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MotoGP, GP Misano: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Si scrive Gran Premio di San Marino ma si leggere d'Italia. Morbidelli e Bagnaia incantano, Rossi perde il podio ma ci mette lo zampino per il trionfo azzurro

MotoGP: GP Misano: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Si scrive Gran Premio di San Marino, si legge Gran Premio d’Italia. Di nome e di fatto. Franco Morbidelli ha completato il suo puzzle e l’immagine che ne è uscita è perfetta. Pecco Bagnaia ha zoppicato fino alla sua Ducati per iniziare a correre appena appoggiati i piedi sulle pedane. Tre sarebbe stato il numero perfetto, non è riuscito a Valentino Rossi, ma nel trionfo azzurro di Misano c’è molto del suo giallo.

Anche in Moto2, dopo la tripletta Marini-Bezzecchi-Bastianini è lo specchio di un campionato che è cosa loro, sempre di più. E se la Ferrari non ha vinto al Mugello, Ferrari lo ha fatto in MotoE.

Ci sarebbe anche Dovizioso leader del Mondiale in MotoGP, ma in questo caso è la fortuna ad avere vinto.

IL BELLO – Franco e Pecco, compagni di traversi al Ranch, accomunati da grandi sogni e talento cristallino. Messi in ombra per troppo tempo da altri nomi, altre facce, non sempre a ragione. Morbidelli e Bagnaia che non si sono arresi, che a Jerez hanno condiviso la rabbia di guai tecnici a togliergli i meritati premi. Ieri si sono ripresi tutto il dovuto, non ancora con gli interessi ma per quello ci sarà tempo. Il passato è un ricordo, il presente una certezza ma il meglio deve ancora arrivare. Non vediamo l’ora.

IL BRUTTO – Brutta cosa la pressione, e per una volta le gomme non c’entrano niente. Quindi non si misura in bar ma in punti buttati al vento e la somma dopo Misano per Fabio Quartararo è già alta. Mettersi al tavolo della MotoGP con tutti gli occhi puntati addosso fa tremare le gambe e il francese non ha paura ad ammetterlo. La Yamaha va bene, il talento ce l’ha, gli manca solo tranquillità.

IL CATTIVO – Il direttore di gara Danny Webb ci ha spiegato la regola del passaggio sul verde. Ecco cosa abbiamo capito: sul verde non si deve passare ma si può passare, ma non in prova o in qualifica, altrimenti ti cancellano il giro, però in gara puoi, per 3 volte, poi ti avvertono, ma allora puoi ancora passarci 2 volte, infine ti penalizzano. Forse. Perché devi avvantaggiarti chiaramente mentre se non ti avvantaggia sempre chiaramente allora non succede nulla. Nelle prime curve del primo giro, altrettanto chiaramente, succede di tutto, quindi si chiude un occhio, oppure entrambi, ma questo dovrebbe essere chiaro. All’ultimo giro, invece, chiaramente sul verde non si va, ma se perdi tempo sì e poi alla fine sono gli Steward a decidere, che hanno delle riprese bellissime e anche un software che neanche la Nasa per fare atterrare gli shuttle. Ora è tutto chiaro. O no?

LA DELUSIONE – Sarebbe stato il 200° podio nella classe regina, a Misano, insieme ai diamanti che ha contributi a sgrezzare. Troppo bello per essere vero, infatti non lo è stato e un pizzico di delusione per Valentini Rossi è sana e comprensibile. Però il Dottore ha dimostrato che non continua a correre per onore di firma e che la sua passione è un tesoro anche per le generazioni future. Quindi si può stare allegri e poi Misano viene due volte in un anno, in questa stagione.

LA CONFERMA – In Moto2 non passa lo straniero. A rendere inespugnabile la fortezza ci sono Luca Marini, Marco Bezzecchi ed Enea Bastianini. Hanno l’artiglieria pesante e la sanno usare con polso fermo e occhio acuto. Non solo in gara, ma anche nel Mondiale la Moto2 è roba loro. Vinca il migliore. Preparate i pop corn.

L’ERRORE – Albert Arenas ha pagato caro il suo errore sul finale di gara e il bottino in classifica faticosamente guadagnato è stato dilapidato in un secondo. Peccato perché lo spagnolo di Aspar è un belpiota, aggressivo e intelligente nelle risse della Moto3. Si rifarà.

LA SORPRESA – Andrea Dovizioso è in testa alla classifica della MotoGP. Nella sua peggiore da anni a questa parte, in un momento in cui la sua testa sembra pensare a tutto tranne che alle gare, mentre continua a litigare con le gomme. La fortuna aiuta gli audaci, ora Dovi deve essere audace perché lasciare la Ducati in trionfo è ancora possibile.

IL SORPASSO – Quello di Joan Mir su Valentino Rossi, senza timore reverenziale: “vedevo solo un oggetto da sorpassare, non pensavo al pilota” ha descritto la trance agonistica. Un podio meritato per lo spagnolo dopo la doppia beffa in Austria, e ora può anche fare un pensiero al titolo.

LA CURIOSITA’ – Era un po’ di anni che due piloti italiani non finivano davanti a tutti in una gara di MotoGP. Esattamente dal 2017, quando ad Assen Valentino Rossi vinse la sua ultima (per ora) gara avendo la meglio su Danilo Petrucci.

IO L’AVEVO DETTO – Maverick Vinales assicurava il sabato: “vado bene con tutte le gomme, non è un problema”. Infatti ha scelto l’unica (la dura al posteriore) che tutti avevano scartato, e i risultati si sono visti.

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