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Moto3, Suzuki: “Voglio riportare il babbo di Marco Simoncelli sul podio”

“Quando ho vinto a Misano credo che Paolo abbia svuto un flashback. La mia prima volta ad una gara è stato a Suzuka il giorno della morte di Kato, proprio in quella curva"

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È stato un inizio di settimana con i fiocchi per le tradizionali dirette di GPOne.com. Ieri, infatti, sui nostri canali Facebook e YouTube è intervenuto per una chiaccherata di un’oretta Tatsuki Suzuki, pilota Moto3 in forza al team SIC58, primo, e finora ultimo, poleman della stagione. Nel corso della diretta abbiamo chiesto tante curiosità al “giappo-riccionese” ma tra le domande più gettonate degli ascoltatori c’è stata sicuramente quella del rapporto tra Tatsu e Paolo Simoncelli.

“Appena ho iniziato a correre nel team – ci ha svelato Suzuki - non avevamo un gran rapporto, lui stava sempre vicino ad Arbolino. Con il passare del tempo però ci siamo avvicinati e mi ha insegnato tante cose, credo come aveva fatto con suo figlio Marco. Io sono diventato un pilota professionista grazie a Paolo". 

Che emozione è correre per il team Simoncelli? Senti un legame forte con la figura di Marco?

“Il primo anno non sentivo nulla di particolare, ma poi piano piano ho capito. Qui a Riccione ci sono molte cose dedicate a lui e ora mi da molta energia e so cosa significa correre per un team del genere. È un qualcosa di più, io non posso chiudere una gara 20° con i colori di Marco addosso, voglio portare il suo babbo sul podio”.

Come a Misano nella tua prima vittoria nel motomondiale. 

“Quando ho vinto a Misano è stato bellissimo ma so che per Paolo non è stato semplice, credo abbia avuto un flashback di quando lo aveva fatto Marco. Dopo il podio non l’ho visto per qualche ora, era nel suo camion da solo, poi sono andato e si vedeva che era provato”. 

"In Moto3 siamo tutti fuori di testa"

Come abbiamo detto prima Tatsu è stato il poleman dell’unica gara corsa dalla Moto3 in questa stagione. Ti saresti aspettato di più dalla domenica del Qatar che ti ha visto chiudere in quinta posizione?

“Sinceramente si anche se il weekend è stato positivo. Ho fatto la pole position su una pista che non mi piace e sulla quale non avevo mai finito nemmeno una corsa, sono stato davanti tutta la gara e mi stavo giocando il podio, è stato un peccato”. 

Sempre parlando di Moto3, chi è il pilota più cattivo con il quale ti sei confrontato in pista?

“I piloti di Moto3 sono tutti ignoranti, mi hanno fatto arrabbiare in molti ma lo scorso anno mi sono innervosito particolarmente con Rodrigo e Binder, che sono dei grandi staccatori e si giocano sempre le prime posizioni. La Moto3 è una categoria particolare, quando riguardo la gara penso sempre che siamo tutti fuori di testa, soprattutto negli ultimi giri”. 

"Vorrei la tecnica di Marquez e il personaggio di Rossi"

Questa sarà la tua sesta stagione nel motomondiale, tra quanto il passaggio in Moto2?

“L’obiettivo era di passare in Moto2 nel 2021, ma con questo stop le cose si complicano. L’idea di salire di categoria mi emoziona e mi fa dare una spinta in più, dal punto di vista tecnico penso di potercela fare mentre so che per quanto riguarda il fisico dovrò lavorare”. 

E la MotoGP, invece? Tra quanto ti vedi nella top class e soprattutto su che moto?

“Mi piacerebbe la Suzuki, sai Suzuki sulla Honda non funzionerebbe. No, a parte gli scherzi la Suzuki è una moto che va davvero forte e che ha dimostrato di poter essere vincente e veloce in ogni circuito. Sulla Honda non si può fare molto, c’è Marquez e quella è una moto fatta su misura per lui, sarebbe bello batterlo con una moto diversa. Spero di arrivare in MotoGP entro 3-4 anni”

Hai parlato di Marc Marquez e della Honda. Secondo te il loro legame è indissolubile?

“Penso che Marc rimarrà sempre con la Honda. A lui non interessa dimostrare di poter vincere anche con un’altra moto, al momento il binomio Marquez-Honda è un binomio perfetto e io credo che vincerà 5 anni di fila e poi si fermerà lì”. 

Quali sono tre pregi che ruberesti a tre piloti della MotoGP?

“A Marquez ruberei la tecnica di guida, a Valentino il personaggio e a Dovizioso la sua mentalità professionale, non ho dubbi”. 

"Wayne Rainey è il mio idolo"

Sempre rimanendo sul discorso top class, chi sono stati i tuoi idoli da ragazzo? C’è qualche giapponese tra i tuoi piloti preferiti? Per esempio di Kato e Abe hai qualche ricordo?

“Il mio idolo è stato Wayne Rainey, ma in generale mi piacevano tutti i piloti della 500 di quell’epoca. Wayne è il mio idolo ma anche Kenny Roberts e Kevin Schwantz. Per quanto riguarda i giapponesi si, è ovvio. La mia prima gara vista dal vivo è stata a Suzuka, il giorno della morte di Kato e proprio in quella curva. Invece per quanto riguarda Abe ci ho fatto una foto insieme una volta in Giappone”.  

Oltre sei impegnato nel motomondiale, ma hai mai pensato a qualche gara “extra”? Come per esempio la 8 Ore di Suzuka o il Tourist Trophy?

“Io preferisco le gare sprint, per convincermi a fare una 8 Ore dovrebbero farmi una grande offerta. Poi non sono mai stato un grande appassionato delle derivate di serie, magari a fine carriera potrei provare un’esperienza nel BSB, mi affascina quel campionato. Per quanto riguarda il TT, invece, mi piacerebbe girare l’isola ma non con quelle moto, magari con lo scooter per godermi il paesaggio che è davvero fantastico. Quando facevo le minimoto avevo un amico che non è tornato dal TT, e quindi la cosa mi spaventa”. 

 

 

 

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