Tre terzi posti in tre gare. È questo il bilancio del primo weekend tra le derivate di serie per Scott Redding, che sorride valutando quanto ottenuto e quanto appreso nella tre giorni di Phillip Island.
“Sono soddisfatto di quanto ottenuto. Il mio problema principale è stata la gomma anteriore - spiega - che ho cercato di gestire sia nella Superpole Race che in Gara2 facendo anche linee diverse , ma purtroppo non è bastato per raccogliere di più. Il team ha lavorato molto bene e non mi ha messo pressione, ho un paio di aree in cui posso migliorare, ma essere arrivato a pochi decimi dalla vittoria nel mio primo weekend in Superbike è positivo”.
Concentrandosi su Gara2 l’inglese racconta la sua visione, e dimostra di avere già lungimiranza.
“E’ stata una gara di gruppo perché tutti volevano conservare le gomme: il ritmo era sostenibile ma occorreva restare calmi, ho maturato tanta esperienza giro dopo giro in quella situazione di stress. Del resto la stagione è lunga ed ho dovuto pensare al raccogliere il maggior numero di punti per il campionato, e sono contento dei risultati raccolti. Quando Toprak ha avuto il problema tecnico ho perso il contatto dalle Kawasaki, ed ho iniziato a ragionare”.
A proposito di lungimiranza, Scott sottolinea il valore della costanza.
“La costanza è la chiave per raggiungere certi risultati, Rea è costante e si può imparare da lui. Nel weekend avrei potuto forse prendere qualche rischio, ma nonostante tutto sono andato molto vicino a vincere in più di un’occasione. Molti dubitavano di me l’anno scorso ma credo che anche in questo weekend abbia mostrato il mio valore, e voglio fare lo stesso in Qatar”.
Non sono mancati ad ogni modo i sorpassi ed i contatti, cose che Redding apprezza apertamente.
“Le battaglie sono state intense ed ogni tanto hanno colpito anche me. Toprak per esempio sorpassa in maniera particolare e se non stai attento puoi perdere tanto tempo nella lotta, lo stesso con Bautista che a differenza mia era molto sicuro sull’anteriore. Certamente da fuori è bello, ma lo è anche per i piloti”.
In conclusione il portacolori Ducati tesse le lodi dei suoi avversari, promettendogli però giustamente battaglia.
“Mi ha colpito l’intelligenza dei piloti. Nel BSB molti non hanno esperienza nel gestire la corsa e questo mi ha spesso aiutato a controllare la gara, mentre qui lo fanno anche tutti gli altri e cercare di stare un passo avanti a loro non è facile, specie se parliamo di un pilota più volte campione del mondo. Non mi resta che studiare i miei rivali e capirli, così come devo capire le gomme, per essere sempre più pronto”.