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MotoGP, Gresini: "La crisi coronavirus più grave di quella finanziaria 2008"

"È come se fossimo su un'auto che consuma benzina ma resta ferma. Prima di fare programmi bisogna capire quando e come ripartiremo"

MotoGP: Gresini:

Il motomondiale è chiuso per coronavirus. Già tre Gran Premi sono stati rimandati e non c’è la certezza che ad aprile si potrà correre a Jerez. In questi momenti tutti si chiedono cosa succederà e quando si ripartirà, non solo i tifosi ma anche chi lavora nel paddock e deve fare i conti con questa crisi sanitaria. Per il team Gresini (struttura presente in tutte le categorie, dalla Moto3 alla MotoGP, passando per Moto2 e Moto3) lavorano circa 70 persone e Fausto Gresini sta facendo il possibile per gestire una situazione molto difficile.

Se tutti faremo la nostra parte riusciremo a ripartire” ci dice ottimista.

Come si vive in questi giorni?

C’è un clima di incertezza, stiamo lavorando per capire come muoverci in futuro, ma è un caos, tutti i programmi sono cambiati. Bisogna essere capaci di riflettere e reagire in maniera corretta”.

L’ultimo appuntamento in pista sono stati i test MotoE a Jerez.

Abbiamo lavorato per fare rientrare il team, eravamo in contatto con la Farnesina per cercare di farli arrivare a Roma, oppure in Germania, non è stato semplice. Abbiamo anche cercato di fare i test programmati con Aprilia a Jerez, ma non ci siamo riusciti nonostante abbiamo cercato la soluzione per giorni. In questo momento bisogna essere cauti e prendere tempo per riorganizzarsi”.

Quando inizierà il campionato?

Tutti vogliamo correre e lo faremo, bisogna solo aspettare che la situazione di normalizzi e intanto tenere i nervi saldi. Ho visto cosa è successo alla Formula 1, con l’annullamento del GP in Australia, e secondo me Dorna si è mossa bene. Ho parlato con Ezpeleta solo due giorni fa, ci tengono aggiornati, ma bisogna ancora capire quando e come ripartiremo, se alle gare ci sarà o no il pubblico”.

Un Gran Premio a porte chiuse sarebbe un problema per gli sponsor?

Sì, li creerebbe perché non ci potrebbero essere ospiti, quindi significherebbe cancellare parte dei programmi che ogni team ha nel fine settimana. Se succedesse, bisognerebbe capire cosa fare”.

Questa sospensione del campionato ha causato problemi con gli sponsor?

Fino a oggi nessuno lo ha sollevato, ma mi aspetto che possa accadere. Abbiamo vissuto la crisi economica del 2008, so di cosa sto parlando, e penso che questa volta possa essere peggio.

Come sta cambiando il lavoro del team?

Una squadra sportiva è a tutti gli effetti un’azienda. Stiamo continuando a lavorare, siamo aperti, ma a mezzo servizio. Uffici e reparto corse sono tenuti separati, ci sono le persone che si occupano dell’amministrazione ma abbiamo ridotto al minimo il personale”.

Riesci a pensare a una stagione con meno gare?

Fino a oggi, a parte il Gran Premio del Qatar per la MotoGP, non ne sono state cancellate ma bisogna aspettare. Finché non avremo un quadro generale delle cose, finché non sapremo che si potrà ripartire, è difficile fare programmi. Oggi possiamo solo attendere, tutti sono determinati a volere fare il campionato, ma serve un piano certo prima di muoversi”.

Tutti i programmi sono cancellati?

Avevamo in programma dei test in Italia, delle sessioni al banco prove, ma è tutto sospeso. È come essere su un’auto accesa, che consuma benzina ma non si muove, in corsa in autostrada. Siamo in ritardo e sappiamo che arriveremo in ritardo, ma ce la faremo. Prima deve essere arginato il problema e poi fare un programma che possa essere rispettato.

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