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MotoGP, Morbidelli: "Primo con la testa fra le nuvole, con Rossi 3° GP perfetto"

"Peccato che Vale non ce l'abbia fatta. Negli ultimi 10 giri ho pensato a tutto tranne che alla pista, sembrava una seduta psicologica. Non sarei qui senza tutte le persone cha hanno creduto in me"

MotoGP: Morbidelli:

Il sorriso pacato dopo la vittoria di Morbidelli è dolce come le linee che ha disegnato con la sua M1 a Misano. Dopo un anno passato all’ombra di Quartararo, Franco oggi si è preso la sua rivincita, mostrando classe e maturità. La sua gara è stata una samba fra i cordoli, per tenere fede alle sue discendenze brasiliana, a un ritmo che nessuno è riuscito a tenere. Il premio è stata una vittoria, la prima in MotoGP.

L’ho sempre sognata ma non ne sono mai stato ossessionato - ha raccontato - Ho sempre guardato solo al passo successivo da fare e in questo fine settimana era la vittoria. Mi sono concentrato su ogni più piccolo dettaglio per preparare la gara e una volta partito mi sono sentito a posto, ero fluido e constante. Una sensazione bellissima”.

Nei primi giri hai dovuto vedertela con Rossi.

Mi ha messo una grande pressione, è stato come avere un forcone nel sedere (ride). Non ci siamo disturbati e abbiamo preso vantaggio, poi mi sono staccato anche da lui ed è stata una sorpresa ancora più grande”.

Cosa hai pensato in quei giri da solo?

A tantissime cose, è stata una specie di seduta psicologica (ride). Il primo pensiero è stato per tutte le persone che mi hanno aiutato nella mia carriera, che anno creduto in me. Sette anni fa vincevo su questa stessa pista, ma ero nel campionato italiano, in Superstock. La curva della mia carriera è stata molto corta e ripida, devo ringraziare la VR46, la mia ragazza, la sua famiglia, la mia famiglia, mia mamma, perché hanno fatto un ottimo lavoro con me, mi hanno spinto al massimo”.

Hai pensato anche a tuo papà che non c’è più?

Questa vittoria è anche per lui, mi ha insegnato a essere forte e coriaceo. Non sono stato mai stato tritato da questo ambiente perché le persone intorno a me non mi hanno mai messo fretta, mi hanno dato le opportunità giuste al momento giusto. Senza di loro non sarei qui”.

Con Rossi sul podio la giornata sarebbe stato ancora migliore?

Sono contento per Mir, ma con Valentino sarebbe stata la giornata perfetta per la Riders Academy. Sono felice anche per Pecco, so cosa ha passato in questo mese e ha fatto un lavoro fantastico”.

In MotoGP tu e Bagnaia davanti a tutti, in Moto2 Marini e Bezzecchi, qual è il segreto dell’Academy?

La chiave è che il pilota più grande del mondo ha deciso di impegnarsi in questo progetto e il risultato è che quasi tutti i giovani italiani vengono da lì. Valentino è un campione che ci mette a nostra disposizione le sue strutture e la sua esperienza, è un gesto nobile. È una amico, ma io lo definisco uno zio per il rispetto che ho per lui.

Con tutti questi pensieri non hai rischiato di distrarti?

Effettivamente l’ultima cosa nella mia testa era la pista, non riuscivo a concentrarmi ma il ritmo rimaneva costante nonostante avessi la testa fra le nuvole, forse oggi qualcuno ha voluto che vincessi. Di solito per me funziona così: quando rallento allora riprendo la concentrazione. Sono stati i 10 giri più importanti della mia carriera, della mia vita, e mi sono divertito tanto”.

Non sei stato sorpreso che Vinales e Quartararo non fossero della partita?

Non mi preoccupo di loro, ma solo di me stesso, del mio risultato. Nelle prove sembravano avessero il passo migliore di tutti, ma quello che conta è la gara. Sono contento di essere stato io il più veloce oggi”.

Quindi è meglio non partire da favoriti?

Io preferirei esserlo, perché significa avere mostrato la propria forza in prova, ma oggi ero un outsider. La verità è che Maverick e Fabio avevano mostrato una forza incredibile, facevano giri velocissimi con la stessa facilità con cui si beve un bicchiere d’acqua”.

Questa sera dovrai festeggiare, farai uscire la tua anima brasiliana?

Martedì abbiamo i test, quindi è meglio rimanere italiani, o diventare giapponesi (ride)”.

Sei l’unico pilota Yamaha a non avere la moto ufficiale, è uno svantaggio?

Non conoscono bene quali siano le differenze, io posso solo dire grazie a Yamaha per la moto che ho perché mi ha permesso di vincere una gara, è comunque una grande moto. Sicuramente penso che la M1 ufficiale sia migliore, è quella più aggiornata, ma sono soddisfatto di quello che ho”.

Pensi che gli altri piloti abbiano cambiato la percezione nei tuo confronti dopo questa vittoria?

Io sono orgoglioso di quanto ho fatto, ma non penso troppo a quello che gli altri pensano di me, sono concentrato nel fare il mio lavoro”.

E al tuo fianco hai Ramon Forcada…

È un fenomeno, ha esperienza, capacità e intelligenza incredibili. Mi piace lavorare con lui, è acuto e tutta la squadra lavora bene. È una gran persona, forse non sarà giovanissimo come altri tecnici, ma se capisci il suo modo di ragionare ti si apre un mondo”.

Sei il 5° vincitore diverso in 6 gare, cosa ti aspetti da questo campionato?

È una vera lotta, ci sono tanti piloti e moto forti e non un chiaro padrone. Dicono che sembra che nessuno voglia vincere questo titolo ma io credo sia il contrario: tutti vogliono vincerlo”.


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