Tu sei qui

MotoGP, Binder: "Vincere è la sensazione più figa della mia vita: una follia!"

“Quando avevo lasciato la Moto2 mi ero chiesto quanto avrei dovuto aspettare per riprovare l’emozione della vittoria, ci sono volute solo tre gare”

MotoGP: Binder:

La prima vittoria di Brad Binder in MotoGP, la prima vittoria di KTM in MotoGP, la prima vittoria di un  sudafricano in MotoGP, come si può definire tutto questo. “Insane!” ripete l’assoluto protagonista di Brno. Una follia, qualcosa di inaspettato e che Brad non riesce a descrivere per quanto di sforzi.

“Quando avevo lasciato la Moto2 mi ero chiesto quanto avrei dovuto aspettare per riprovare l’emozione della vittoria, ci sono volute solo tre gare” strabuzza gli occhi. Era dal 2013 che un debuttante non vinceva nella classe regina, lo aveva fatto un certo Marc Marquez.

Ora c’è questo ragazzo biondo, che fra due giorni compirà 25 anni e che si è fatto in anticipo il miglior regalo possibile.

“Se me l’avessero detto non ci avrei mai creduto - continua - Cosa posso dire? È incredibile, non credo ancora che sia vero. Sognavo fin da bambino di vincere in MotoGP e ora è realtà. Non so da dove iniziare”.

Allora iniziamo dalla gara.

“Ho fatto una buona partenza e mi sono messo dietro a Quartararo, era veloce - il racconto di Brad - Poi a un certo punto mi sono accorto che stava iniziando a faticare con le gomme e lo ho passato. Ho ripreso Morbidelli e anche a lui è successa la stessa cosa, mentre io continuavo a essere veloce. In quel momento ho deciso di spingere”.

Una strategia perfetta, perché giro dopo giro si è allontanato da Franco.

“Sono stati 10 giri folli - sorride - Ho cercato di stare calmo, avevo un buon vantaggio su Franco ma mi aspettavo un altro calo della gomma negli ultimi 3 giri e pensavo che mi riprendesse. Cosa ho provato a vincere? È stata la sensazione più figa di tutta la mia vita!”.

Già in Spagna il sudafricano aveva fatto vedere il suo talento, ma non era riuscito a concretizzare con buoni risultati.

“Arrivavo dalle due gare di Jerez, nella prima avevo fatto un errore e nell’altra ero stato coinvolto in un contatto - ricorda - Oggi ho cercato di non fare nulla di pazzo, ho aspettato che arrivassero le giuste opportunità”.

La vera svolta nel suo fine settimana, però, c’è stata ieri mattina.

“Venerdì non andava bene, appena toccavo il gas rischiavo di volare in aria - ricorda con un sorriso - Poi, sabato mattina, nelle FP3 la moto era più stabile, la squadra ha fatto un lavoro impressionante. Oggi sapevo di avere un buon passo, quello che non sapevo è se sarebbe stato sufficiente per vincere. Nelle altre gare praticamente avevo sempre guidato da solo, forse è stato un vantaggio non sapere quello che sarebbe successo. Poi ho tagliato il traguardo ed è stato uno shock! L’unica cosa che mi dispiace è non avere la mia famiglia qui con me”.

Sarà certamente orgogliosa di lui, perché Brad ha vinto da campione navigato, sembra incredibile che sia salito sulla KTM solo a novembre.

“Nei test a Jerez e Valencia dello scorso anno avevo capito quanto fosse difficile guidare una MotoGP, ero completamente perso - spiega - Non posso descrivere le differenze con la Moto2, è semplicemente un altro mondo. La squadra mi ha aiutato molto a imparare e migliorare. Nell’inverno mi ero allenato molto duramente e quando sono salito sulla moto 2020 a Sepang l’avevo trovata più facile da guidare. In KTM hanno fatto un lavoro incredibile, non vedo l’ora di tornare nel box per abbracciare tutti i membri della mia squadra”.

Non ci sarà molto tempo per festeggiare, venerdì sarà di nuovo in pista al Red Bull Ring, la pista di casa della KTM.

“E domani avremo un giorno di test qui, magari troveremo qualcosa di meglio - sottolinea Binder - Dopo un grande risultato come questo vado in Austria con grande fiducia, ma bisogna anche essere realisti. Non voglio dire altro, per adesso mi limito a ringraziare la KTM”.

 

Articoli che potrebbero interessarti