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SBK, Razgatlıoglu: "La Ducati un missile in rettilineo? Non è un problema"

"Basta guardare come è andata nel 2019 tra Rea e Bautista, si vince con altro". Van Der Mark: "Mi sto annoiando, sono pronto e voglio correre! Può essere l'anno buono? Deve esserlo"

SBK: Razgatlıoglu: "La Ducati un missile in rettilineo? Non è un problema"

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La Yamaha ha confermato al termine della prima giornata di libere a Phillip Island di essere pronta a sfidare ad armi pari Ducati e Kawasaki nel 2020. Toprak Razgatlıoglu e Michael Van Der Mark hanno chiuso il venerdì in Australia rispettivamente al secondo e terzo posto della classifica di giornata, battuti entrambi solo da Scott Redding. 

La R1 ha senza dubbio giovato della evoluzione ricevuta grazie all'omologazione del modello 2020 e il passo in avanti dal punto di vista delle prestazioni sembra evidente. In particolare è il turco Razgatlıoglu ad impressionare ad ogni uscita in pista, perché con il suo stile aggressivo regala spettacolo vero ed osservando il cronometro non sembra affatto penalizzarlo in alcun modo. 

"Ho spinto molto nel mio giro ed è andata bene - ha commentato Razgatlıoglu - ma penso che ci sia ancora qualche problema perché la moto scivola molto ed in modo aggressivo. Il mio grande problema è che al momento non sento molto bene la guidabilità della moto, ma domani proveremo a fare un grosso cambiamento. Adesso siamo a posto, ma so che possiamo fare in modo che la moto curvi molto meglio. Oggi abbiamo provato un assetto completamente diverso ed anche delle gomme diverse da quelle con cui mi trovo bene, ma le soluzioni standard funzionano molto meglio e domani torneremo a quelle. Per il resto è tutto ok, ho ottime sensazioni sulla moto. Come ho detto, vorrei solo un po’ di guidabilità in più".

La R1 è cresciuta, ma in fondo al rettilineo non sei mai tra i più veloci, può essere un problema in vista della gara?

"Le Ducati sono molto veloci in rettilineo, ma non è un problema troppo grosso. Si vince con altre cose. Basta guardare cosa successe l’anno scorso tra Rea e Bautista". 

Osservando la tua guidi, si vede che fai derapare moltissimo la moto. Dipende da come apri il gas? Magari sei troppo violento?

"Non dipende da come utilizzo il gas. Nel pomeriggio abbiamo semplicemente fatto qualche esperimento portando anche molto avanti le gomme con il consumo. Il grip non è malvagio quando le gomme hanno parecchi giri addosso, ma vedremo come stanno le cose solo in gara. Penso che potrebbe essere importante non spingere da subito in gara e poi aumentare il ritmo dopo qualche giro. Penso che la gomma standard sia la migliore, ma voglio vedere come stanno le cose in pista domani mattina".

Sei velocissimo nei primi due settori, mentre fatichi di più nel terzo. Dipende dall'assetto della moto oppure non ti trovi bene in quella zona della pista?

"Si, il motivo per cui non sono veloce nel terzo settore come lo sono nei primi due è proprio collegato a questa piccola mancanza di guidabilità di cui ho parlato prima. Ho difficoltà ad affrontare le curve 8 e 9, ed anche nell’ultima curva ho qualche problemino con l’assetto usato oggi. A volte oggi ho sentito anche molte vibrazioni con l’anteriore e questo mi ha frenato. Domani proveremo qualcosa di molto diverso e so che le mie sensazioni miglioreranno". 

Nel 2019 avevi qualche problema con le gomme da qualifica, pensi di aver fatto un passo in avanti con questa moto?

"Non so se sarà più facile sfruttare le gomme da qualifica con questa Yamaha rispetto a quanto non fosse con la Kawasaki. Ho provato nei test di Portimao e sembra che le cose con la R1 siamo più facili per me con quelle gomme. Le sensazioni sono decisamente migliori, e dopo due anni sarebbe bello riuscire a fare dei giri davvero buoni con le gomme da qualifica. Vediamo domani come andrà. Questa pista è diversa rispetto a Portimao, quindi voglio provare prima di parlare". 

Alle spalle di Toprak Razgatlıoglu ha chiuso la giornata il suo compagno di squadra Michael Van Der Mark, che conosce molto meglio la R1 e che con l'arrivo in squadra di questo nuovo e velocissimo compagno di squadra avrà un riferimento forse ancora più difficile con cui confrontarsi rispetto ad Alex Lowes, il pilota con cui ha diviso il box fino alla scorsa stagione in Yamaha. 

"Sono annoiato, voglio correre - ha dichiarato ridendo Van Der Mark - penso che tutti vogliano correre. Certo, anche a me piacerebbe migliorare ancora un po’ il ritmo, ma credo che possiamo farcela. Diciamo che migliorare un pelo sarebbe il massimo, ma se dovessimo correre adesso, penso che saremmo pronti per farlo". 

Come il tuo compagno Razgatlıoglu, anche tu sei apparso piuttosto lento in fondo al rettilineo. Questa R1 ha meno potenza?

"E’ sempre difficile commentare le velocità massime in fondo al rettilineo, perché dipende tutto da come si prende l’ultima curva ed anche da come imposti la prima, frenando prima o dopo. Magari la mia velocità massima potrà sembrare non il massimo ma questo è quel tipo di pista su cui puoi vincere anche se hai la moto più lenta". 

Sembra palese che la R1 2020 sia un passo in avanti netto. E' l'anno buono?

"Sembra che siamo migliorati molto rispetto all’anno scorso in effetti. Nel 2019 solo in gara 2 sono riuscito a fare un passo in avanti qui, mentre prima ero in netta difficoltà. Quest’anno siamo molto più forti e può essere tutta un’altra storia. Almeno dovrebbe esserlo. Diciamo, che deve esserlo".

Come mai sei molto forte nel primo settore mentre fatichi parecchio nel secondo?

"Non mi piacciono le staccate esagerate, per questo sono forte nel primo settore. Loris invece frena forte ed è molto veloce nel secondo settore. Scott magari ha gli stessi problemi che ho io, non lo so! Se guardi solo la classifica sulla carta, il mio ultimo settore sembra non essere il massimo, ma quando ho fatto il mio giro più veloce ho perso anche qualcosa in pista nell’ultima curva, per cui non sono realmente preoccupato che quel settore della pista possa essere un vero problema o un punto debole per me. Ognuno qui ha il proprio punto preferito qui a Phillip Island e per me è il primo settore".

Audio raccolto da Riccardo Guglielmetti

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