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SBK, CIV, Folgori: "Al National Trophy stop ai giovani molto veloci under 28"

"I giovani devono prendere parte al CIV affinchè ci sia una differenza col NT. Dal 2021 puntiamo alle 20-25 presenze in SBK. Sulla vicenda Barni la FMI non ne è uscita indebolita"

SBK: CIV, Folgori:

L’unica immagine uscita dalla stagione corrente del Campionato Italiano Velocità è stata la griglia della classe Superbike ai minimi storici in Gara 2 all’Autodromo Piero Taruffi di Vallelunga. Un episodio che ha provocato un polverone mediatico, sollevato dagli attacchi di numerosi addetti ai lavori nei confronti del campionato e della Federazione Motociclistica Italiana. Come sostiene Simone Folgori, responsabile FMI, la top class sta vivendo un periodo travagliato, non solo nel tricolore ma anche a livello internazionale. Una crisi che va avanti da tre anni a questa parte e che, nel 2021, vedrà l’introduzione della centralina unica MoTec nel tentativo di equiparare le prestazioni tra le moto. Rispetto al BSB British Superbike e alla MotoAmerica, sarà consentito usufruire delle strategie di controllo.

La SBK ha notevoli difficoltà fin dal 2017. A fine 2018 avevamo comunicato le nostre intenzioni, ma tutte le squadre ci hanno chiesto di attendere - ha spiegato Folgori - pur perdendo un anno, siamo riusciti nel nostro intento e le prestazioni si sono viste. Aprilia ha spezzato l’egemonia Ducati, mentre BMW è tornata in lotta per il podio. In ottica 2021, abbiamo deciso di intraprendere un percorso inedito e ci vorrà del tempo prima di tirare le somme. L’obbiettivo è quello di avere 20-25 piloti di livello al via.

Oltre alle polemiche legate ai soli nove piloti presenti sullo schieramento dell’atto finale del CIV SBK 2020, sul circuito di Campagnano a tenere banco è stato il caso del Barni Racing Team. La formazione di Marco Barnabò, dopo essere stata esclusa con entrambi i propri alfieri dalla QP1 a causa del mancato codice identificativo delle gomme, aveva deciso di abbandonare la compagnia senza partecipare a Gara 2.

Abbiamo semplicemente applicato le norme, il team ha deciso che non fossero corrette ai fini della squalifica e hanno agito di conseguenza - ha precisato - non ne siamo usciti indeboliti, anzi, lo saremmo stati se avessimo chiuso un occhio. La loro si è rivelata una sanzione giusta”.

Allo stesso tempo, nel discorso 2021 va inserita la regola che la FMI sta vagliando assieme al Motoclub Spoleto, promotore del National Trophy. Nato nel 2007 e basato sul regolamento “Open”, col passare degli anni è diventato il trofeo di riferimento per le competizioni motociclistiche nazionali. Malgrado il discreto successo (con non meno di 30 iscritti), l’intento è di creare una divisione tra CIV e NT per coloro, entro i 28 anni di età, che girano sotto determinati tempi.

“Con il Motoclub stiamo studiando la possibilità di vietare la partecipazione al National Trophy 1000 e 600 per tutti gli under 28 - ha detto Folgori - vogliamo una differenza netta tra CIV e trofeo in quanto i giovani talenti devono prendere parte all’italiano. Al momento non c’è nulla di ufficiale, però le trattive sono in fase avanzata”.

L’attività in pista è terminata da un paio di mesi circa, eppure la carne al fuoco in ottica 2021 è tanta. Nonostante non sia ancora entrato in vigore, tale veto ha già fatto storcere il naso ad alcuni protagonisti, soprattutto a quelli che stavano coltivando l’idea di passare al NT alla ricerca di nuovi stimoli.

Piloti che corrono al di sotto di specifici riferimenti è giusto che partecipino al CIV in modo da lasciare spazio ai meno esperti nel National. Deve esserci una meritocrazia sportiva per livellare le performance. Sappiamo che questa decisione creerà del malcontento, tuttavia dobbiamo vederla nel medio-lungo termine. La Federazione deve puntare sulle quote verdi affinché crescano nel campionato italiano, per tale motivo è necessaria la limitazione d’età. Invece, per chi ha maggiori trascorsi in questo contesto, è giusto che scelga dove gareggiare. Ci vuole fiducia e sarà importante dare tempo al tempo”.

In un momento così caotico, il CIV ha comunque avuto il merito di essere stato il primo campionato europeo a ripartire al termine del lock-down. Malgrado la pandemia abbia cambiato radicalmente le abitudini del Paddock, la FMI è riuscita a stilare un protocollo all’avanguardia per completare l’annata.

“Non è stato semplice allestire al meglio questo 2020, abbiamo dovuto stravolgere l’intero programma lavorativo e il calendario. Grazie alla nostra forza di volontà siamo riusciti ad andare avanti costruendo da zero una stagione che ci consente di guardare con serenità al 2021. Fortunatamente siamo potuti ripartire in estate quando il picco dei contagi è diminuito, giusto in tempo prima del suo nuovo aumento a metà ottobre”.

In attesa dei primi test invernali, nelle scorse settimane è stato diramato il calendario 2021, che vedrà il ritorno ai canonici sei appuntamenti stagionali da due gare ciascuno. Si partirà ad aprile al Mugello per concludere a Vallelunga ad ottobre, con le novità legate alla disputa in notturna del round di Misano di fine luglio.

“Sapevamo dell’impianto di illuminazione in possesso del circuito in virtù delle trascorse gare di Endurance a quattro ruote. Ovviamente tutte le moto dovranno avere in dote i fari, come avviene nel FIM EWC. Si tratterà di un esperimento, siamo sempre alla ricerca di ulteriori elementi che possano mettere in risalto il campionato, con l’auspicio che diventi una vera festa del motociclismo italiano. Oltre alla SBK, stiamo lavorando per consentire alla SS600 e ad un trofeo di correre la sera”, ha concluso Simone Folgori.

 

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