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Volkswagen GOLF GTI 1a serie, la nascita di un mito - prima parte

L’auto che ha rivoluzionato (e forse inventato) il mercato delle sportive medie compatte

Auto - News: Volkswagen GOLF GTI 1a serie, la nascita di un mito - prima parte

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Chi non ricorda la simpatica pallina da golf come pomello del cambio ed i volitivi e bonariamente minacciosi rabbit sul cofano posteriore? Questi feticci da appassionati riconducono alla Volkswagen Golf e, nello specifico, alla Golf GTI, l’auto che ha rivoluzionato (e forse inventato) il mercato delle sportive medie compatte.

Siamo nei primi anni '70 quando il Gruppo VW si trova di fronte ad una situazione economicamente disastrosa a causa di scelte e modelli sbagliati. Per grandi problemi ci vogliono grandi soluzioni: il Maggiolino era stato per più di trent’anni il cavallo di battaglia di VW in più di un continente; solo un modello che avesse rimpiazzato il Maggiolino avrebbe potuto salvare il gruppo. Cambiare tutto per innovare, per ripartire, per stupire: addio alle linee bombate di un tempo, addio alla tanto amata filosofia “tutto dietro”, addio anche a motori semplici raffreddati ad aria: è l’ora della Golf.

Giorgetto Giugiaro con Italdesign ci regala un nuovo concetto di auto compatta, un design pratico, spigoloso, accattivante, una discreta capacità di carico; prima tre porte, poi a cinque, poi anche cabrio, motore 4 cilindri trasversale e trazione anteriore, raffreddamento ad acqua, sospensioni anteriori con molle elicoidali e sistema di torsione nell’asse posteriore: questa la ricetta che avrebbe permesso a VW di vantare nella propria gamma per ben 13 anni consecutivi il modello più venduto in Europa. Nel 1976, due anni dopo la presentazione del modello, inizia la produzione di serie della prima Golf GTI che avrà un incredibile successo. Erano nate le GTI, un nuovo segmento di auto dal fascino irresistibile. Discrete e potenti.

LA GENESI DI UN MITO

Per comprendere la genesi di questo modello dobbiamo tornare indietro al 1973 quando ancora spopolava il Maggiolino con versioni, diremmo oggi, “tunate”: volante rivestito in pelle, sedili sportivi, cofano motore verniciato di nero e pneumatici maggiorati. Le prestazioni che il motore 1.600cc da 50 CV regalava non erano nulla di speciale, ma la sola estetica da “Maggiolino matto” faceva registrare un successo nelle vendite. È in questo momento che l’Ing. Alfons Löwenberg, addetto alla sperimentazione, inizia a spingere sulla creazione di un nuovo modello sportivo. Il progetto EA 337 (quella che sarebbe poi stata la Golf) era già in corso e su questo si sarebbe dovuta realizzare la nuova media sportiva. Le idee dell’Ing Lowenberg restano all’interno di un gruppo molto ristretto: soltanto Herbert Horntrich (lo specialista di autotelai) e Hermann Hablitzel (il responsabile dello sviluppo) si interessano all'idea di Löwenberg.

Ma il progetto è troppo innovativo ed interessante ed anche il marketing (Horst-Dieter Schwittlinsky) e l’ufficio stampa (Anton Konrad) vengono coinvolti. Proprio Konrad, che aveva un passato nelle corse amatoriali, è colui che capisce il vero senso della GTI, ma capisce anche che in un’azienda in difficoltà questo è un progetto da sviluppare con la massima discrezione. È lui ad organizzare gli incontri “carbonari” con Horntrich, Konrad, Löwenberg e Schwittlinsky; e da qui si passa all’azione: si parte da un prototipo di una Scirocco, se ne irrigidisce il telaio, e si montano un carburatore doppio corpo ed uno scarico sportivo (e troppo rumoroso…) sul motore da 1.5 litri 85 CV, portandolo a 100 CV.

Il “gruppo GTI” capisce subito che la direzione è quella sbagliata: la GTI che avevano in mente doveva essere sportiva ma discreta, doveva essere l’auto per i viaggi, e doveva dissimulare la sua anima da sportiva agli occhi dei passanti. Si realizza quindi una versione meno “dopata” e la si presenta al Prof. Ernst Fiala, presidente del settore sviluppo della VW, il quale boccia clamorosamente il progetto a causa dei costi elevati.

IL PROGETTO CONTINUA SOTTO TRACCIA

Il “gruppo GTI” non si arrende, e continua segretamente nello sviluppo del progetto per quanto riguarda il motore, gli pneumatici (205/60 HR 13, maggiori di quelli di molte supercar del tempo), pur mascherandolo come una semplice base di sperimentazione del telaio della Scirocco. Nella primavera 1975 viene ottenuta l’approvazione da parte del CDA: il gruppo GTI può suggellare il proprio successo nella pista di prova di Ehra-Lessien, dove il Professor Fiala, entusiasta della Golf sportiva con l'equipaggiamento della Scirocco, commissiona al reparto sviluppo una variante sportiva della Golf. È nata la Golf GTI.

Da qui al modello di serie però manca ancora molto, se volete scoprire tutti i dettagli, VI RIMANDIAMO ALLA SECONDA PARTE DEL NOSTRO RACCONTO.

A cura di Lucio S.

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