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MotoGP, Ciabatti: "l'assenza di Marc Marquez ha fatto progredire la Honda"

Senza di lui la Honda ha dovuto sviluppare il progetto. Finché c'era e vinceva l'HRC non se ne preoccupava. Crediamo ancora al mondiale con Dovi, ma l’unico che sta facendo gare regolari è Mir ma per fortuna non si qualifica bene".

MotoGP: Ciabatti:

Non sono andate bene le qualifiche per la Ducati, anzi sarebbe meglio dire che sono state un disastro. Peggio anche di quelle di una settimana fa sullo stesso circuito.

Se infatti nel GP di Aragon Jack Miller era riuscito a scattare dalla seconda fila in quinta posizione, oggi nel GP di Teruel - nome diverso identica pista - il suo posto è stato preso da Johann Zarco, ma per il resto della truppa è stata una discesa agli inferi: 14° Miller, 17° Dovizioso (13° la scorsa settimana), 18° Bagnaia e addirittura 19° Petrucci che con l’abituale umorismo ha dichiarato di essere perlomeno riuscito a schierarsi prima della safety car.

Si ride per non piangere.

“I nostri piloti, tutti, lamentano una carenza di grip sia all’anteriore che al posteriore che non gli da confidenza in curva - inizia a spiegare Paolo Ciabatti - Rischiando molto riescono, come ha fatto Zarco, a fare un giro buono, ma poi in quello successivo l'ha persa. Hanno tutti lo stesso problema, anche Bagnaia. E’ dovuto alle gomme ed all’asfalto. I distacchi sono più contenuti rispetto alla fine della settimana scorsa. Tutti gli altri sono in difficoltà”.

Risultano veramente difficile da comprendere queste difficoltà per un binomio che ha fatto secondo nel mondiale per tre stagioni consecutive. Sono state corse 11 gare dall’inizio dell’anno…è migliorata persino la Honda.

“La Honda aveva quasi tutti i suoi piloti nella Q2. Hanno migliorato la moto? Sicuramente sì, le gomme per loro funzionano meglio. Noi abbiamo fatto delle modifiche sull’assetto che però non sono state sufficienti”

Miller ha provato a tirare Dovizioso in Q1 ma non è servito

Miller ha provato ad aiutare Dovi, tirandolo in Q1, ma non è servito. Si è forse demotivato?

“No, sapendo anche che questa è una occasione unica per giocarsi il mondiale. E’ un campionato dove Quartararo, nella gara precedente, è partito dalla pole per finire poi fuori dai punti. E’ il fattore gomme che sta influenzando questo mondiale. Anche oggi durante la seconda uscita nella Q1 Miller si è lamentato di non avere alcun tipo di confidenza”.

Ma è possibile che il vostro miglior pilota non riesca a migliorare?

“Quel che voglio dire è che Dovizioso rispetto a Mir che è entrato in Q2 era ad un decimo e mezzo. Non è una enormità ma basta quello per rendere le cose difficili. Tutte e sei le ducati sono rimaste fuori dalla Q2 e l’ha centrata solo Zarco. Johann ha la moto del 2019, ma con gli ultimi aggiornamenti importanti, come il sistema di abbassamento. Se li è meritati con i risultati, ce l’ha da due gare. Però una interpretazione più chiara dei problemi non ce l’ho. Non avendo confidenza sull’anteriore i nostri fanno fatica a girare più forte. I distacchi non sono enormi ma il problema vero è che partono indietro. Se parti davanti stai con gruppo, se parti dietro devi rimontare”.

I test di Sepang, all’inizio dell’anno, non avevano fatto scattare un campanello di allarme?

“Sepang non è il circuito più veritiero per le prove, l’anno scorso Bagnaia fece bene ma poi non corse una grande stagione. Il test di Sepang non ti da delle indicazioni sufficientemente valide”.

Perché la Michelin ha cambiato radicalmente la gomma se quelle del 2019 andavano bene?

“E’ una domanda che dovresti fare a Piero Taramasso. Sicuramente hanno portato una gomma posteriore che sulla carta ha più grip della precedente, ma ha una costruzione, una carcassa, diversa ed abbiamo faticato ad adattare la moto ed i piloti hanno dovuto modificare lo stile di guida. Perché la Michelin ha portato gomme diverse? Sicuramente per migliorare le prestazioni”.

Ma il monogomma non dovrebbe essere fatto per livellare i valori in campo offrendo una variabile in meno?

“E non scombinare…ma non voglio parlare di questo. E’ chiaro che dal punto di vista di una casa e di un pilota che negli ultimi tre anni sono stati lì a provare ad impensierire Marquez, di una variabile in più, ne avrebbe fatto volentieri a meno”.

Eppure c’è sempre questo fatto che la Ducati migliora meno dei suoi avversari.

“E’ che ogni gara ricominci da capo, più o meno. I riferimenti del 2019, ed anche quelli della domenica prima non servono. Miglioriamo, ma gli altri di più. Non è una situazione in cui siamo a nostro agio. E dire che Aragon è una pista in cui siamo stati a nostro agio nel passato: nel 2019 Dovizioso fece secondo dopo una rimonta. I rettilinei lunghi, con il nostro motore, erano un aiuto. Se guardi ora le velocità di punta siamo sempre fra i top ma non c’è un gap importante come una volta”.

La domanda che si fanno tutti i ducatisti: ci credete ancora?

“Certo che ci crediamo ancora, ma molto dipenderà da come andrà questo Gran Premio. Vinales ne vince una e fa fatica in quella successiva, Quartararo vince e poi addirittura finisce fuori dai punti. L’unico che onestamente sta facendo gare regolari è Mir ma per fortuna non si qualifica bene. Però fa sempre un buon ritmo. Gli è mancata solo la vittoria in Austria per la bandiera rossa altrimenti l’avrebbe vinta lui. E’ un campionato imprevedibile. Dovremmo partire meglio di come partiremo domani. Ma gli avversari sono migliorati molto: quest’anno spesso in ultima fila c’è stata la Honda Repsol, ma ora vanno forte anche loro”.

Livio Suppo ha detto recentemente che in realtà sembra che i valori in campo siano cambiati, ma è solo perché non c’è Marc Marquez.

“Se guardi chi passa in Q2 non puoi dire che non si siano rimescolate le carte e questa situazione non c’è solo perché manca Marquez. La sua assenza ha, al contrario, aiutato la Honda a sviluppare il progetto, perché finché c’è stato Marc a metterci una pezza in HRC non si preoccupavano tanto. Alla fine, infatti, c’era uno che guidava quella moto e per gli altri… peggio per loro. Ora invece, resisi conto della situazione, hanno portato novità che hanno resa la RC213-V guidabile per tutti. Anche per i piloti che non sono Marc Marquez”.

E la Ducati invece che ha fatto?

“Abbiamo lavorato anche noi. Recentemente abbiamo provato con Pirro a Valencia… stiamo facendo grandi sforzi, ma evidentemente non sono sufficienti con queste gomme”.

Il mondiale si concluderà proprio a Valencia, con la puntata finale a Portimao. Non proprio le vostre piste.

“Valencia in tempi recenti no, ma nel passato ci hanno vinto Bayliss e Stoner, ma è vero che sono passati 15 anni. Cercheremo di essere competitivi anche lì per provare a vincere questo mondiale. Dovi ha Valencia ci ha vinto, ma sul bagnato. E’ una pista che non va particolarmente a genio né a noi né a lui, ma l’idea è di andare lì e lottare per il podio. Crediamo che dopo il test svolti da Pirro abbiamo qualche riferimento in più”.

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