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SBK, Rea: “Il giorno in cui non sarò più vincente lascerò la Superbike”

L’INTERVISTA - “Non continuerò a correre solo per divertirmi. La MotoGP? Ringrazio Aprilia, ma non mi avrebbe valorizzato come la Kawasaki. Marquez? Impressionante, non penso alla sua caduta”

SBK: Rea: “Il giorno in cui non sarò più vincente lascerò la Superbike”

È l’uomo da battere e non c’è alcun dubbio. Johnny Rea affila le armi per questo nuovo inizio dopo il lockdown. Non manca la curiosità nei confronti del Cannibale, il quale rilancia le proprie ambizioni in vista della corsa verso il titolo iridato.

Alla vigilia del round di Jerez, il Cannibale della Kawasaki si è raccontato in questa lunga intervista dove ha toccato diversi temi come il confronto con Redding, la decisione di proseguire il proprio cammino con KRT, così come la mancata occasione di sbarcare in MotoGP.

“Ci siamo, siamo pronti a ripartire – ha esordito Johnny – sarà un Campionato particolare, con poche gare e con dinamiche mai affrontate prima d’ora. Il COVID-19 ha cambiato molte cose in questi mesi, portando tanta sofferenza tra la gente. Tra l’altro la situazione non è ancora risolta e invito tutti a rispettare la norme di prevenzione. Noi piloti non possiamo fare altro che correre e regalare delle belle gare alla gente”.

Che Mondiale dobbiamo aspettarci? Tu sei un pilota che ha fatto della costanza il proprio cavallo di battaglia.

“Sono un pilota costante, è vero, ma ogni anno è una storia a parte. Di sicuro non posso permettermi di fare errori, perché con così poche gare diventa poi difficile recuperare. A parte ciò, dobbiamo vedere quale sarà l’evoluzione del Virus in Europa, perché quello è l’aspetto chiave con cui dobbiamo continuamente fare i conti”.

Facciamo un salto all’Australia, dove sei caduto in Gara 1. Sei scaramantico in merito a quell’accaduto oppure lo consideri un semplice incidente?

“È un normale incidente di gara che può succedere. Pertanto quella caduta appartiene al passato e stop, dato che ho poi vinto la Superpole Race e conquistato il podio. Adesso riparte il Mondiale e dobbiamo pensare solo a questo weekend”.

Johnny, la SBK riparte da Jerez, ovvero la pista che ha ospitato la MotoGP nelle ultime due settimane. Sei rimasto impressionato dalle tante cadute, tra cui quella di Marquez?

“È davvero complicato esprimersi in merito agli incidenti. Dipendono dalla temperatura? Dipendono dallo stress dei piloti? Dipendono dal fisico? Ci sono tanti punti interrogativi. L’unica cosa che posso dire è che bisogna convivere con questo clima. L’incidente di Marc è stato pauroso. Lui quella domenica ha fatto una grandissima rimonta, impressionante ma io non posso pensare a quanto gli è accaduto, perché la mia mente deve essere libera”.

Intanto, nei mesi scorsi, hai rinnovato con la Kawasaki. Cosa ti ha convinto?

“Perché non avrei dovuto continuare? La Kawasaki è la mia famiglia, questo gruppo di lavoro mi ha consentito di essere forte e crescere, arrivando a conquistare cinque titoli mondiali. Ogni volta che ho fatto una richiesta loro me l’hanno sempre soddisfatta. Credo infatti sia la migliore scelta per me”.

Quando avrai la moto nuovo?

Mi piacerebbe averla presto. Penso che in questi anni siamo riusciti a fare un grandissimo lavoro , ma si può sempre fare meglio. La moto è cresciuta, ma anche io sono cresciuto, migliorandoci assieme passo dopo passo. Personalmente mi confronto spesso con gli ingegneri e vedremo quello che accadrà”.

Tornando al presente, in molti considerano Redding l’Anti Rea. Sei d’accordo?

“Scott è davvero una brava persona, molto trasparente. Lui è uno che dice le cose come le pensa, senza farti la bella faccia davanti e poi parlarti male quando giri l’angolo. Tra l’altro abbiamo condiviso anche un’uscita in bicicletta a Misano. Con lui ho un bel rapporto, ma lo stesso discorso vale per Toprak. Poi in pista è ovvio che c’è il confronto e la sfida, ma l’importante è rispettarsi e riconoscere i valori dell’altro nel momento in cui uno vince o perde”.

Johnny, come lo immagini il giorno del tuo ritiro?

“Il giorno in cui mi alzerò dal letto e capirò di non essere più in grado di vincere lascerò questo mondo. Non verrò qua solo per divertirmi. Dentro di me penso di avere una mentalità vincente, perché alla fine è quella che ti permette di arrivare a cogliere importanti risultati. In questi anni ho vinto tanto e il giorno in cui non ci riuscirò più mi godrò la famiglia e tutto ciò che mi circonda”.

Intanto Melandri è tornato.

“Ho visto. Penso che per un pilota sia davvero difficile prendere la decisione di ritirarsi. Probabilmente Marco sperava in un diverso addio, consapevole ovviamente di quello che è il suo valore e talento. A tal proposito ci tengo a esprimere il mio dispiacere per Leon Camier, uno dei più grandi piloti che la Superbike abbia mai avuto. La sua sfortuna è stata quella di non aver avuto delle moto all’altezza della situazione e tutto ciò mi rattrista”.

Johnny, durante il lockdown sono rimbalzate diverse voci di mercato. C’è chi ti voleva in MotoGP con la Ducati, mentre Gresini ci ha svelato che avrebbe voluto portarti in Aprilia.

“A dir la verità non c’è mai stata una vera e concreta opportunità di approdare in MotoGP. Personalmente voglio ringraziare tutti gli appassionati italiani, i quali mi hanno sempre sostenuto e mai criticato. Posso dire che Fausto mi ha cercato, abbiamo parlato, ma poi non si è concretizzato”.

Come mai?

“Perché la Kawasaki per me è una famiglia e gli altri team non mi avrebbero saputo valorizzare allo stesso modo come pilota. Sia ben chiaro: io ringrazio l’Aprilia per l’interesse mostrato in passato e per il valore del marchio. In Kawasaki però sono al centro di un progetto. Lo scorso anno sono stato invitato a visitare la fabbrica dopo la vittoria, mi hanno portato in elicottero e in seguito una volta arrivato allo stabilimento ho riscontrato un affetto incredibile da parte di tutti i presenti. Quando ricevi un simile trattamento non puoi desiderare altro dalla vita".       


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