marc Marquez. Le notizie vengono date con il contagocce e le ultime risalgono a un mese fa, quando il campione è tornato a casa dopo la terza operazione al braccio e un’infezione da curare. Poi il nulla.
A questo punto, nessuno crede di poterlo vedere nei test invernali, qualunque sia la data, e solo i medici conoscono quale siano i tempi del suo recupero. Così Honda si trova con una moto vuota e poche possibilità per occuparla. C’è l’immarcescibile Stefan Bradl, pronto a continuare con il suo ruolo di sostituto ad honorem, mentre fa capolino ad intervalli regolari il nome di Dovizioso, anche se ormai è chiaro anche ai sassi che Andrea non abbia nessuna intenzione di fare il tappabuchi.
Ai posteri, o meglio ai medici, l’ardua sentenza.
Suzuki orfana di Brivio: chi la adotta?
Se c’era un punto fermo dopo la fine del 2020 era Suzuki: aveva vinto il Mondiale, aveva riconfermato i suoi piloti e Brivio era una sicurezza. Peccato che Davide abbia ceduto alla Formula1 e ora sia tutto da rifare.
Come suo successore si sono fatti i nomi più disparati, segno che nessuno abbia la ben che minima idea di chi potrà essere. Si spara nel mucchio sperando di colpire quello giusto.
Sicuramente per Suzuki è un bel problema, perché Brivio è l’uomo che ha creato dal nulla la squadra e l’ha portata al successo. Pensare di poterlo sostituire in un paio di settimane è impossibile, più probabile un interregno guidato dai giapponesi.
Rossi diventa privato, la rifondazione Ducati, le speranze di KTM e Aprilia
Finalmente è arrivato il momento (metaforico, s’intende) di entrare in pista. Perché questo 2021 ha veramente tanta carne sul fuoco ed è un attimo farla bruciare. Si inizia con Valentino Rossi che, persi i galloni del team ufficiale, inizierà l’ennesimo capitolo della sua carriera con i colori Petronas e l’allievo Franco Morbidelli al suo fianco. La sfida con l’ex team è lanciata. In blu ci saranno Vinales e Quartararo, sulla cui velocità nessuno a dubbi, ma la cui costanza è ancora tutta da dimostrare.
Se Yamaha ha puntato sui giovani, Ducati ha fatto lo stesso. Miller e Bagnaia la coppia di attacco, promettente ma rischiosa. Jack e Pecco sulla Desmosedici non hanno ancora vinto una gara, ma ora devono puntare al titolo, che quando si guida la Rossa sembra maledetto, a meno di non chiamarsi Stoner.
Tutto sommato va meglio che alla Honda, ritrovatasi a riporre ogni speranza su Pol Espargarò. Buon pilota senza dubbio, ma qui si parla della Casa più vincente di sempre e del miglior team, per cui nessun errore è ammesso.
Poi c’è KTM, che dopo avere vinto 3 gare vuole puntare ancora più in alto. Binder e Oliveira compongono il team ufficiale, ma la sorpresa potrebbe essere il nostro Danilo Petrucci, in cerca di riscatto dopo essere stato scaricato da Ducati. Non dimentichiamo poi Aprilia (unica moto a godere delle concessioni) che deve dimostrare di tenere il passo delle migliore, infine le speranze di Bastianini e Marini, debuttanti con la Ducati.
L’importante sarà iniziare, poi tutti i nodi verranno al pettine.