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SBK, Genesio Bevilacqua pessimista: “Per quest’anno non correremo più”

ESCLUSIVA - “Questa non è la crisi del 2008, alla ripartenza ci aspetta un’economia basata sul rigore e per un’azienda investire nelle moto sarà l’ultimo dei pensieri, a meno che le Case ufficiali..." 

SBK: Genesio Bevilacqua pessimista: “Per quest’anno non correremo più”

Il personaggio ha bisogno di ben poche presentazioni, dal momento che ha scritto la storia nel mondo delle derivate. Da una parte c’è la mentalità imprenditoriale, tanto che la sua azienda, Althea, è tra le più rinomate al mondo nell’ambito dei sanitari con un fatturato di oltre 400 milioni di euro. Dall’altra la passione per le due ruote, che continua a scorrere nel suo DNA, anche se in questo momento la ragione va a prevalere su tutto il resto.

Stiamo ovviamente parlando di Genesio Bevilacqua, che dopo i trascorsi con BMW, lo scorso anno ha inaugurato l’avventura con la Honda insieme a Midori Moriwaki. Con lui potevamo parlare del Mondiale, del calendario, insomma tutte cose trite e ritrite di questi giorni, che per certi versi sarebbero praticamente risultate inutili e assordanti. Abbiamo quindi preferito affrontare la questione sotto un’altra ottica, per certi versi diciamo imprenditoriale.  

Ho vissuto tanti anni di moto e questa è la prima volta che affronto una situazione del genere, come tutti noi del resto – ha esordito Genesio – diventa anche difficile trovare i giusti termini per descrivere quanto sta accadendo nel mondo. È una situazione particolare per tutti noi, dal momento che ci stiamo confrontando con una situazione inedita”.

Genesio, in queste settimane si parla tanto di come potrebbe ripartire il Motomondiale o la Superbike.

“Guarda, te lo dico senza troppi giri di parole: per quest’anno non rivedremo più le corse. So che posso sembrare pessimista, magari vado controcorrente, posso anche essere la voce fuori dal coro, ma questo è il mio pensiero. Capisco che la Dorna, Ezpeleta e Lavilla stiano facendo di tutto per cercare di far ripartire il Circus, ma io sono dell’idea che nel 2020 non si correrà”.

Come mai dici così?

“Te lo spiego da imprenditore, ovvero da persona che ha un’azienda e negli anni ha investito tanto. Parliamo ad esempio dei team privati, che si appoggiano a realtà più piccole rispetto alle Case ufficiali, come forma di sostegno. Nel momento in cui ci sarà l’eventuale ripartenza, anche se bisogna ancora capire quando, un azienda dovrà fare i conti con delle priorità tipo i mancati pagamenti, fornitori, personale, luce, gas, impianto di produzione. Come puoi vedere ci sono tanti aspetti che hanno la priorità”.

Certo, condivido questa prima analisi.

“Messi alla luce questi aspetti, secondo te un’azienda mette tra le priorità le sponsorizzazioni alla Superbike? Ma stiamo scherzando? Semmai utilizzi quei soldi, metti 100 mila euro, per provare a recuperare del personale che hai lasciato a casa in cassa integrazione oppure per migliorare l’impianto produttivo aziendale. Prova ad immaginare un consiglio di amministrazione, dove uno alza la mano e dice: “Dopo questa crisi investiamo nelle moto”. Secondo te quale potrebbe essere la risposta? Ma soprattutto: chi ha il coraggio di muoversi in questo verso? E poi c’è un’altra aspetto da valutare”.

A cosa ti riferisci di preciso?

“In passato tutti noi abbiamo affrontato delle crisi, penso a quella del 2008 ad esempio, oppure del 2010. In quell’occasione però c’era un’economia basata sul rilancio, sul fatto che le aziende volevano rilanciare e investire, di conseguenza c’era quella spinta giusta e utile per far ripartire il meccanismo. Adesso, invece, alla ripartenza, dovremo fare i conti con economia basata sul rigore e le limitazioni, dove più che investire diventerà fondamentale sopravvivere, dato che siamo chiamati a fare i conti con un aspetto come la salute. Ecco perché dico che le corse non le rivedremo quest’anno. Potrebbe esserci un’unica soluzione”.

Come intenderesti muoverti?

“Dal momento che le corse interessano praticamente alle Case ufficiali, queste potrebbero impegnarsi a raddoppiare i propri sforzi. Magari un team come la Honda o la Ducati, ma anche la Yamaha, giusto per fare un esempio, potrebbe impegnarsi per portare in pista quattro moto, raddoppiando di conseguenza il numero attuale. Il fatto è che se devi rimanere ad attendere i team privati, questi, oltre a trovarsi in grande difficoltà, il prossimo anno rischiano di scomparire dalla griglia”.

Ci rivedremo quindi in pista nel 2021?

“Come ho detto so che il mio punto di vista può essere in controcorrente, ma io credo che per un’azienda investire nelle moto dopo una vicenda come quella del Coronavirus sia l’ultimo dei pensieri.  E mi dispiace dirlo, perché come tutti voi sono un appassionato di moto, che negli anni ci ha messo tanto impegno e dedizione nei progetti legati alle due ruote. Leggo che la Dorna sta facendo di tutto, ma al momento l’unica soluzione è quella di trovare un vaccino. Ecco qualora dovesse esserci un vaccino si potrebbe pensare a fare delle valutazioni, ma fino a quel momento penso sia inutile.

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