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MotoGP, Petrucci: "L'amicizia con Dovizioso? Già a Mugello capii la difficoltà"

PRIMA PARTE - "Lì mi fu chiaro che sarebbe stato complesso continuare a comportarci come avevamo fatto. Quando lotti per podi e vittorie, non puoi preoccuparti del tuo compagno. Poi ci fu l'episodio in qualifica di Aragon"

MotoGP: Petrucci:

Danilo Petrucci è stato l'ospite di una nostra diretta e c'è stata la possibilità di parlare con lui di tantissimi argomenti. Dal passato in rosso Ducati al futuro in arancione KTM, con tutto quello chesignifica per Danilo questa nuova sfida che segna un passaggio molto importante dela sua carriera in MotoGP. 

Questa è la prima parte della lunga intervista, che abbiamo deciso di dividere per dare il giusto spazio ai tanti argomenti di cui si è parlato con Danilo. Qui potete trovare il video dell'intervista.

Partiamo dal passato e dalla Ducati. Dovizioso ha parlato del suo rapporto con Dall'Igna ed ha fatto intendere che ormai non fosse esattamente sereno. Tu come hai vissuto i tuoi anni in Ducati con lui e con gli altri manager?

"Gigi secondo me è un fenomeno come ingegnere. E’ stato lui quello che ha fatto fare lo step alla Ducati, proprio con Andrea Dovizioso. Nel 2015 la sua prima Ducati, la prima progettata interamente da lui, andava veramente molto forte. Da lì si è sempre evoluta fino a quella che è la moto di oggi. Dall'Igna ha un carattere particolare, guarda molto la parte del lavoro nel box. Cura molto meno i rapporti umani. Per lui quando si lavora, si lavora e basta. Poi per chiederci come stiamo, si aspettano altri momenti. Ci siamo fatti gli auguri a Natale e ci vogliamo bene. Gli ho promesso anche due bottiglie di vino che voglio fargli assaggiare!"

Petrucci: "Ho faticato a capire la freddezza tra Dall'Igna e Dovizioso"

Si notava molto il rapporto teso che aveva con Dovizioso nell'ultima parte della sua carriera in Ducati?

Petrucci e Dall'Igna, Mugello 2019

"Io sinceramente vedevo questa freddezza che c’era tra Andrea e Gigi e facevo veramente fatica a capire. Io ho avuto sempre un rapporto molto sereno con lui, meno freddo di quello che aveva Andrea. Forse è dipeso anche dal fatto che Gigi e Andrea hanno lavorato tanti anni assieme, è stato il pilota di punta della Ducati per tanti anni. Probabilmente si sono presi male su alcune scelte riguardanti le geometrie della moto. Penso che Andrea volesse una cosa, mentre Gigi ne ha proposte altre, da quello che so. A me non è mai piaciuto avere un rapporto freddo nel box, mi piace l’atmosfera in cui tutti ci mettono il massimo anche a livello umano. Forse per loro c’era molto di più in gioco, da quando hanno iniziato a vincere e giocarsi il mondiale dal 2017".

Quindi pensi che ci fossero proprio divergenze tecniche tra i due, mentre tu ci andavi più d'accordo?

"Magari Andrea chiedeva delle cose e magari non gli sono state date. Io ho avuto un rapporto più sereno, per quanto ci sono stati momenti in cui mi ha anche proposto di andare in SBK, io ho sempre risposto con i risultati. Lui non mi ha mai minacciato, mi ha solo chiesto di dimostrargli cosa potessi fare e io l’ho dimostrato varie volte. Alla fine devo essere sincero, con la sua scelta di sostituirmi prima che il campionato cominciasse lui ha fatto sia il mio bene, perché sono andato in KTM, mentre lui ha preso Miller che nel 2020 è stato il miglior pilota Ducati, il più veloce. Ognuno ha fatto il meglio per se stesso, io lo ringrazio per questo, come anche la Ducati, Tardozzi, Ciabatti, Domenicali. Mi hanno dato la possibilità di correre per quattro anni con una moto ufficiale in MotoGP, di vincere, che non è una cosa facile". 

Petrucci: "In Ducati vince la moto, non il pilota"

Dall'esterno sembra che per Ducati venga prima la moto e poi il pilota. E' stato così per te?

