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MotoGP, Ducati nel futuro: l'intelligenza artificiale per andare più veloci

Il capo del dipartimento sistemi elettronici Conti: "Aiuterà gli ingegneri a migliorare la moto e non solo". Petrucci: "Dal 2015 studio 7 pagine di dati prima di ogni GP"

MotoGP: Ducati nel futuro: l'intelligenza artificiale per andare più veloci

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Anno dopo anno il motociclismo è mutato e continua a mutare, procedendo di pari passo con il progresso tecnologico, e come prevedibile l’ennesimo passo avanti è dietro l’angolo. Parlare di tecnologia e pensare alle moto guidate da leggende come Angel Nieto o Eddie Lawson fa strano, ma tutto si evolve ed il mondo delle due ruote non fa eccezione.

A parlare del prossimo passo in termini tecnologici è stata Ducati, in un incontro telematico organizzato insieme al suo partner Lenovo ed aperto alla stampa: che oramai si cerchi di migliorare le prestazioni della moto scavando in ogni ambito scientifico-tecnico è risaputo, ma la mossa successiva sarà nientemeno che l’intelligenza artificiale.

A spiegare il concetto è stato Gabriele Conti, capo del dipartimento sistemi elettronici Ducati. “Non si tratta più solo di raccogliere dati, ma anche di analizzarli in profondità, ed il prossimo step riguarderà l’uso dell'Intelligenza Artificiale. Credo sia il futuro, perché abbiamo bisogno di qualcosa che pensi più velocemente degli umani, cosa che l'intelligenza artificiale può fare. Tra l’altro stiamo già usando una macchina per imparare”.

Conti prosegue nella sua analisi, facendoci fare una piccola passeggiata nel domani.

“Usiamo già alcuni parametri calcolati con una macchina, che riesce a gestire una incredibile quantità di dati, cosa che noi appunto non possiamo fare. Effettua calcoli corretti e riesce ad ottenere parametri in tempo reale. Il prossimo passo, e ci stiamo già lavorando, aiuterà gli ingegneri di pista e quelli di fabbrica a sviluppare la nuova moto”.

Ma cosa pensa di tutto ciò un pilota? La risposta l’ha fornita Danilo Petrucci, che ha confermato come oramai anche i piloti siano dediti allo studio.

“Sfortunatamente dobbiamo guardare i dati più che andare in moto: è il modo di capire come guidare meglio, l'80% della configurazione della moto si basa sui dati. In tal senso ogni Gran Premio ricevo dal mio capotecnico una mail di sette pagine con i dati: è così dal 2015, li ho ancora tutti salvati”. Signore e signori, benvenuti nel futuro.

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