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McLaren: 1.200 persone tornano a casa. Il Coronavirus non perdona...

La crisi mondiale ha interessato anche l'azienda di Woking. Un duro colpo che vede un taglio anche in F1

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C'è chi dice che la crisi economica dovuta al Coronavirus abbia messo in ginocchio le piccole e medie imprese, ma che in ogni caso, quelle di lusso, non abbiano subito "grossi danni". Chiedetelo alla McLaren... se è veramente così! Non facendo parte di grossi gruppi automobilistici, c'è gran poco “ammortizzare”, nonostante produca tra le auto più costose (e veloci e tecnologiche n.d.r.) al mondo. Pensare che pochi mesi fa, con il progetto Track 25, si parlava di espansione...

Purtroppo, il Covid-19 ha fatto altri danni, poiché la domanda di veicoli è scesa vertiginosamente e con essa, le entrate pubblicitarie. L'Azienda di Woking ha dunque deciso di richiamare alla base tutti i propri dipendenti, facendoli così rimpatriare, e ridimensionando il tutto. Le intenzioni della Casa inglese erano abbastanza chiare fino a prima del Codid-19: espansione totale con una produzione di oltre il 75% di veicoli e la nuova P1 entro il 2025. A questo, sarebbero dovute arrivare dunque altre auto sportive ibride, supercar ed hypercar.

Il progetto era dunque chiaro, con un obiettivo di circa 6.000 mezzi l'anno. Per questo solo due anni fa decise di aumentare l'organico con ben 2.500 persone. Pensiamo poi alla Formula1: solo questa, vede infatti l'impiego di circa 800 persone. Il Coronavirus ha visto dunque il licenziamento di 1.200 persone, 70 delle quali in F1, quasi un quarto della forza lavoro... che se ne resta a casa. Purtroppo, al momento, questa è la situazione.

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