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MotoGP, Lorenzo "Ducati e Honda? Una vita senza errori è impossibile"

"Non sono uno che si lamenta delle decisioni prese in passato ma tutti sbagliamo. Con la Ducati è stata una esperienza intensa. Con la Honda non è andata bene. La M1? Me la ricordavo più o meno così"

MotoGP: Lorenzo "Ducati e Honda? Una vita senza errori è impossibile"

C’è poco da fare. Sarà il fascino del ritorno, sarà che vederlo con i colori Yamaha porta alla mente tante belle gare e bei ricordi, ma quando Jorge Lorenzo esce dalla pit-lane con la M1 gli occhi di tutti sono puntati su di lui. Il maiorchino ha completato i suoi primi test da tester Yamaha e già sembra confermata una sua Wild Card per il GP di Barcellona. Lorenzo, dopo tre anni in sordina (lasciando perdere l’exploit delle 3 gare vinte in Ducati) si sta lentamente riprendendo il paddock. Jorge, com’è stato salire di nuovo sulla moto con cui sei diventato campione?

“Beh, la moto che ho provato qualche giorno fa non era molto diversa da come ricordavo la M1, il che è una fortuna o una sfortuna, dipende dal punto di vista. La moto comunque è ancora molto competitiva e facile soprattutto per quei piloti che, come me, cercano di più la scorrevolezza. In questi giorni ho trovato un paio di punti dove dovremmo lavorare molto che sono quelli dove Ducati e Honda vanno molto forte. Comunque ci sono anche molti punti positivi”.

Che moto hai provato oggi e quali sono le tue sensazioni alla fine di questi test?

Yamaha ha deciso di non darmi la nuova moto oggi pomeriggio, ci hanno pensato ma alla fine questa è stata la loro decisione. Non c’erano abbastanza pezzi per preparare una nuova moto per me ma sarebbero stati contenti di avere una quarta opinione sulla nuova M1. Comunque oggi mi sono trovato meglio rispetto a qualche giorno fa perché abbiamo fatto dei passi in avanti sul settaggio e sull’elettronica. Sono andato un secondo più veloce senza fare un time attack, l’avevo programmato per il pomeriggio ma poi ha iniziato a piovere”. 

Fisicamente come ti senti? Tornare in moto ha dato qualche conseguenza?

 “Sto bene, la colonna vertebrale va perfettamente, a livello muscolare ho fatto molto lavoro in palestra, magari devo perdere un paio di chili che ho preso durante le vacanze e fare un po’ più di cardio per poter arrivare a delle pulsazioni più alte. Ora rimango una settimana a Dubai e poi tornerò a Lugano. Farò tanto allenamento per farmi trovare pronto durante i test del Qatar”.

Che lavoro hai fatto oggi?

“Non ho avuto la possibilità di fare un time attack perché la mattina non eravamo molto a posto con assetto e pneumatici, non sarei potuto andare molto forte. Avrei potuto fare un tempo attorno al 58.9-59.0. Il ritmo con gomma usata è simile a quello degli altri, penso sia buono. Oltre a questo ho fatto del lavoro con Quartararo e Vinales confrontando i nuovi pneumatici con moto vecchia e nuova per dare più informazioni possibili ai tecnici”. 

Qual è la differenza tra girare in moto senza avere l’obiettivo del mondiale?

“A livello di stress è tutta un’altra storia. Non sento nervosismo e pressione per fare il miglior tempo. Non avrò più le sensazioni di vincere una gara e mi mancherà ma così ho tolto tutte le cose negative di essere un pilota: i viaggi e la pressione”. 

Forse ora capisci un po’ di più il ritiro di Stoner?

Quando puoi vincere un mondiale tutte le sensazioni negative sono compensate. Ma quando ti fai male e non ti diverti e dopo aver vinto 5 mondiali non è normale andare avanti”. 

Salendo sulla Yamaha non hai pensato di aver fatto un errore a lasciarla 3 anni fa?

“Non sono una persona che si lamenta delle decisioni prese in passato, una vita senza errori è impossibile. Tutti facciamo delle scelte e il 50% di queste si rivela giusta e il 50% sbagliata. L’esperienza in Ducati è stata intensa e quella in Honda non è andata bene ma mi ha comunque fatto vivere dei bei momenti. Sono uno sportivo e una persona fortunata”. 

Quando hai capito che saresti potuto tornare così presto in pista?

“Yamaha si è dimostrata subito molto interessata a me già da quando annunciai il ritiro a Valencia. Lin Jarvis mi ha contattato abbastanza presto e a quel punto ho dovuto decidere se avessi voluto guidare ancora e prendere quella decisione. Ho voluto studiare il contratto e le mie opzioni, poi ho deciso”. 

Audio raccolto da Paolo Scalera


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