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Moto2, Baldassarri: "Nella VR46 non c'era più spazio per me, ho rischiato"

"Avevo bisogno di una svolta, ne ho parlato con Valentino e mi ha capito. L'anno scorso si erano sommate tante difficoltà e non avevo retto, ora sono più maturo"

Moto2: Baldassarri: "Nella VR46 non c'era più spazio per me, ho rischiato"

Il 2019 sembrava essere il suo anno. Nelle prime 4 gare dominò, 3 vittorie e il ruolo di favorito per il titolo conquistato sul campo. La storia però andò diversamente, qualcosa di inceppò e non riuscì neanche più a salire sul podio.

La storia di Lorenzo Baldassarri non ha avuto un lieto fine, ma lo scorso anno gli è servito per riflettere su di sé e capire come ripartire. Lo ha fatto lasciando la VR46 Riders Academy, decidendo di scegliere un’altra strada e, per ora, sembra avere avuto ragione. Il 2° posto nella prima gara in Qatar era quello che ci voleva per acquistare fiducia e tornare a pensare in grande.

Lorenzo, ti aspettavi un inizio così buono?

Mi ha sorpreso un po’ quella gara, non tanto per essere stato competitivo, ma perché c’è stata una bella lotta e non mi aspettavo di iniziare subito nella bagarre. Dopo i test invernali, sapevo di essere veloce ma non mi aspettavo di lottare per la vittoria”.

Invece c’è mancato poco.

Praticamente niente, anche perché non ho avuto problemi con le gomme, a differenza di altri piloti. Nagashima ne aveva di più, avrei potuto provare a non farlo scappare, ma con Enea ci siamo dati fastidio nel punto clou della pista, nell’ultimo settore, dove se hai un riferimento riesci a recuperare nelle curve veloci. Comunque Nagashima ha fatto due giri di fuoco, non se sarei riuscito a contrattaccarlo, ma ci avrei provato”.

Ti è dispiaciuto?

È stato comunque un bell’inizio, con una squadra di tecnici tutta nuova. Ci sono state parecchie novità. Ogni componente della mia squadra è diversa, anche se non, per mia volontà. Alcuni hanno ricevuto offerte da altri team, altri sono andati via per altri motivi, quindi da chi si occupa delle gomme al capotecnico è tutto nuovo. I test invernali sono serviti anche per conoscerci e prendere le misure fra noi, abbiamo fatto un buon lavoro e trovato una base solida.

"Il mio percorso nella VR46 era terminato, non vedevo il mio futuro in quel gruppo"

Hai però anche deciso di lasciare la VR46 Riders Academy, perché?

Avevo bisogno di una svolta, lo scorso anno, dopo un inizio di stagione alla grande ho iniziato a guardarmi intorno e mi sono accorto che mi mancava qualcosa. Quanto tutto andava bene non c’erano problemi, ma quando sono arrivate le prime difficoltà ho capito di avere bisogno di qualcos’altro. Non vedevo il mio futuro all’interno della VR46, mi avevano dato tanto ma il mio percorso con loro era terminato”.

Quindi cosa hai fatto?

In quel periodo scadeva il mio contratto con la VR46 ed entro giugno doveva dare una risposta. Ho  pensato che non ci fosse più spazio per me e ne ho parlato con Valentino”.

È stato un addio difficile?

Prima di andarmene ho parlato con Vale e con le altre persone della VR46, sono stato chiaro con loro. Mi hanno lasciato fare la mia scelta, mi hanno detto che avrebbero capito, non ci sono stati litigi”.

"Dovevo fare un passo in avanti, non solo in pista, e mettermi in gioco in prima persona"

Volevi sentirti al centro di un un progetto?

Sì, perché sentivo che eravamo in molti e che per me non c’era spazio. Ho capito che dovevo fare un passo in avanti, oltre che in pista anche fuori. Ho preferito prendermi un rischio e mettermi in gioco da solo”.

La VR46 è una struttura che dà molto, è stato difficile andarsene?

Non è stato facile, a rendermi le cose più semplici sono stati supporto con la mia famiglia e Simone Battistella, il mio attuale manager. Lo avevo conosciuto prima di entrare nell’Academy, avevamo parlato di lavorare insieme, ma poi non se ne era fatto più niente perché era nato il progetto della VR46 e lo avevo colto al volo”.

Hai rimpianti?

No, rifarei tutto. Però sono molto curioso di vedere quali saranno i frutti di questi cambiamenti durante l’anno”.

"L'anno scorso si erano sommate tante difficoltà ed ero scoppiato"

Nella scorsa stagione avevi vinto 3 delle prime 4 gare, poi cosa era successo?

Un insieme di cose che si erano sommate e non ero riuscito a reggere, ero scoppiato. Innanzitutto ero caduto a Le Mans facendomi male, poi c’erano i dubbi sul lasciare o no l’Academy e infine l’introduzione della nuova gomma a Jerez, quindi erano cambiate tante cose anche dal punto di vista tecnico. In Spagna riuscii a vincere, ma in quel fine settimana avevo capito che sarebbero cambiate delle cose. Avevo vinto, ma ero caduto due volte e, nonostante quella pista mi piaccia moto, avevo fatto una gran fatica ed ero stato anche un po’ fortunato. Poi sono arrivate le difficoltà”.

Si dice che dalle difficoltà di impari.

È stata una gran lezione. Mi ha dato molto sia dal punto di vista sportivo che da quello personale. Mi sento più maturo, o almeno lo spero (ride)”.

Non è stata la prima volta in cui hai dovuto superare degli ostacoli in carriera. Avevi dovuto abbandonare presto la Moto3 per la tua stazza.

Da un anno all’altro ero cresciuto più di 10 centimetri e avevo preso 10 chili, ero diventato una bestia, la moto non andava più! (ride) Ho avuto molti alti e bassi e il mio obiettivo è quello di trovare una costanza. Mi pongo sempre degli obiettivi, sia nello sport che nella vita di tutti i giorni e cerco di dare il massimo per raggiungerli”.

Qual è quello per questa stagione?

Gara dopo gara vorrei essere costantemente fra i migliori e non aggiungo altro. È quello che mi è mancato in passato, la velocità c’era, ma per una cosa o per un’altra non sono mai riuscito a essere costante”.

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