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SBK, Sykes-BMW, così non va! Anno nuovo, problemi vecchi

Quanto ci vorrà alla S 1000 RR per colmare il gap dalla concorrenza? Al momento la sensazione è quella di essere rimasti al 2019

SBK: Sykes-BMW, così non va! Anno nuovo, problemi vecchi

Ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di tornare in pista per vedere i nostri protagonisti gareggiare. Al momento, come più volte detto, l’unica consolazione che abbiamo è data dal round dello scorso aprile a Phillip Island, quando Razgatlioglu, Rea e Lowes si spartirono la posta in palio sul tracciato di Victoria.

Un weekend che ha visto Yamaha e Kawasaki in luce, mentre la concorrenza rincorrere. Tra queste spicca ovviamente la BMW, che in Australia è stata costretta ancora una volta ad accusare il colpo. Dopo la Superpole siglata al sabato mattina, Tom Sykes pensava che il meglio dovesse ancora arrivare per lui, invece tutto è sfumato sul più bello.

La situazione sembra per certi versi ricordare il 2019. Anche in quel caso la S1000RR e il 66 si rivelarono dei fulmini in qualifica, per poi andare a scomparire in gara. Dove sta allora la verità? Come mai la tedesca sul giro forte pare avere in tasca le carte da giocarsi con i migliori, mentre poi in gara finisce a fare da spettatrice?

Difficile fare una disamina dopo gli undici secondi incassati da Sykes in Gara 1 e i 17 nella manche della domenica. Con ogni probabilità il telaio resta ancora ad oggi una delle certezze per la moto, su cui avere una base solida, mentre i dubbi e le perplessità sono più che altro legati al motore.

Già, perché l’evoluzione portata in pista lo scorso anno dalla Casa pare non abbia  dato al momento ancora i frutti sperati e di conseguenza c’è da correre ai ripari. Il problema è che questa volta sarà ancora più complicato risolvere la faccenda, dal momento che il prosieguo del Mondiale che si articolerà su cinque-sei gare dopo Phillip Island e i test saranno ridotti.

Tornando a Phillip Island e focalizzandoci sulla questione legata al motore, il dato evidente è che Tom accusasse quasi 15 km/h nel confronto con Kawasaki di Alex Lowes, quest'ultimo il più veloce. Un dato che fa molto riflettere, senza dimenticare poi la questione legata al consumo della gomma posteriore, che più volte a limitato il 66 nella passata stagione e ora torna nuovamente a condizionare la prestazione.

Ad oggi lo sviluppo della moto tedesca è stato portato avanti esclusivamente da Tom e di segnali incoraggianti sembrano essercene ben pochi. Il rischio concreto è quello di un 2020 già segnato in partenza e se così fosse a Monaco ci sarà da interrogarsi su come comportarsi in futuro. Per un marchio come BMW, essere chiamati a rincorrere ogni domenica, non corrisponde certamente alle aspettative.    

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