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MotoGP, Orge, bistecche e tortellini: le vie del doping sono infinite

Per Contador fu un filetto di manzo, per Borriello la crema vaginale della sua (ex) fidanzata Belen. E non bastò. Laurence Vincent-Lapointe invece fu assolta. Per qualcuno, infatti, fu un modo per aumentare le prestazioni sessuali

MotoGP: Orge, bistecche e tortellini: le vie del doping sono infinite

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Colpa di una bistecca, un filetto di manzo aveva assicurato Alberto Contador. Colpa di una cena con alcuni amici, disse. Alla fine lo spagnolo risultò positivo a un controllo antidoping durante gli ultimi giorni del Tour, era il 2010. Gli esami avevano evidenziato una piccola quantità di clenbuterolo, una sostanza che aiuta a bruciare grassi e rafforzare i muscoli. Ovviamente: proibita. Durante il processo Contador continuò a gareggiare, a vincere persino, vinse anche un Giro d'Italia, poi il 6 febbraio 2012 lo squalificarono per due anni con la formula retroattiva.

Di bistecche parlò anche il tennista Petr Korda. Nel ’98 lo trovarono positivo, fu privato dei punti per il ranking Atp e multato per 94.500 dollari. E’ la storia del doping, una storia segnata da tappe, momenti e uomini che hanno fatto la leggenda. E poi magari l’hanno annullata. Un colpo di spugna o una siringa. E’ il talento che viene cancellato dalle formule chimiche.

Ma il caso di Andrea Iannone è diverso. E’ stato accolto la tesi presentato dalla Wada, che chiedeva quattro anni di stop per il pilota. Secondo i giudici, Iannone non è riuscito a dimostrare (per “lo standard richiesto”) che l’origine della sostanza proibita fosse imputabile alla contaminazione da carne, consumata in un albergo di Sepang (Malesia).  La difesa aveva sempre sostenuto la tesi della contaminazione alimentare. A sua difesa, Iannone aveva anche prodotto il test del capello, eseguito il 9 gennaio al centro torinese Antidoping Bertinaria. Un esame in grado di fornire a ritroso una sorta di tracciato storico della persone. Iannone risulta pulito da settembre 2019 in poi. Risultato compatibile con un’assunzione involontaria da cibo trattato.

Le motivazioni degli assolti: dal rapporto sessuale al bacio di una fan

Una vicenda che ne spacchetta altre, trova precedenti. Come quello della Laurence Vincent-Lapointe, canadese, campionessa mondiale 2018 nella specialità della canoa sprint. Fu trovata positiva al ligandrolo e poi assolta dalla commissione antidoping della Federazione internazionale di canoa (Icf): zero giorni di squalifica, cancellata la sospensione. Perché? Come prova dei fatti, il legale della Vincent-Lapointe aveva fornito ai giudici sportivi un set di analisi sui capelli del fidanzato risultati positivi al ligandrolo. Le analisi convalidarono l’ipotesi della contaminazione traverso fluidi corporali: in parole povere, aveva fatto sesso. Altro precedente fu quello del tennista francese Richard Gasquet. Nel 2009 Gasquet fu trovato positivo alla cocaina e scampò ad ogni sanzione incolpando il bacio di una fan. 

Sono molti i casi in cui le prove non sono bastate. Nel 1968, a Città del Messico, il Cio applicò la prima squalifica. Fu per Hans LilJenwall, in gara nel Pentathlon, trovato con una quantità di alcol nel corpo. LilJenwall giurò di aver bevuto un paio di birre in più, il doping non c’entrava niente. Ma alla fine fu costretto a restituire la medaglia che aveva conquistato. 

...ma anche il sesso con Belen nel caso di Borriello non fu sufficiente

Quella del doping è un’alterazione del tempo. Non è solo anti-sport. Ciò che sei viene cancellato, tratti di esistenza oscurati dai dubbi, dalle sentenze. Dalle scuse inventate ad arte. Il playmaker Dj Cooper sostituì le sue provette per le analisi con quelle di una sua amica: risultò "incinto". Squalificato 24 mesi, multato. Il calciatore Marco Borriello (nella foto di copertina con Belen Rodriguez) fu squalificato per doping nel 2007 perché trovato positivo a prednisone e prednisolone durante un controllo alla fine della partita Milan-Roma del 21 dicembre 2006. La sua fidanzata dell’epoca affermò che il composto era contenuto in una crema vaginale che stava utilizzando per colpa di un’infezione. La fidanzata era Belen

Per Sara Errani furono i tortellini (squalificata due mesi), più apocalittico Dieter Bauman, mezzofondista tedesco, che nel 1999 risultò positivo al nandrolone. Un complotto, disse la difesa: la sostanza l’avevano iniettata nel dentifricio con una siringa. La Shawn Merrit, velocista americano, oro a Pechino 2008, risultò positivo alla Deha, un anabolizzante. Disse di usarlo per migliorare le prestazioni sessuali. Andò oltre Dennis Mitchell: orge e birra, e fu così che diventò positivo al testosterone. Barry Bonds iniziò a giocare con i Pittsburgh Pirates nell’ ’86, poi andò a San Francisco. Nel 2003 il giocatore del baseball fu accusato di aver assunto steroidi dell’azienda Balco. Dissero che la forma fisica era notevolmente migliorata, qualcosa non quadrava. Bonds ammise di aver consumato quei prodotti su suggerimento del suo allenatore senza sapere che si trattasse di sostanze dopanti e credendole invece balsami o integratori. Nel 2011 però è stato condannato per falsa testimonianza sull'assunzione di steroidi.

 

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