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SBK, Rea: "Cosa manca agli altri per battermi? Gli uomini giusti nel box"

"Non ho più talento degli altri, sono certo che in griglia ci sono tanti piloti veloci quanto me. Io però conosco perfettamente la moto e la mia squadra. L'esperienza fa la differenza"

SBK: Rea: "Cosa manca agli altri per battermi? Gli uomini giusti nel box"

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Jonathan Rea è stato praticamente perfetto nella prima manche di Magny Cours. Non ha solo vinto, ha dominato dal primo all'ultimo giro mettendo sul piatto un ritmo semplicemente inavvicinabile per tutti i rivali. Una gara corsa davvero Cannibale, che ha fatto da antipasto alla conquista di un sesto titolo iridato che appare sempre più vicino per il pilota della Kawasaki, che ha legato in modo indissolubile il proprio destino alla Casa di Akashi. 

"E’ stato difficilissimo stare davanti per 21 giri - ha commentato Rea - il ritmo gara è stato incredibile e devo dire che avevo un assetto davvero perfetto per quanto riguarda l’elettronica della mia moto. I ragazzi nel box hanno fatto un grande lavoro ed anche la pista di Magny Cours ha fatto un bel balzo in avanti con il nuovo asfalto. Qui girare a 43 o 44 significa girare forte e sul bagnato siamo stati in grado di girare sul 48, il che è incredibile. Devo dire grazie alla mia squadra, perché quando piove non riesci mai a fare l’assetto davvero perfetto perché le condizioni cambiano velocemente. In alcuni punti puoi trovare molta acqua, magari in altri ce n’è di meno e la cosa più importante è il compromesso. Noi oggi avevamo un ottimo assetto, un bel compromesso".

Oggi sei stato oggettivamente superiore sul bagnato. Da cosa dipende? Pensi di essere il pilota più talentuoso in SBK?

"Non so da cosa dipende la mia superiorità. Forse è esperienza. Stessa moto, stessa squadra, anche il fatto che io sia molto calmo in situazioni così differenti mi aiuta. Qualche volta quando la pressione è alta è facile farsi influenzare negativamente. Io invece mi trovo sempre bene in queste circostanza, non sento la pressione. Penso dipenda molto dal fatto che sono qui da molto tempo. Non credo dipenda dal mio talento perché penso che ci siano altri piloti in griglia che hanno tantissimo talento, ma non hanno magari le persone giuste attorno, il pacchetto giusto. Io posso essere solo felice per le persone che lavorano nel mio angolo del box". 

Durante la cavalcata hai pensato al titolo sempre più vicino, hai sentito pressione?

"Non voglio pensare al sesto titolo. Risponderò a questa domanda quando e se arriverà. Naturalmente oggi abbiamo fatto un ottimo lavoro per il campionato. Quest’anno la cosa più complicata rispetto al 2019 è stato il periodo di Lockdown, perché quando è iniziato ero quarto in campionato dopo Phillip Island. Ho lavorato duramente su me stesso durante il lockdown, poi la squadra ha fatto dei bei progressi grazie ai test in estate quindi quando siamo tornati a gareggiare ero davvero in ottima forma, consapevole di poter essere davvero forte". 

Ci sono tanti rivali nuovi in pista per te. Questo ha complicato i tuoi piani qualche volta?

"E’ sempre difficile quando non capisci fino in fondo i tuoi rivali. Ho corso molto vicino a Rinaldi ad Aragon, ed ho dovuto imparare ad esempio dove lui fosse forte rispetto agli altri piloti Ducati. Ma in realtà io cerco di dimenticare sempre contro chi sto correndo e provo semplicemente a fare il massimo con la mia moto". 

Ma cosa è successo in FP3?

"Ho avuto troppa fiducia. Ero su gomme dure e c’era davvero tanta acqua. Il lato sinistro della gomma si manteneva più freddo rispetto a ieri, ma io non sentivo tutta questa differenza. Solo che è bastato per cadere. Mi è servito come reminder per evitare di fare sciocchezze dopo. L’idea in FP3 era di tornare ai box e poi magari fare le prove di partenza alla fine. Ma sono io, a me piace guidare e vedevo che i tempi stavano scendendo. Quindi invece di aspettare ai box, volevo uscire di nuovo e fare qualche altro giro buono. Per questo ho tentato di tornare subito ai box, ma un commissario mi ha indicato la strada sbagliata e mi sono ritrovato in un punto in cui sarei dovuto tornare in pista sul rettilineo principale. Ho pensato che se avessi attraversato la pista, mi avrebbero dato una penalità o qualcosa del genere. Quindi ho deciso di restare lì ed aspettare". 

Come è la maglietta celebrativa?

"Non so come sarà la maglietta, non ne ho idea (ride, ndr)!. Non ho avuto nessuna conversazione con la squadra riguardo la t-shirt. La prima volta che ho pensato che avrei potuto vincere il titolo qui ero in aereo e pensavo ‘diamine, questo weekend potrei vincere il titolo’. Ho solo parlato del colore, non della grafica o dei dettagli. Non voglio eccitarmi troppo al riguardo, perché c’è ancora tanto lavoro da fare". 

Audio raccolto da Riccardo Guglielmetti a Magny Cours. 

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