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SBK, Sacchetti: “Rinaldi? Vogliamo che segua il percorso di Miller con Pramac”

“Il nostro compito è aiutarlo a crescere per vederlo nella squadra ufficiale. La Ducati? Al 95% la nostra V4 è come quella Redding e Davies”

SBK: Sacchetti: “Rinaldi? Vogliamo che segua il percorso di Miller con Pramac”

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È stata la sorpresa del mercoledì a Misano. Stiamo ovviamente parlando di Michael Ruben Rinaldi, che in sella alla Panigale V4 del team GO Eleven ha chiuso la prima giornata di test in seconda posizione, alle spalle di Scott Redding.

Un inizio incoraggiante per il pilota romagnolo, che in questo 2020 è ripartito dalla Ducati del team piemontese dopo essere stato scaricato lo scorso ottobre da Barni. Con la Rossa della squadra cuneese, Rinaldi vuole prendersi una rivincita per mostrare il proprio valore.

Su di lui non ha mai avuto alcun dubbio Denis Sacchetti, team manager GO Eleven, che lo scorso anno non ha esitato a ingaggiarlo con un contratto di durata annuale.

Tornare in pista dopo così tanto tempo è sicuramente particolare – ha esordito Sacchetti – ci sono infatti determinate norme di prevenzione da rispettare e di conseguenza tutto ciò comporta una situazione inedita con la quale confrontarci. Abbiamo però voluto sfruttare questa due giorni per continuare il nostro lavoro di sviluppo, in modo da arrivare preparati alla ripartenza del Campionato”.

Ieri Rinaldi ha brillato con un secondo tempo a fine giornata. Non male come inizio.

“Direi proprio di no. Michael è un ragazzo giovane che ha voglia di mostrare il proprio valore e credo siamo sulla giusta strada. In Australia era arrivato addirittura a giocarsi le prime cinque posizioni fino a quando non è finito a terra per il contatto con Haslam. Personalmente lo vedo molto motivato e convinto, anche perché ha un anno di conoscenza in più con la Ducati”.

In questi mesi si è parlato tanto di mercato. Qualcuno vocifera addirittura che in futuro meriterebbe un posto nella squadra ufficiale qualora dovesse insidiare Chaz in pista. Cosa ne pensi?

“Al momento non abbiamo parlato di 2021 con Michael, anche se io spero rimanga con noi. In queste settimane ci siamo concentrati esclusivamente sulla ripartenza di questa stagione. Quello che io dico è che ci piacerebbe un giorno vederlo nella squadra ufficiale, perché significherebbe che abbiamo lavorato bene e nella giusta direzione”.

Un po’ come ha fatto la Pramac con Miller?

Assolutamente sì, esatto. Noi alla fine siamo un team satellite e la nostra “Mission”, se così vogliamo dire, è quella di aiutare i giovani nel proprio percorso di maturità, prendendo spunto ad esempio da come ha fatto il team Pramac in MotoGP. Io sono dell’idea che Michael abbia del potenziale e lui dovrà esprimerlo attraverso il nostro contributo”.

Voi però non avete ancora la moto ufficiale come Pramac.  

“Quello è vero, però credo che la nostra Ducati sia al 95% come quella di Aruba. Devo ammettere che lo scorso anno non è stato semplice, perché la V4 è stata un taglio netto rispetto al V2. Abbiamo dovuto impiegare del tempo per capire e conoscere la moto, infatti eravamo per certi versi acerbi come normale che sia. Ora c’è invece più consapevolezza e fiducia nella moto, perché è aumentata la conoscenza del mezzo. Inoltre ci sono delle novità, come ad esempio le sospensioni Ohlins, che ci avvicinano alla Ducati ufficiale, annullando quel gap del passato”.

Il Mondiale riparte ad agosto. Cosa dovremo aspettarci?

“Sarà un Mondiale con poche gare, dove la costanza sarà fondamentale. La differenza la farà chi non finirà mai a terra e porterà a casa i punti”.

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