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Laia Sanz denuncia: "in Arabia non sono potuta entrare in palestra"

"Quella degli uomini era migliore ma io, donna, non ero ammessa". La 18 volte campionessa del mondo di trial ed enduro ha concluso la sua decima Dakar consecutiva, un record 

Dakar: Laia Sanz denuncia: "in Arabia non sono potuta entrare in palestra"

10 su 10 e non è ancora finita. Si conferma ancora una volta Laia Sanz, che venerdì ha terminato la sua decima Dakar consecutiva. Un record incredibile visto che la spagnola è l’unica, tra i piloti attivi nella categoria moto, ad esserci riuscita. "Se me lo avessero detto dieci anni fa, non ci avrei creduto - ha esordito la spagnola del team Gas Gas sul podio della gara dopo l’ultima tappa - Sono molto contenta perché, nonostante abbia avuto difficoltà durante la gara, sono riuscita a superarle e raggiungere la fine, che che era il mio obiettivo".

La Sanz ha chiuso la sua Dakar in 18° posizione a quasi 4 ore dal vincitore della categoria moto Ricky Brabec. Per la settima volta consecutiva rientra nella top 20 della competizione, con anche un pizzico di rammarico per i numerosi problemi avuti durante la gara.

La Sanz è una vera leggenda delle corsa rally e della Dakar e sicuramente sarà, nei prossimi anni, una figura importante per la corsa qualora dovesse continuare in Arabia Saudita, paese dove il ruolo delle donne nella società è ancora molto limitato.

"I paesaggi incontrati quest’anno in Arabia sono stati incredibili, ma il calore del pubblico che abbiamo avuto in Sud America mi è un po’ mancato. Tutto sommato, penso sia positivo per la gara continuare in Arabia, c'è ancora molto da esplorare e scoprire. Questa è stata la prima edizione e sicuramente l'organizzazione ha imparato molte cose quest'anno e applicherà il tutto alle prossime edizioni. Per quanto riguarda il trattamento riservato alle donne devo dire di non aver incontrato problemi, mi sono sentita a mio agio sia al bivacco (che è un mondo a parte) che nelle poche volte in cui ho avuto a che fare con persone del posto. L'unico aspetto negativo è che prima di iniziare la gara non mi hanno fatto entrare in palestra perché ero una donna e dovevo andare in un'altra, molto più brutta e meno attrezzata, solo per donne". 

Tra gli eventi delle due settimane arabe anche la morte di Paulo Goncalves con la Sanz che ha accusato il colpo ritenendo la seconda settimana della corsa troppo complicata e pericolosa, ed ha abbassato il suo ritmo.

“Le tappe della seconda settimana non ci hanno aiutato molto a sbarazzarci della testa cosa è successo a Paulo. È stato molto difficile gestire il tutto psicologicamente, quindi ho cercato di andare un po’ più con calma. A volte è bisogna capire quando l’importante diventa tornare a casa”. 

Al suo ritorno a Barcellona la 18 volte campionessa del mondo ha ricevuto un grande “benvenuto” da famiglia e amici ed ora, con il team, dovrà decidere come proseguire la stagione. “In questo momento voglio solo riposare -ha detto - Non penso a nient'altro. Tra alcuni giorni, come sempre dopo la Dakar, ci sederemo per parlare di cosa faremo quest'anno, sceglieremo il calendario e ci prepareremo bene per la stagione".

 

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