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MotoGP, Gresini: "La TV non basta alle squadre per sopravvivere"

"Sarà fondamentale ricominciare e se dobbiamo rinunciare a tante cose lo faremo. Le hospitality però sono importanti e le squadre di Moto2 e Moto3 avranno grossi problemi se Dorna non interverrà"

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Fausto Gresini è intervenuto nella nostra diretta quotidiana in compagnia di Paolo Scalera e Matteo Aglio, commentando le ultime notizie relative alla modalità con cui si svolgerà il ritorno all'attività in pista ed offrendo anche un quadro più ampio teso ad interpretare quanto possa cambiare lo scenario del motomondiale in futuro. Assieme a Grasini si è anche parlato della vicenda Iannone e della ritrovata competitività di Aprilia nei test svolti sulla moto 2020, che di è dimostrata un netto passo in avanti.

Il manager ha anche posto l'accento sulle difficoltà delle squadre in Moto2 e Moto3, le più deboli e quelle che forse richiedono maggiore tutela da parte di Dorna in questa fase, al fine di garantirne la sopravvivenza per il futuro. Gresini è d'accordo con l'ipotesi di disputare i GP a porte chiuse, anche se appare palese che l'idea non lo entusiasmi. 

"Quello che si vuole fare è cercare di correre, di poter fare le gare a tutti i costi - ha commentato Gresini - chiaro che sono tutte ipotesi in questo momento, ed è natirale che oggi si ragioni sempre sulle ipotesi peggiori. Fare gare senza pubblico, con paddock ristretto è una di queste, perché si deve contenere al massimo le difficoltà riguardo la pandemia. Questa è una ipotesi, ma non è l’unica. Sulle hospitality, e sul fatto che possano essere proibite, per me non è fattibile, sono indispensabili. Proprio per evitare che la gente del paddock giri e vada nei ristoranti ad esempio a mangiare correndo dei rischi. Si deve cercare di fare tutto nella propria hosputality, magari limitando gli spostamenti solo all’hotel".

C'è anche l'ipotesi di non far arrivare ospiti degli sponsor nel paddock ed in generale di evitare tutto il superfluo. 

"Potrebbe anche essere senza sponsor o magari con pochi. Dipenderà da quando inizieremo e a che grado di difficoltà saremo in quel momento. Più tardi inizi, più possibilità hai di aprire in modo normale tutte le attività. Tutti vorremmo utilizzare il paddock e la pista per gli ospiti. Magari in numero ridotto, ma almeno averli. Le ipotesi sono tante, ma sono solo questo al momento, ipotesi. Non abbiamo ancora una chiara idea di quello che si potrà fare".

Pensi che basterebbe la sola TV a garantire la sopravvivenza del sistema?

"Non è sufficiente. Ma questo è un modo per ricominciare l’attività ed è la prima cosa che dobbiamo fare. Gli sponsor sono una parte importante della vita di un team, ed è importante poter portare ospiti ai GP. Di certo se serve per ricominciare a fare le gare, ci rinunceremo, ma non è quello che vorremmo". 

Gresini: "La TV non basta alle squadre per sopravvivere"

Sei nel paddock da tanti anni, ma è la prima volta che ti trovi in una situazione del genere, come tutti. 

"Una situazione che non abbiamo mai vissuto ed è difficile dire come sarà dopo. Ci siamo resi conto che stare a casa è difficile, ci manca ciò che facciamo e amiamo. Io ho vissuto tutte le ere, quando correvo il paddock non era organizzato come oggi grazie a Dorna. Il livello adesso è alto e lo dobbiamo a loro. Nessuno si aspettava un disastro del genere e ci ha presi tutti impreparati. Non so come potrà essere tornare nel paddock, ma so sarà anche un tornare a sorridere. So anche che dovremo avere mille attenzioni in più".

Gresini: "la moto unica non ridurrebbe i costi"

Una delle ipotesi avanzate riguarda la moto unica. Cosa ne pensi?

"Non sono d’accordo sull'idea della moto unica, perché non si limiterebbero molto i costi. La moto di ricambio la devi avere lo stesso nel box, anche se smontata. Il costo vero è quello di produrre una moto. La seconda, la terza o la quarta costano poco in più. Si devono congelare altre cose importanti, si può lavorare sul personale magari. Ci sono tante cose che si possono fare e che tutti assieme dobbiamo studiare per risparmiare".

In questo scenario chi pensi che rischi di più per la propria sopravvivenza?

"Secondo me la Moto2 e la Moto3 sono quelle più a rischio. Magari si porrebbe limitare il numero delle squadre e Dorna potrebbe aumentare il contributo per ogni pilota. In futuro ci saranno meno sponsor, la situazione cambierà per la crisi economica. Il costo per sostenere Moto2 e Moto3 è minore, ma l’impegno è molto importante. Alcuni team potrebbero non sopravvivere". 

Gresini: "Dorna deve tutelare Moto2 e Moto3, altrimenti alcuni team non ci saranno più"

C'è l'ipotesi di correre due GP consecutivamente nello stesso Paese, come ad esempio Barcellona e Aragon oppure Mugello e Misano. Tu cosa ne pensi?

