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MotoGP, Petrucci: Le nuove gomme? Un bel lavoro per lo spettacolo"

"Sicuramente non favoriscono la Ducati ma in questi test abbiamo visto tante moto molto vicine. Quartararo ha il potenziale per giocarsi il titolo già da quest'anno"

MotoGP: Petrucci: Le nuove gomme? Un bel lavoro per lo spettacolo"

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Che il 2020 della MotoGP sarà un anno cruciale per molti è ovvio già da un po’. Le scadenze di contratto del paddock non permettono a piloti e team il minimo accenno di relax e per tutti ci sarà, davvero, un gran da fare. Chi ha già vissuto questa situazione lo scorso anno (ma anche “per tutta la sua carriera”, come ci ha confidato il suo manager Alberto Vergani) è Danilo Petrucci, tornato da pochissimo dai test di Sepang e che questa mattina era a Milano alla conferenza del Gruppo Nolan, di cui è uomo immagine per la gamma X-Lite. Durante la conferenza stampa Petrucci, insieme al collega Alex Rins, si è dedicato alle domande dei giornalisti, tutti impazienti di avere più informazioni sul comportamento della GP20 e delle nuove gomme Michelin. 

“E’ tutto molto diverso – ha esordito Danilo - Michelin ha il compito di fare una gomma per tutte le moto che hanno caratteristiche diverse. C’è da lavorare, non siamo andati piano ma è stato più difficile del 2019 dove avevo fatto il record della pista e c’erano quattro Ducati davanti a tutti. La nostra moto ha caratteristiche uniche e con queste gomme abbiamo problemi ma stiamo cercando di risolverli. Per lo spettacolo hanno fatto un bel lavoro perché siamo tutti molto vicini. Se ci fosse stata la gara sarebbero stati in 13 per il podio, ma per noi non è una buona cosa”

Secondo te è ancora Marc Marquez l’uomo da battere o qualcuno si è avvicinato talmente tanto da potergli dare fastidio?

"È difficile dirlo dopo un test, ma credo di si: Marc è l’uomo da battere. Sia io che Alex siamo riusciti a batterlo ma solo una volta o due. Il problema è che quando è in difficoltà fa 2° o 3°. Per un campionato è difficile lottare con lui. Ci sono molti piloti veloci, ma Marc a Sepang ha usato i test per capire la moto e vedere come andava la sua spalla”. 

Tornando al 2019, raccontaci la tua stagione. 

“All’inizio dell’anno ho faticato e ho chiuso le prime gare in quinta o sesta posizione. Poi sono arrivate la Yamaha e quando eri in difficoltà chiudevi a ridosso dei 10. Con Rins abbiamo lottato tutto l’anno per fare terzo e poi ci hanno fregato. Ho fatto degli errori perché ora in MotoGP non esiste più il pilota che parte 13° e vince, tutto il weekend conta, bisogna sempre stare davanti e lottare”. 

La GP20 può essere la moto del riscatto per Ducati? In cosa siete migliorati?

“Ducati ha portato evoluzioni, mi sono trovato meglio ma dobbiamo fare di più. A Borgo Panigale stanno lavorando molto e in questi anni hanno sempre fatto una grande moto. Molti si dimenticano che siamo una casa più piccola delle altre. Il problema dei test è che ci sono classifiche e giornalisti, durante quelle giornate si dovrebbe solo provare la moto e lavorare sulla moto, non cercare il tempo, perché ognuno lavora in modo differente”. 

Tornando al discorso gomme, quanto vi penalizzano?

“La difficoltà sta nell’essere veloci senza aggredire le gomme. Spesso dobbiamo usare gomme da qualifica per fare la gara, gomme straordinarie ma non devono essere aggredite. Noi abbiamo notato un degrado più alto in questi giorni in Malesia ma perché la nostra moto ha caratteristiche che ci fanno sfruttare la gomma in un modo diverso.

Però i primi dubbi erano sorti già dai testi di Brno lo scorso anno. Si sarebbe potuto lavorare meglio?

“Difficile dirlo ora. Durante quei test io avevo chiuso decimo come miglior Ducati. Queste sono gomme che hanno bisogno della massima sensibilità per essere sfruttate e quando avevo provato a Misano mi erano sembrate molto meglio”. 

Per quanto riguarda la sicurezza in pista, invece? Voi piloti vi sentite parte in causa quando c’è qualcosa da migliorare?

"Assolutamente, stiamo cercando di fare il massimo per quanto riguarda la sicurezza, il nostro è uno sport diverso dal suonare il pianoforte. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto molte cose, come l’airbag, un’omologazione per i caschi molto impegnativa, si sta facendo molto. È uno sport rischioso, noi piloti MotoGP ci vediamo in Safety Commission e parliamo, ci danno molto ascolto e ogni anno spostiamo i muri di molti metri. Per quanto riguarda il casco io lo uso dal 2015 e devo dire che c’è stato un grande miglioramento. Va bene essere sponsor e testimonial ma poi la testa nel casco c’è la metto io e sono io a sbatterla”. 

Ultima domanda su Fabio Quartararo, l’uomo che ha scosso il mercato. Potrà essere della partita in questo 2020?

“Fabio nella seconda parte di stagione è stato il rivale di Marc e quest’anno punterà al titolo. Ha esperienza e corre con una moto ufficiale. Quello che vedo è che in pista sembra che non stia spingendo e quando ti metti dietro fai fatica a seguirlo, ha uno stile di guida pulito. Quella è la sua qualità più importante, poi è giovane e ha poca esperienza”. 

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