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MotoGP, Capirossi: Rossi? Cambieremo le regole per farlo correre dopo i 50 anni

"Scherzo, ma non credo vorrà mai smettere. Grazie ad una squalifica ho conosciuto mia moglie. La Ducati GP3 ti cuoceva vivo ma che emozione vincere a Barcellona"

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L’ospite perfetto per la live odierna di GPOne non poteva che essere uno solo. Parliamo di Loris Capirossi, che spegne oggi 47 candeline: Capirex si è raccontato a Paolo Scalera, Matteo Aglio e Carlo Pernat con la leggerezza e la simpatia che lo contraddistinguono, e come prima cosa ha mostrato il suo cimelio più prezioso, ossia la Desmosedici GP3 che domina il salotto della sua abitazione. “Questa moto mi cuoceva vivo – racconta Loris ammirandola – tanto che una volta al Mugello ebbi un’ustione di terzo grado alla gamba”.

Cosa ricordi di quella prima storica vittoria Ducati del 2003 a Barcellona?

“Ho un ricordo bellissimo di quella giornata. Ducati rientrava nel mondiale dopo tanti anni e nei test ero stato il più veloce: nella prima parte di gara tutti avevamo conservato le gomme visto il grande caldo, poi Vale andò lungo per evitarmi e fu una vittoria davvero incredibile”.

Quella moto fu un vero laboratorio ed alcuni test non furono proprio positivi, come per esempio quello dell’ “Abbassatore”.

“Filippo Preziosi ha sempre avuto idee particolari. Provai quel sistema al Mugello: quando chiudevi il gas e sfioravi il freno si chiudeva l’ammortizzatore posteriore, la moto si abbassava e facevi delle frenate incredibili, ma era davvero rischioso perché praticamente inchiodavi. Un altro esperimento ci fu a Jerez nel 2005, quando provai un motore che si spegneva quando chiudevo il gas, per poi riaccendersi quando riprendevo l’acceleratore. Una specie di start and stop che su una MotoGP non rendeva proprio”.

Che differenza c’è tra la moto con cui vincesti a Barcellona nel 2003 e le attuali MotoGP?

“La prima differenza riguarda i cavalli, ci sono circa 50 cavalli di differenza a favore delle attuali. Con la moto che ho in casa ho fatto i 350 orari ma era difficile da governare, era molto meglio di una due tempi ma più simile a quella rispetto ad una MotoGP attuale”.

Qual è la moto che più ti è piaciuta tra tutte quelle che hai guidato?

“Difficile fare dei paragoni. Posso dire però che le MotoGP attuali regalano davvero un’adrenalina incredibile, nel complesso sono facili da guidare, ovviamente andando piano. Ricordo che quando provai la Ducati al Mugello Dovizioso mi disse “Scommettiamo che il dosso del rettilineo non lo fai a gas pieno nei primi giri?”, ed io pur di averla vinta non ho chiuso il gas nemmeno al primo giro. Sono arrivato in fondo al rettilineo a 360 all’ora, e sono anche riuscito a fermarmi (ride ndr). Tra l’altro alla fine dell’anno scorso ho comprato una MotoGP nuova, ed appena sarà finto tutto questo ci andrò a girare”.

A livello sentimentale quale ti è rimasta nel cuore?

“La 500 due tempi direi, era difficile da guidare ma quando trovavi l’assetto giusto ti regalava delle soddisfazioni enormi”.

Hai guidato quella moto in mezzo alle MotoGP, come è stato?

“E’ stato un po’ frustrante ma mi sono divertito: sono riuscito a raccogliere due podi nonostante incassassi 30 chilometri sul dritto un po’ da tutti”.

Molti dicono che i piloti attuali non riuscirebbero a guidare le 500 dell’epoca. Che ne pensi?

“E’ un mito da sfatare perché un campione attuale sarebbe veloce anche con una 500, magari ci vorrebbe un po’ più di tempo per adattarsi. Forse con la MotoGP attuale tutti i piloti sono più vicini, ma i più forti fanno sempre la differenza”.

A proposito dei piloti del presente, cosa puoi raccontare degli attuali piloti MotoGP?

