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Mini Vision Urbanaut: la multispazio elettrica del futuro

Dopo i due marchi di BMW, auto e Motorrad, non poteva mancare la proposta MINI per l’evento NextGen. Nell’articolo le caratteristiche, il video e le foto della Vision Urbanaut e del suo nuovo concetto  di spazio.

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Una Mini elettrica non è una novità assoluta (qui la nostra video prova). Ma fino ad ora i progettisti avevano proposto, sostanzialmente, la medesima vettura, ma in ‘salsa’ elettrica, per lasciare intatto il distintivo ‘kart feeling’. In occasione del NextGen, BMW ha presentato la nuova Mini Vision Urbanaut che invece è incentrata su una nuova interpretazione dello spazio. La vettura, così come la recentissima iX, è stata progettata dall’interno verso l’esterno. I designer hanno dato priorità allo spazio interno che rappresenta il nuovo fulcro della vettura. La lunghezza del corpo vettura è di 4,46m ma rispetto alla tradizione Mini si sono guadagnato prezioso spazio in altezza per consentire maggior volumetria all’abitacolo. Per ottenere una precisa idea degli ingombri, in fase progettuale, sono stati usati sia modelli in legno che digitali attraverso la realtà aumentata.

La vettura vuole essere intesa come una estensione di “spazio privato alla sfera pubblica”, spiega Adrian van Hooydonk (responsabile del BMW Group Design), ma anche come catalizzatore e compagno di momenti indimenticabili. Per esprimere questo concetto sono stati ideati tre diversi ‘Mini Moments’ che cambiano le configurazioni interne ed esterne della vettura in base alle attività che si stanno svolgendo all’interno dell’abitacolo. Tra i tre scenari previsti solo uno dedicato alla guida, gli altri sono per rilassarsi, lavorare o socializzare con altre persone. I ‘Mini Moments’ preconfigurati sono attivabili tramite un token (della dimensioni di una pietra antistress) che va posizionato all’interno delle fessure del tavolo posto al centro della vettura. Non manca la possibilità di configurare la propria combinazione preferita di profumi, illuminazione e musica.

Flessibilità e versatilità sono due aspetti fondamentali per una vettura che pone sfruttabilità dell’abitacolo come punto focale. La Vision Urbanaut estremizza questo concetto permettendo, a vettura ferma, di abbassare il cruscotto, rimodulare la posizione dei sedili o aprire il parabrezza per un contatto diretto con l’ambiente esterno. La disposizione a quattro posti è estremamente flessibile grazie ai sedili ruotabili e ripiegabili che trasformano la vettura in salotto al quale si può accedere dalla grande porta scorrevole posta sulla fiancata. Quello che in Mini definiscono ‘creative use of space’, ricalca la piccola rivoluzione della primissima serie del 1959 con l’adozione del motore anteriore trasversale per sfruttare al meglio l’abitabilità. Il concetto, che gli organi meccanici debbano rubare il minor spazio interno, è agevolato dalla propulsione elettrica che necessita di un minor numero di componenti meccanici. Inoltre, in puro stile Mini le ruote sono posizionate agli angoli esterni della carrozzeria. Esternamente sono stati rivisti, in chiave moderna, i fari e la griglia anteriori che rappresentano i tratti distintivi del design anteriore.

I fari sono visibili solo all’accensione perché celati sotto una copertura, in alluminio fresato, con aperture a fessura. La griglia si evolve dalla tradizionale forma esagonale in quella ottagonale. Inoltre non dovendo più raffreddare le componenti ‘calde’ del motore termico, cambia la sua funzione in un pannello intelligente per la guida autonoma. Anche i fanali posteriori sono dietro le coperture in alluminio fresato, e possono assumere diverse configurazioni in base alle modalità di guida o al ‘momento’ selezionati. Anche le ruote, che ricordano quelle da skatebord, possono cambiare configurazione essendo trasparenti e retroilluminate. Come da tradizione Mini, è stato riposta molta attenzione ai dettagli estetici e alle scelte cromatiche. Le cornici dei finestrini posteriori richiamano la forma della griglia anteriore e la vernice opaca della carrozzeria passa dal verde metallizzato con cangianti effetti blu al tono sobrio del grigio. La stessa sfumatura, dal basso verso l’alto, è replicata sui finestrini per garantire una certa privacy senza dover ricorrere ai vetri oscurati che toglierebbero luminosità all’abitacolo. Per una vettura così avveniristica e di rottura con il passato non poteva mancare una particolare attenzione alla sostenibilità grazie alla riduzione del numero di componenti, all’utilizzo di materiali riciclati e all’impiegare tessuto e sughero piuttosto che cromo o pelle.  

  

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