Tu sei qui

Ezpeleta: "Kawasaki voleva una wild card in MotoGP per la Superbike"

ESCLUSIVO, INTERVISTA 1ª PARTE - Il boss di Dorna: "Ho detto di no, il gioco era chiaro. La SBK è la serie B del motociclismo ma non significa che non lavoriamo per migliorarla"

MotoGP: Ezpeleta: "Kawasaki voleva una wild card in MotoGP per la Superbike"

Share


Carmelo Ezpeleta è descritto come il padre padrone della MotoGP, l’uomo che l’ha traghettata nel nuovo millennio. Il Ceo di Dorna è l’uomo al timone del motociclismo, tirando le fila anche della SBK. Lo abbiamo incontrato in Svizzera, nella sede della Federazione Motociclistica Internazionale.

Quale posto migliore per chiedergli quale sarà il futuro del motomondiale a pochi giorni dagli ultimi test dell’anno a Losail?

Penso sempre che la nuova stagione debba andare meglio di quella precedente - sorride Ezpeleta - So che i test hanno un valore relativo, ma quelli in Malesia hanno dimostrato che dal punto di vista tecnico tutte le Case sono più vicine. Penso che sarà un anno con un alto livello di competitività”.

In MotoGP ci sono tre Case europee e altrettante giapponesi, manca ancora qualcuno? Pensiamo a Kawasaki o a BMW, per esempio.

Sinceramente, al momento non avremmo posto. Per il 2022 Aprilia ha chiesto un posto come costruttore, che in precedenza non aveva voluto, e quindi arriveremo a 6 Case presenti e altrettanti team privati. Questo significa che ognuno di questi ultimi avrà la possibilità di noleggiare la moto che gli interessa, senza nessun obbligo. Quindi, se devo fare un esempio, Kawasaki potrebbe entrare solamente se raggiungesse un accordo con una squadra privata.

Sarebbe un modo per un team satellite di acquisire valore.

Esattamente, perché ora la licenza, il diritto di partecipare in MotoGP, ha un valore di per se stessa mentre prima non lo aveva. Se qualcuno vuole entrare, deve raggiungere un accordo con una squadra che è già in MotoGP. Logicamente, dal punto di vista sportivo più team si hanno e meglio è, ma da quello del bilancio generale questa è la soluzione che mi piace maggiormente”.

Non hai avuto nessuna richiesta da parte di nuovi costruttori?

CLAMOROSO: La Kawasaki voleva entrare in MotoGP con la Superbike di Rea!

Vi svelo una cosa, recentemente Kawasaki mi ha chiesto la possibilità di fare delle wild card con la loro Superbike. Ho risposto di no, perché le wild card sono riservate a chi partecipa alla MotoGP. A me piace essere diretto, non penso che questa sia l’unica soluzione ma la migliore per noi”.

Ti riferisci al numero chiuso?

La gente pensa che più siamo meglio sia, ma per me ogni squadra satellite significa 6 milioni di euro di investimenti. Ho la convenienza quindi ad aumentarle? È questo il calcolo che devo fare”.

L’accordo fra Dorna e i costruttori che partecipano alla MotoGP quando scadrà?

“A fine 2021 e stiamo già in una fase molto avanzata per il prossimo, praticamente mancano solo le firme.

Cosa cambierà?

“Molte cose. Abbiamo aumentato sia il contributo verso le squadre che verso le Case. Per esempio, a oggi ogni costruttore riceve un milione di euro per ogni moto che fornisce ai team satellite, dal 2022  riceverà un milione e mezzo di euro. Poi abbiamo aumentato di quasi il 50% il contributo per le squadre. A fronte di questo, si potrà sforare il limite massimo di 2 milioni 200 mila euro di costo per il leasing delle moto, perché quello è riferito a una moto standard. Se un team vorrà un’evoluzione, come succede con Petronas con Yamaha, si metterà d’accordo con il costruttore”.

Lasciando per un momento da parte la MotoGP, sei soddisfatto e della SBK?

Ogni volta di più. Tempo fa è stato scritto che sostenevo che la SBK è la seconda divisione del motociclismo e la gente si è arrabbiata. Non mi importa perché è così che stanno le cose, è la realtà. In passato, Flammini cercava di fare il lavoro meglio per lui e io lo stesso”.

Come ogni imprenditore.

La gente ha una percezione sbagliata di me, io ho uno delle quote di Dorna ma non sono il proprietario, mentre Flammini lo era della propria società. Quindi lui doveva guardare il bene del campionato e quello dei suoi affari, io invece devo lavorare solo per il meglio della compagnia in generale. Flammini doveva dimostrare che il suo sarebbe potuto diventare il migliore campionato e questo gli è servito a vendere l’azienda 3 o 4 volte (ride). Io sono amico di Flammini, abbiamo lavorato insieme, siamo stati rivali”.

E poi?

Siamo stati insieme sotto l’ombrello di Bridgepoint, a cui non piaceva questa rivalità fra i due campionati. Al di fuori era fuori discussione che la MotoGP fosse il campionato numero 1, ma all’interno della SBK lui sosteneva la sua serie e lo faceva molto bene. È servita una persona che dicesse che la guerra era persa, sono andato nel paddock nella SBK e ho detto chiaramente che loro erano la seconda divisione”.

Che conseguenze ha avuto?

Io penso che la SBK sia necessaria, perché c’è bisogno di gare per moto derivate dalla serie. Anzi, se fosse per me sarebbero ancora più di serie, perché hanno già delle prestazioni incredibili. So anche, però, che ci sono delle differenze importanti fra i modelli: la Ducati sarebbe pronta per correre con la moto che vende dai concessionari, la Honda avrebbe bisogno di una preparazione”.

Ci sarebbe una soluzione?

"In Superbike non mi interessa il numero di moto omologate ma il loro costo"

I costi della moto, altro non mi interesserebbe, nemmeno il numero minimo di moto omologate. Per esempio, lo fissiamo a 45 mila euro, si toglie il costo della moto di serie e il resto è per la sua preparazione. Credo sarebbe una buona idea, rispettando logicamente gli standard di sicurezza e riuscendo a livellare le prestazioni. Non serve altro. Dorna si sta impegnando a fare bene in SBK, a prescindere che sia la seconda divisione. Volete sapere una curiosità?”.

Prego.

Due anni fa Bautista stava per ritirarsi e gli consigliai di andare in SBK. Non era convinto all’inizio e adesso guadagna di più che se fosse rimasta in MotoGP in un team privato (ride). I piloti dovrebbero iniziare a pensarci”.

Il format della SBK ti piace?

Sì, perché sono stati i promoter e le TV a chiederlo. Dorna ha un contratto con la FIM: ci deve essere un numero minimo di gare e devono essere trasmesse in televisione”.

A proposito di TV, nel 2021 scadrà il contratto con Sky e i colossi dello streaming stanno acquistando sempre più spazio.

È difficile dire cosa accadrà, io so che abbiamo un ottimo spettacolo”.
 

CONTINUA…

Intervista di Paolo Scalera

Articoli che potrebbero interessarti