“Il livello attuale della MotoGP è davvero alto, fanno paura. C’è un bel rapporto umano in generale, sono tutti bravi ragazzi che ragionano e capiscono i problemi. Il fatto che in mezzo a loro ci sia un pilota esperto come Valentino è un bene per il campionato: attualmente il limite d’età per correre in MotoGP è 50 anni, ma per lui potremmo alzarlo perché non credo voglia smettere (ride ndr)”.

Passato e presente - "Che duelli con Romboni e Biaggi, Dorna aiuterà tutti i team che avranno bisogno"

Torniamo al tuo passato. Chi è stato il pilota più forte che hai visto? Chi il rivale più duro? Chi il compagno migliore?

“Ho vissuto tre ere diciamo, ed ho incontrato tanti campioni. Della mia epoca ricordo soprattutto Vale, Romboni e Biaggi, poi ho anche avuto modo di confrontarmi con Stoner, che è stato capace di vincere il mondiale con la mia stessa moto. Con Romboni e Max ho davvero battagliato tanto: con quest’ultimo il rapporto è migliorato tanto nel corso degli anni, ora ci mandiamo tante foto delle gare passate che o io o lui abbiamo vinto. Miglior compagno direi Fausto Gresini, ho imparato tanto da lui e mi ha davvero aiutato. Era difficile essere più veloce di lui e quando ci riuscivo quasi mi dispiaceva,  è stato davvero importante per me come compagno”.

Altri due piloti importanti nella tua storia sono senza dubbio Lucchi e Harada.

“Assolutamente. Per un contatto con Lucchi al Mugello venni ingiustamente squalificato, e tornato a casa fui portato quasi a forza da un amico ad una festa dove conobbi la mia futura moglie. Per quanto riguarda Harada mi state rompendo le palle da 22 anni con quel sorpasso (ride ndr), ma ad ogni modo vuol dire che in qualche modo ho lasciato il segno nella storia”.

Per quanto riguarda i team, merita probabilmente una menzione il team Pileri (Francesco Pileri è intervenuto telefonicamente durante la live ndr).

“Il team Pileri è stato fondamentale nella mia crescita, Paolo e Francesco Pileri mi hanno aiutato tanto a crescere ed a diventare un pilota. La moto con cui ho vinto il primo titolo l’ha praticamente disegnata Paolo, era un mago sotto questo punto di vista”.

Una volta vissuto tutte queste avventure hai smesso. Mai pensato alla SBK?

 “Quando ho deciso di smettere ero sicuro di farlo, mentre qualche anno prima il mio manager (Carlo Pernat ndr) firmò per conto mio un contratto con Ducati per la SBK senza dirmelo (ride ndr). Tra l’altro la cosa successe anche in un’altra occasione: nel 2002 mi ruppi un polso ad Assen, e mentre stavo recuperando io e Carlo andammo in Giappone da Kawasaki per parlare. Nel reparto corse c’era una MotoGP e ci offrirono una cifra davvero alta, ma stavamo parlando anche con Ducati che io reputavo più competitiva, mentre Carlo firmò per me il contratto con Kawasaki (ride ndr)”.

Ne avete passate tante insieme tu e Carlo Pernat non c’è dubbio.

“Io e lui siamo uomini di altri tempi, per i quali una stretta di mano vale più di un contratto. Io e Carlo abbiamo lavorato tanto tempo insieme e lui non ha mai lavorato a percentuale, bastava una cena per accordarsi su tutto”.

Ad ogni modo ora vesti i panni del responsabile della sicurezza Dorna. Sai dirci le ultime novità riguardo ad una possibile partenza del campionato?

“Attualmente è impossibile stabilire una data, ed in questo momento lo sport passa in secondo piano. Se riuscissimo ad iniziare a luglio o agosto sarei soddisfatto: se partissimo a luglio potremmo fare più di dieci gare, in caso contrario sarà dura. Noi dal canto nostro siamo pronti a partire ma occorre aspettare, ovviamente terremo le piste più “Calde” per i mesi più freddi”.

Vi saranno aiuti economici anche per le squadre di Moto2 e Moto3?

“Noi teniamo a tutte le squadre, quindi ci saranno aiuti anche per le squadre minori. Molte squadre non stanno pagando i meccanici in questo momento, quindi dobbiamo aiutarli nella maniera migliore possibile. Ovviamente anche Dorna non sta incassando ed i fondi non sono infiniti, quindi aiuterà in base alle proprie possibilità”.

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