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MotoGP, Rins: “Il mio problema è convivere col dolore, non la forza”

“Purtroppo il mio è un dolore a intermittenza, che va ad incidere sulla forza quando guido. Domenica spero almeno di portare a termine la gara”

MotoGP: Rins: “Il mio problema è convivere col dolore, non la forza”

Ci sono piloti che rincorrono il cronometro, altri invece che devono fare i conti con il proprio stato di salute. È il caso di Marc Marquez, che nel corso della FP1 del sabato pomeriggio ha deciso di gettare la spugna, oppure di Alex Rins, chiamato a convivere con la frattura alla spalla rimediata lo scorso weekend.

Un sabato condito da sofferenza quello del portacolori Suzuki, intenzionato però a stringere i denti in vista della domenica. Già, perché Alex non vuole mancare all’appuntamento con il GP di Andalusia, anche se la risposta all’interrogativo sarà il suo corpo a darla.

“La priorità per domani è essere in moto – ha esordito Rins – spero infatti di correre e concludere la gara nonostante il forte caldo e i miei problemi di salute. Nella Q1 ho sofferto in sella alla moto, infatti ho dovuto ridurre la mia velocità in entrata di curva”.

Rins spiega poi meglio quelle che sono le sue condizioni.

“Purtroppo il dolore aumenta giro dopo giro. Non è un dolore stabile, ma ad intermittenza, il quale va poi ad influire sulla forza nel braccio. Oggi er in clinica mobile, assieme a Cal e Marc, e mi sono sottoposto a diversi trattamenti per migliorare le mie condizioni”.

A quanto pare questo dolore non sembra volere dare fiato a Rins.

“Come ho già detto il problema deriva dal dolore, dato che non riesco a conviverci, perché non è continuo, ma ad intermittenza con diversa intensità. Personalmente non credo di dovermi sottoporre a un’operazione chirurgica. Il dottor Mir mi ha visitato lunedì e la cosa positiva di questa frattura è che l’osso, nel punto in cui si è rotto, non si muove, ma è stabile. Ovvio che se poi le condizioni dovessero rimanere uguali nel corso del Campionato a fine stagione andrò sotto i ferri”.

 Rins cerca però di tenere alto il morale.

“In questi giorni ho avuto modo di parlare con Sam Lowes, il quale si è ritrovato a fare i conti con una situazione simile ad inizio anno. Lui mi ha detto che il dolore per l’infortunio è scomparso durante la quarantena, anche se ci vuole tempo”.

Infine non manca una battuta in merito agli infortuni rimediati dagli altri piloti.  

“Io sono dell’idea che un pilota possa salire in moto non prima di 48 ore dall’operazione. Nel momento in cui un medico gli rilascia un certificato allora può scendere in pista. Oggi abbiamo visto Marc di nuovo sulla Honda, è stato veloce, così come Cal. Io invece non sono stato in grado di migliorare. Vedremo quindi domani”.

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