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SBK, Locatelli: il primo podio, in Moto 3 al Sachsenring è un segno sulla pelle

Andrea si è tatuato le coordinate geografiche del secondo gradino del podio del Sachsenring. Dagli inizi al primo mondiale, in SSP passando per i primi successi e le stagioni difficili in Moto2. Storia di un talento lavoratore che ce l'ha fatta  

SBK: Locatelli: il primo podio, in Moto 3 al Sachsenring è un segno sulla pelle

La Supersport ha un nuovo padrone, il cui nome è Andrea Locatelli. Il termine padrone però rende poco giustizia ad Andrea, un ragazzo con la faccia pulita ed i modi gentili, ma capace di diventare implacabile una volta abbassata la visiera. Gli occhi sono quelli di un giovane ancora alla scoperta del mondo, ma a 24 anni (da compiere) “Loka” ha l’intelligenza dei grandi, avendone già passate tante nel mondo delle due ruote.

Del resto quando cresci a Selvino, nel bergamasco, il motociclismo non è certo lo sport più facile da iniziare a praticare, eppure Andrea cresce veloce, in tutti i sensi, e a nove anni è già campione italiano minimoto. Il sogno allora continua, prende forma, sospinto dalla voglia di Andrea e dagli sforzi di papà Emilio e mamma Nicoletta, e trova altra benzina nel 2013, quando “Loka” (a 17 anni) vince il titolo Italiano Moto3, che gli spalanca le porte del mondiale di categoria. Non prima però di aver preso il diploma di meccanico: forse, in un universo parallelo, c’è un Locatelli entrato nel mondo nel motorsport da un’altra porta.

Andrea arriva nel mondiale in punta di piedi, in linea con lo stile pacato che lo contraddistingue: disputa tre stagioni complete in Moto3, anche in team blasonati come Gresini e Leopard, raccogliendo proprio con quest’ultimo il suo primo podio nel mondiale. Un risultato sognato sin da bambino, che Andrea porta impresso sulla pelle, essendosi tatuato le esatte coordinate geografiche del secondo gradino del podio del Sachsenring: una piccola pazzia del resto è concessa anche ai bravi ragazzi.

Nel 2017 arriva il passaggio in Moto 2, ma le cose non vanno come sperato. Le tre stagioni con il team Italtrans non regalano ad Andrea quanto sperato, e quel sogno magico che lo ha sospinto sin da bambino d’un tratto sembra assumere tonalità opache, cupe, quasi da film noir. Ma in ogni favola che si rispetti c’è sempre un cambio di trama, una scelta che riaccende la luce.

Nel caso di Locatelli la scelta decisiva è quella di fare un passo indietro, per farne poi due in avanti. Andrea si guarda intorno, vuole tornare tra i primi ma soprattutto a divertirsi, e sceglie per il 2020 di passare in Supersport con il team Bardahl Evan Bros., la squadra campione in carica. Qui Andrea ritrova il sorriso, che unita allo spirito da lavoratore insito in lui e nella sua gente fa sì che si compia la magia.

E’ quasi inutile soffermarsi sui freddi numeri: 10 vittorie su 11 gare sono un qualcosa di difficilmente ripetibile, ma ciò che più sbalordisce è cosa possa regalare ad un ragazzo la motivazione, la voglia di ridere nuovamente sotto al casco. “Ho capito che tipo di persona è Andrea nel parco chiuso della Gara a Phillip Island – ha raccontato ieri in conferenza stampa Andrea Dosoliquando dopo aver dominato ha subito detto alla squadra “Abbiamo vinto, ma la moto ha ancora tanto potenziale, dobbiamo lavorare e migliore”. E così è stato, a suon di pomeriggi e serate nel box a studiare i dati insieme al proprio capo tecnico ed al proprio ingegnere, anche al termine di una giornata chiusa davanti a tutti con mezzo secondo di margine.

Questa è una dei punti forti del bergamasco, ma non solo. Nel motociclismo attuale condurre una vita regolare è oramai un comandamento imprescindibile, e Locatelli è impeccabile anche sotto questo punto di vista: allenamenti costanti, poche notti brave e una fidanzata, Jessica, ormai da anni al suo fianco. Insomma, uno sportivo a tutto tondo, e in fondo bastava forse dare un’occhiata ad un altro sport per capire che questo era l’anno di Bergamo. Mentre Locatelli viaggiava verso il titolo infatti, l’Atalanta (della quale Andrea è molto tifoso) arrivava fino ai quarti di Champions League. Tu chiamale, se vuoi, coincidenze.

Questo dunque è Andrea Locatelli, un ragazzo capace di mixare la voglia di arrivare con la gentilezza, una dote non sempre presente nei campioni, che gli permette di farsi volere bene un po’ da tutti, anche in un nuovo paddock come quello della Superbike. Che altro dire infine, se non che l’Italia ha un nuovo campione del mondo, con la faccia da bravo ragazzo ed il polso destro dei grandi.

 

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