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MotoGP, App e mascherine: il paddock diventa una fortezza contro il Covid-19

Il protocollo sanitario non ammette errori: entrate scaglionate, controlli giornalieri e isolamento. Charte: "non possiamo sbagliare, la posta in gioco è troppo alta"

MotoGP: App e mascherine: il paddock diventa una fortezza contro il Covid-19

Ancora un mese, poi la MotoGP riprenderà a correre ma sarà un motomondiale completamente diverso da quello che conoscevamo. Non in pista, con il solito spettacolo fatto di sorpassi e manovre al limite, ma nel paddock. L’epidemia di coronavirus ha costretto la Dorna ad approvare un protocollo sanitario molto restrittivo e le prime due tappe di Jerez (il 19 e il 26 luglio) saranno una sorta di prova generale.

Vogliamo che tutti siano estremamente disciplinati. In gioco c’è molto, troppo” non ha usato giri di parole Angel Charte, il responsabile medico del campionato che ha parlato a El Periodico de Catalunya.

Il paddock dovrà diventare una specie di isola, nel senso che dovrà essere completamente isolato dall’esterno, in modo da ridurre al minimo i rischi di contagio. I team si muoveranno indipendentemente, senza mischiarsi tra loro, così da restringere ogni possibilità di propagazione del virus.

Innanzitutto, ogni persona del paddock dovrà sottoporsi a un test Covid-19 prima della partenza e rimanere a casa nel fine settimana precedente all’evento. Una volta arrivati a Jerez, ci saranno altre analisi, “li controlleremo ogni minuto” ha promesso Charte.

Le persone coinvolte nel Gran Premio (escluso il personale del circuito, che rimarrà a sua volta isolato) saranno circa 1200. Per avere la situazione sempre aggiornata, è stata creata un’app da installare sul telefono che funzionerà come un database.

Ogni giorno, alle 7 del mattino, i responsabili delle varie squadre consegneranno i dati dei membri del proprio team in modo che io possa esaminarli e dare il via libera all’inizio della giornata” ha spiegato il responsabile medico.

I parametri di rischio sono 4: la temperatura corporea, sintomi di tosse o gastroenterite e dolori muscolari. Se ci saranno problemi, scatterà un campanello di allarme.

Cosa accadrà se ci sarà un caso positivo ne paddock? “Il Mondiale non verrà interrotto, né sospeso, per la comparsa di uno o due casi. Saranno isolati ed esaminati, come tutti i membri della sua squadra, e poi si deciderà se metterlo in quarantena in albergo o se dovrà essere ricoverato in ospedale, perché abbiamo già stretto degli accordi con tutte le strutture sanitarie nelle vicinanze dei circuiti in cui andremo a correre” la risposta del responsabile medico.

Naturalmente, anche la normale routine del fine settimana di gara sarà molto diversa. I team delle varie classi dovranno entrare in circuito in orari diversi per evitare assembramenti, oltre a usare tutti i dispositivi di protezione individuale a cui ci siamo abituati negli ultimi mesi (come le mascherine). Anche il distanziamento sociale dovrà essere garantito, anche nel box, con 2 metri di distanza da tenere fra le varie persone.

Neppure il podio sarà risparmiato dalle norme di sicurezza: scordatevi le graziose hostess al fianco dei piloti, e anche i premi verranno dati in anticipo. Allo stesso modo, sarà limitata anche la presenza di persone sullo schieramento come nel parco chiuso.

Per quanto riguarda la copertura mediatica, Dorna ha vietato l’accesso ai giornalisti della carta stampata, del web e delle radio. Saranno però presenti quelli delle TV che potranno intervistare i piloti ma a debita distanza.

“Non possiamo sbagliare, la posta in gioco è troppo alta” il diktat di Chartre.

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