"L’idea di poter sfruttare due eventi in paesi vicini mi sembra molto intelligente. Spero poi che il mondiale si inizi a luglio, ma credo sia più verosimile attendere agosto, magari Austria o Brno. Dorna ha una serie di proposte che vengono anche dai team su cui lavorare. Le raccolgono e poi ci lavorano. Questa è sul tavolo, ma devono parlare con tutti, gli autodromi e gli organizzatori. Le idee sono tante, ma anche le problematiche da risolvere non sono poche". 

Gresini: "Iannone? Diciotto mesi sono una enormità per uno sportivo"

Passando ad altre vicende, come hai vissuto la sentenza su Andrea Iannone. 

"Andrea ha dimostrato la sua innocenza. E’ stato trovato positivo, ma non ha fatto nulla di proposito per sbagliare. Se vai a mangiare carne e questa è contaminata, non è colpa tua, c’è poco da fare. Sono rimasto sorpreso dalla sentenza. Un anno e mezzo mi pare tanto, pensando che c’è scritto nella sentenza che l’innocenza è riconosciuta. Diciotto mesi sono un’enormità per uno sportivo. La carriera sportiva di un pilota è limitata e credo che ci debba essere più giustizia o comunque regole diverse. Quello che ha fatto involontariamente non gli ha regalato un vantaggio tecnico, o fisico, come magari in altri sport. Mi aspetto il ricorso al TAS e spero che ad Andrea possa resa un po’ di giustizia". 

Gresini: "Aprilia è stata penalizzata per l'assenza di Iannone"

La sua vicenda ha anche strascichi che investono direttamente la tua squadra e Aprilia. 

"Andrea è un pilota di Aprilia, del Gresini Racing. Bisogna capire che tutti fanno sforzi enormi per avere un pilota come Andrea. Per preparare le moto, per rendere competitivo tutto il pacchetto. Aprilia è stata fortemente penalizzata per la mancanza di un pilota come Andrea in pista. Bisogna guardare a tutto l’impegno complessivo, ci sono investimenti enormi da parte di tutti. Credo che Aprilia con la RS-GP 2020 abbia fatto una moto eccezionale in poco tempo. Senza fare uno shakedown, siamo andati in Malesia al primo test e ci siamo resi conto subito che la moto è nata bene ed ha delle ottime performance. La base è già molto meglio della moto 2019, tutto il lavoro fatto è andato nella direzione giusta. Avere una moto nuova da tanti punti di vista, comporta un impegno molto grande per una Casa e dobbiamo pensare che lo sviluppo quasi non è iniziato perché ci siamo fermati subito. In Qatar abbiamo avuto la controprova che la moto va bene, l’ha detto anche Savadori che ci ha fatto pochi giri ma ha riconosciuto chiaramente che la moto 2020 è meglio della 2019. In realtà siamo chiusi, si può fare poco per sviluppare. La mancanza di Iannone nei test, non ha aiutato".

Gresini: "Una wild card con Savadori nel 2020? Non da escludere"

Secondo te è plausibile immaginare una wild card di Savadori nel 2020?

"Lorenzo in questa fase ha fatto un accordo con Aprilia per fare il secondo test rider. Ovviamente in Aprilia hanno un ottimo rapporto con lui, ha vinto qualche gara nel CIV con la SBK nel 2019, dimostrando di avere tanto talento. In Malesia ha fatto dei test con la RS-GP 2019 per fargli fare una esperienza, fargli conoscere le gomme e la moto. Ma poi ha provato anche la 2020. Se le cose vanno bene, l’ipotesi della wild card non è da escludere, ma questo stop forzato ovviamente ci porterà a cambiare tante cose. Difficile fare programmi oggi con Savadori. E’ uno di famiglia sia per Aprilia che per Gresini Racing. Gli piacerebbe fare la SBK, ma sono certo che se gli chiedessi di scegliere tra SBK e MotoGP lui sceglierebbe la MotoGP".

Gresini: "Dopo aver vinto il mio secondo titolo avrei voluto la 250"

Oggi sei un manager affermato, ma hai un passato glorioso da pilota. Hai qualche rimpianto sulla tua carriera?

"Avrei voluto fare la 250, dopo aver vinto il mio secondo mondiale nel 1987. La Garelli mi chiese di fare un anno in più con loro in 125 con il monocilindrico. All’epoca si facevano contratti di un anno. Io accettai questa nuova sfida, ma non mi piaceva il mono. Dopo il disastro del 1988 dove non feci nulla di buono perché la moto non funzionava ed in alcune gare sono rimasto fuori dai tempi di qualifica, venni additato per quello che non si stava impegnando ed i miei rapporti con Garelli finirono. Quella è stata la mia difficoltà mi spiace perché sono certo che in 250 sarei stato veloce. Mi piacerebbe correre oggi? Si! Ma non rinnego niente del passato".

Tu correvi in un'epoca in cui alcuni piloti restavano anche tutta la carriera in 125 o 250. Perché oggi sembra che solo la MotoGP sia importante?

"Alla mia epoca chi faceva le categoria piccole ci restava molto tempo. All’epoca si facevano poche gare, oggi 14 gare sembrano poche. Prima era la norma frane anche meno di 10. C’era chi faceva il 125 poi passava in 250 e ci restava anni. Pochi sono passati in 500 passando dal ‘basso’, alcuni sono stati Cadalora, Capirossi, Rossi. Oggi un pilota Moto3 deve passare subito in Moto2 per coltivare l’ambizione di passare quanto prima in MotoGP. Prima i piloti potevano specializzarsi in una categoria e restarci per tutta la carriera".


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