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MotoGP, Morbidelli: "Arrivo dalla Serie B, sono qui grazie a Valentino Rossi"

"Il mio è un percorso diverso rispetto a quello degli altri piloti e ancora mi manca un po' di esperienza ma questo podio potrebbe essere un passo in avanti cruciale"

MotoGP: Morbidelli: "Arrivo dalla Serie B, sono qui grazie a Valentino Rossi"

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Nella giornata del "Ballo dei debuttanti", con la prima vittoria in top class per la KTM e Brad Binder, con il ritrovato podio di Johan Zarco in sella alla Ducati del team Avintia c’è anche un’altra prima volta: quella di Franco Morbidelli. Il pilota italiano del team Petronas, infatti, è salito sul podio della MotoGP per la prima volta in carriera alla sua terza stagione nella top class dopo un 2018 difficile con la Honda e un 2019 di apprendistato, offuscato forse dal fenomeno Quartararo. 

“In alcuni momenti della scorsa stagione sono stato abbastanza triste – ci ha detto Franco dopo la gara - io sapevo di essere più forte di quanto in realtà mostrassi durante il weekend ed allora a fine anno mi sono detto che serviva un cambio nel mio metodo di lavoro. Dovevo  allenarmi di più anche a casa, meno feste e meno della mia indole brasiliana, che nascondo nei weekend di gara, sembrando serio, ma che è forte in me. Mi serviva più professionalità. Così ho fatto ed infatti nei test ero stato più veloce del 2019. Nel corso del primo weekend di Jerez avrei potuto fare meglio se fossi partito più avanti mentre nel secondo sono stato sfortunato con la moto che si è fermata. Ora sento di aver fatto un passo in avanti decisivo ma in un campionato ci possono essere sempre alti e bassi”. 

Cosa significa per te, visto il tuo percorso, un podio in MotoGP?

“Io non vengo da dove sono venuti la maggior parte dei piloti che stanno correndo con me. Io arrivo dalla Serie B, ho un'altra scuola e quando sono entrato nel motomondiale non ho mai voluto strafare. Sapevo di dover capire esattamente cosa stessi facendo per recuperare quello che mi mancava e che mi manca ancora ovvero l’esperienza della Moto3 e correre con le moto da Gran Premio. Io cerco sempre di fare il passo insieme alla gamba”. 

In questo tuo percorso, però, ci ha messo lo zampino anche Valentino Rossi, tuo futuro compagno di squadra. Qual è il tuo rapporto con il Dottore in queste gare che state vivendo abbastanza ravvicinati? 

“Sono qui grazie a Valentino, lui ha creduto in me quando ancora non ero nessuno. So che il nostro rapporto può apparire strano perché corriamo uno contro l’altro ma a gara finita ritorniamo ad essere amici e lo si è visto nel giro d’onore quando ci siamo abbracciati ed intorno a noi c’erano tutti i piloti della VR46 Riders Academy”. 

Oltre a questo, sembra che tu e Valentino viaggiate un po’ in coppia e al contrario rispetto a Quartararo e Vinales? Quando tu vai forte lui è tra i primi e quando ci sono delle difficoltà le avete entrambi. Come te lo spieghi? Questione di stile di guida?

“Io spero con tutto il cuore che la mia guida sia simile a quella di un nove volte campione del mondo ma in realtà non lo so. Capita che i nostri risultati vadano a braccetto proprio come Vinales e Quartararo”. 

Franco, quanto lo hai sudato questo podio? Ad un certo punto, a pochi giri dall’inizio, sembravi in totale controllo della gara. Hai creduto anche alla vittoria?

“Si, all'inizio sono partito bene, volevo andare il più forte possibile senza però stressare troppo le gomme. Me ne stavo andando ed ero felice. Più o meno a metà gara, però, ho visto che Binder stava salendo forte, sapevo che aveva montato la media e che le KTM erano forti con quella gomma e allo stesso momento ho avuto un primo calo degli pneumatici. Quando è arrivato dovevo solo cercare di disturbarlo il meno possibile per non perdere tempo e continuare con il mio ritmo, non avrei fare niente per contrastarlo. Negli ultimi cinque giri, poi, ho avuto un altro calo importante della gomma e a quel punto ho solo voluto tagliare il traguardo. Finalmente sono salito sul podio, ci provavo da tempo e ora ci sono riuscito”. 

Ora sei terzo nel mondiale. Quanto ti fa gola questa posizione?

“Per la verità non è una gran cosa, sono passate solo 3 gare e ne abbiamo ancora 11 davanti. Sono felice perché sono in alto nella classifica ma sono anche un po’ deluso per quello che è successo a Jerez nella seconda gara. Devo continuare così e cercare di essere il più in alto possibile”. 

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