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Rea risponde ad Ezpeleta: "la SBK è umana, la MotoGP business"

ESCLUSIVA - “Non siamo la serie B: qui puoi essere una persona prima che un personaggio. Il mio compagno di squadra ideale? Marc Marquez”

SBK: Rea risponde ad Ezpeleta: "la SBK è umana, la MotoGP business"

“Are you the man? I hope so!”. È un Johnny Rea sereno e spensierato quello che si racconta in esclusiva a meno di 24 ore dal via del Mondiale Superbike. Dal suo volto trapela infatti grande sicurezza e ottimismo, nonostante ogni anno sia diverso da quello precedente. I favori del pronostico sono tutti dalla sua parte, ma lui preferisce non pensarci più di tanto a questo, mantenendo la mente focalizzata su se stesso.

Già, perché da domani si inizierà a fare sul serio e il Cannibale non ha la minima intenzione di pensare ai pronostici. La sua testa è infatti indirizzata sulla Kawasaki, che considera una parte di sé e con cui cercherà di scrivere una nuova storia nelle derivate. Ci sono le moto, la pista, ma anche un futuro che lo attende, con la consapevolezza che non è ancora tempo di appendere il casco al chiodo.

Ma ancora primo, un campionato da difendere anche dal punto di vista dell'immagine, perché a Rea le parole di Carmelo Ezpeleta, Ceo di Dorna, che lo ha definito la serie B del motociclismo, non sono andate giù.

Johnny hai letto la recente intervista che ci ha rilasciato Ezpeleta, in cui dice che Kawasaki ha richiesto una wildcard in MotoGP?

“Si, l’ho letta. Riguardo quella cosa non posso parlare. È meglio che senti Guim (team manager Kawasaki). L’unica cosa che posso dire è che sono rimasto triste nel leggere quelle parole di Ezpeleta, è stato strano. Io sono anni che corro in Superbike e questo non è un Campionato di Serie B, non è rispettosa questa cosa”.

Come ti vedresti a correre in MotoGP?

“Ho avuto l’opportunità di correre in MotoGP con una delle migliori moto e sono stato fortunato. Ma a parte ciò non ho mai ricevuto un’offerta seria per correre con una squadra. Io sono felice della mia carriera e dei mie titoli vinti, anche se non ho mai ricevuto una  proposta contrattuale in MotoGP, ma solo parole. A 33 anni non credo che andrò in MotoGP, anche perché è troppo tardi. Avrei bisogno di tempo per imparare e confrontarmi con gli altri. Guardate solo quello che sta facendo Marquez, oppure Quartararo”.

Nessun rimpianto quindi?

“Assolutamente no. La Superbike è umana, avvicina la gente ai piloti. Qua puoi essere una persona prima che un personaggio sportivo. La MotoGP è un grande show, un business”.

Pensa a un pilota con cui avresti voluto condividere il box.

Direi Marquez, perché averlo vicino mi consentirebbe di capire come fa ad essere così veloce. È un talento ed è un pilota straordinario. Ho ottima considerazione di lui, sia come pilota che come persona”.

Ma è vero che vuoi ritirarti?

“Non ho assolutamente idea di ritirarmi e non capisco da dove sia saltata fuori questa voce. Magari è stato un semplice errore di traduzione in un articolo da parte di qualche giornalista. Io sono felice di correre e in questo momento ribadisco che non ho idea di appendere il casco al chiodo. Amo le moto e voglio continuare, dato che sono felice di fare questo lavoro”.

La nuova stagione è alle porte.

Ormai ci siamo. Quando arrivi a Phillip Island è sempre speciale, dato che siamo in Australia e le pista è spettacolare. Inoltre questa è la prima gara della stagione e di conseguenza c’è sempre tanta attesa. Arrivo con il morale alto, consapevole di poter essere competitivo e disputare un bel fine settimana”.

Nei test hai fatto vedere di essere il favorito.

“Conta essere davanti nel weekend (sorride). Nei test siamo riusciti a svolgere quel tipo di lavoro che volevo, ma poi dobbiamo confermare il tutto da venerdì”.

Johnny, da Phillip Island parte la corsa al sesto titolo.  

“Quello è il piano. So che non sarà semplice, dato che ogni stagione è diversa rispetto a quella precedente. Inoltre abbiamo alcune novità sulla moto che dovremo valutare accuratamente, senza dimenticarci del fatto che il Mondiale sia lungo e impegnativo”.

Secondo un’analisi delle scorse settimane, pare più facile battere Marquez che Rea. Negli ultimi cinque anni hai commesso un solo errore. Per un rivale dovrebbe essere frustrante lottare contro di te?

“Apprezzo questa cosa, ma Rea è un pilota battibile. Lo ha fatto Alvaro, così come Chaz. Lo scorso anno ho imparato la più grande lezione di sempre, ovvero accettare di essere battuto. Ho dovuto cambiare il mio approccio, facendo della costanza il mio punto di forza. Poi da Donington ho spinto al massimo arrivando alla vittoria del Mondiale”.

Quest’anno pare che la concorrenza aumenti. Pensi sia proprio così?

“A febbraio ci sono sempre tanti contendenti e tanti stimoli da parte di ogni pilota, poi dopo cinque gare capisci meglio quella che è l’attuale situazione. La cosa che posso dire è che sono semplicemente concentrato su me stesso, anche perché qua conta essere costante e devi esserlo in ogni weekend”.

Tu solitamente sei sempre sul podio.

“È vero, però a volte le cose possono cambiare. La Ducati ha una moto competitiva, la Yamaha una R1 nuovo e la Honda la CBR di ultima evoluzione”.

Tra i piloti ai blocchi di partenza compare Redding. Cosa pensi di Scott? Lui ha detto che è nato per combattere.

“È un ragazzo talentuoso con una grande carriera alle spalle e tutto ciò è evidente. Forse non ha avuto la migliore opportunità in MotoGP, ma ha saputo prendere una decisione importante come quella di andare a correre nel BSB. Ora ha una grande occasione per lottare con i migliori in Superbike”.

Cosa pensi di Scott? Lui ha detto che è nato per combattere.

“Ci sono 5-6 piloti che possono vincere, ma alla fine ci riesce solo uno. Che dire di Scott. Siamo due persone diverse, lui ama parlare molto, mentre io non più di tanto. Questo è il suo modo, ma ha un bel carattere ed è simpatico, anche se il mio approccio è diverso”.

Facciamo un gioco: definisci in una parola Redding, Razgatlioglu e Bautista.

Toprak è talentuoso, Scott carismatico, mentre su Alvaro non saprei cosa dire. Al momento non mi viene una parola. Ci penso e la dico alla fine”.

Cosa pensi della situazione in cui si è ritrovato Bautista?

“Come ho già detto in settimana Alvaro è un pilota intelligente e veloce. Credo che il problema sia dovuto al fatto di adattarsi a una moto che presenta un motore diverso rispetto a quella precedente. Leon ha più esperienza e sta riuscendo a essere veloce”

Ultima battuta: chi vince a Phillip Island?

“Non posso dirtelo (sorride)”.

 

  

 


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