Tu sei qui

SBK, Sacchetti: “Go Eleven studia per diventare la Pramac della Superbike”

“Rinaldi? Il suo sogno e il nostro orgoglio è riportarlo nel team ufficiale. Savadori? Se avessimo avuto il budget, la seconda Ducati sarebbe stata sua”

SBK: Sacchetti: “Go Eleven studia per diventare la Pramac della Superbike”

Squadra italiana, pilota italiano. A quanto pare sembra essere il binomio perfetto. Stiamo parlando del team Go Eleven, che nel prossimo Campionato si affiderà alle qualità di Michael Ruben Rinaldi. Terminata l’avventura con Barni, Gianni Ramello e Denis Sacchetti non hanno avuto dubbi nel puntare sulle qualità del romagnolo.

In occasione dei test di Jerez, in programma il prossimo 22-23 gennaio, Rinaldi farà finalmente il proprio debutto in sella alla Panigale V4 della squadra piemontese. Non manca la curiosità e l’attesa da parte del team manager della squadra.

“Ancora pochi giorni e poi è tempo di tornare in pista – ha esordito Sacchetti – di sicuro c’è tanta attesa per vedere quelle che saranno le sensazioni che troverà Michael con la moto e noi faremo di tutto per metterlo nella posizione ideale. In questi test lavoreremo soprattutto in ottica gara, di conseguenza non vogliamo cercare tempi sul giro, perché ci sono altre priorità”.

Sacchetti, che Ducati vedremo in Spagna?

“Rispetto alla scorsa stagione ci saranno alcune novità. Come avete già scritto nelle scorse settimane, quest’anno avremo le sospensioni Ohlins e i freni Brembo. Sarà quindi un ulteriore passo avanti per cercare di avvicinarci a quella che è la moto ufficiale. Per quanto riguarda invece il motore, scenderemo inizialmente pista con quello del 2019, in attesa che arrivi un aggiornamento nei test che seguiranno”.

Ha sottolineato il fatto di avvicinarsi alla moto ufficiale. Possiamo quindi dire che la mission di Go Eleven è quella di essere considerata come la Pramac in MotoGP?

È per quello che lavoriamo e di conseguenza è il nostro obiettivo. Con la Ducati si è instaurato un rapporto stretto dalla scorsa stagione, inoltre il fatto di aver lo stesso materiale e in seguito essere coinvolti nello sviluppo ci consente di dare ulteriore forza a questo legame. Ovviamente Pramac è un’eccellenza nel paddock della MotoGP e arrivare al loro livello sarebbe qualcosa di grandioso”.

Sacchetti, come mai avete scelto Rinaldi? Se non sbaglio c’erano anche Cortese e Mercado tra i pretendenti.

“Esatto.  Abbiamo scelto Michael perché in prospettiva è un giovane con ampio margine di crescita e in passato ha mostrato di essere un vincente. Cito le affermazioni nella 600 e nella Stock1000. A volte mi spiace, perché vengono ricordate più le sue sconfitte che i successi. Ma a parte ciò, Rinaldi nella scorsa stagione ha mostrato di avere potenziale e basta andare a rivedersi le prestazioni di Jerez oppure Misano. Noi siamo convinti di avere in casa un pilota dal gran potenziale”.

L’obiettivo è quello di farlo maturare per dargli la possibilità di un ritorno in veste ufficiale?

“Questo è il suo sogno e allo stesso tempo sarebbe il nostro orgoglio, perché significherebbe che abbiamo lavorato bene”.

Ultime due domande: quanto hanno pesato gli infortuni di Laverty nello scorso anno?

“Tantissimo, dato una volta arrivati in Europa, Eugene aveva mostrato di aver trovato le giuste sensazioni sulla moto. Ricordo infatti Aragon, quando era in lotta per la top five. Purtroppo è arrivata poi la caduta di Imola, che ha condizionato il prosieguo della nostra stagione. Adesso però inizia un nuovo Campionato, che considero come il più difficile degli ultimi anni, dato che l’asticella si è alzata particolarmente e lo confermano i valori in campo. Per noi non sarà semplice, ma dovremo cercare di essere in lotta per i primi cinque posti ad ogni gara”.

Lei è amico di Lorenzo Savadori. Cosa pensa di questa vicenda?

“Ho avuto modo di leggere alcuni vostri articoli e mi dispiace molto per Lorenzo, dato che è un ragazzo a cui non manca il talento. Se avessi avuto il budget, la seconda Ducati sarebbe stata sua”.   


Articoli che potrebbero interessarti