"Si, è vero che in Ducati la moto viene prima del pilota. C’è molto orgoglio da parte di Ducati, ti fanno sentire molto la pressione di correre con la loro moto. Ne parlavamo spesso con Andrea, che mi diceva ‘non vincerai tu, vincerà la moto’ però è una cosa che da un lato ti mette pressione, mentre dall’altra ti spinge a dare il massimo. Ducati è una Casa giovane in MotoGP, ma ha vinto un titolo, molte gare ed è la Rossa delle due ruote. Te lo fanno sentire, che ti stanno dando il meglio dell’ingegneria italiana. Lì lavorano tutti i italiani e questo è il bello. Sembrava che vincesse la creatura di Gigi quando si vinceva, ma da una parte è anche vero. E’ lui che ha rivoluzionato la moto. Mi fece effetto la prima volta che facemmo un podio con Andrea a Le Mans nel 2019. Facemmo secondo e terzo e nemmeno festeggiammo. Erano arrabbiati perché non avevamo vinto! Eravamo entrambi sul podio, ci rimasi un po’. In Pramac avremmo brindato a lungo". 

Podio Le Mans 2019

Con Dovizioso pensi di tornare ad allenarti in cross?

"Da quello che mi hanno detto, Dovizioso questo mese ha fatto il professionista della moto da cross, mentre io sono stato a piedi! Ho fatto solo gli esercizi posturali come gli ottantenni, ho fatto proprio pausa. So che farà gli Internazionali di cross e lì ci sono piloti che preparano il mondiale. Mi piacerebbe tornare a girare con lui, anche per vedere fino che punto è arrivato. Nel 2020 è stato difficile girare assieme, e prima di poter girare con lui mi sa che dovrò allenarmi un po’".

Petrucci: "Allenarmi con Dovizioso? Le cose sono cambiate dopo Aragon"

Come sono adesso i rapporti tra di voi?

"Con Andrea l’episodio di Aragon è stata un po’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso della nostra amicizia. Un rapporto che non si era mai visto in MotoGP. Però l’abbiamo scoperto sulla nostra pelle, quando sei in gara e in qualifica, non puoi guardare in faccia a nessuno. Ci sono stati tanti episodi, anche che non si sono visti davanti alle telecamere. Mi è dispiaciuto per quell’episodio di Aragon. Io ho chiuso la visiera ed ho pensato a fare il meglio, mi è dispiaciuto che lui sia rimasto fuori. Jack è stato veloce e l’ha messo fuori, mentre pensavo che saremmo passati io e lui".

Quindi pensi che Aragon sia stato un l'episodio che ha guastato i rapporti?

"Mi è dispiaciuto aver creato questo, anche se non credo che abbia rovinato il rapporto. Già al Mugello del 2019 avevamo capito che sarebbe stato difficile fare a lungo quello che stavamo facendo. Quando arrivi a giocarti delle gare, non puoi pensare del tuo compagno ‘mi ha fatto un favore, mi ha aiutato, gli ho fatto io un favore’ quando sei lì è un attimo che pensi a fare il massimo. Io spero che Andrea trovi una sella il prima possibile, è un pilota che non deve essere presentato da me, è uno dei più forti che abbiano mai corso in MotoGP". 

Petrucci: "Aprilia mi ha cercato varie volte, posso solo ringraziarli"

Sei approdato in KTM, ma c'era anche la possibilità di vederti su un'altra moto italiana, ovvero l'Aprilia. Come è andata la trattativa con loro?

"C’è stato più di un interessamento da parte di Aprilia, quando ero ancora in Ducati ci siamo anche visti qualche volta a Noale con Rivola. Io devo ringraziarli perché dal 2017 ogni anno abbiamo parlato, anche perché io ho avuto sempre la fortuna di avere un contratto annuale, quindi in pratica ero sempre in scadenza di contratto! Mi hanno sempre dimostrato il loro interesse ed anche la settimana prima di andare in KTM abbiamo avuto un incontro con Rivola che era molto interessato a me. Loro hanno bisogno di un pilota italiano e veloce. Sarei stato il primo della lista, ma loro sono stati chiari sul fatto di voler rispettare la situazione di Iannone e che avrebbero aspettato fino alla fine. Dopo sarei stato il primo della lista, ma non potevo aspettare così tanto. Le selle stavano finendo, quindi avrei rischiato di restare a piedi. Li ho ringraziati, ma poi ho firmato con KTM". 

(Fine prima parte)

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