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MotoGP, Il lungo inverno di Petrucci: da rivelazione a delusione

A inizio stagione sembrava essere la sorpresa dell'anno ma dopo la pausa estiva Danilo è andato in crisi. I prossimi mesi saranno decisivi per lui

MotoGP: Il lungo inverno di Petrucci: da rivelazione a delusione

I punti sono 176 e, già quando manca una gara dalla fine, i numeri dicono che questa è stata la migliore stagione per Danilo Petrucci. Se poi si aggiungono la vittoria al Mugello e i 3 podi (tra l’altro consecutivi) verrebbe da dire che per il ternano il 2019 è da incorniciare. Eppure la realtà è ben diversa e Danilo da un po’ di Gran Premi a questa parte si ritrova alla sbarra.

Da un grande potere derivano grandi responsabilità, dicono i supereroi dei fumetti, e lo stesso vale per i piloti quando entrano in una squadra ufficiale. Non basta più essere veloci, bisogna semplicemente puntare al podio in ogni occasione e la vittoria è nulla di più di quanto venga richiesto per meritarsi moto e squadra.

Petrucci aveva iniziato con qualche difficoltà la sua avventura in rosso, ma da Le Mans in poi aveva convinto tutti di meritarsi il posto al fianco di Dovizioso. Un terzo posto in Francia, poi il magnifico successo al Mugello con il sorpasso capolavoro su Andrea e Marquez, poi ancora un podio a Barcellona. In quel momento, tutti chiedevano a gran voce il suo rinnovo da parte di Ducati, che è effettivamente arrivato. Prima della pausa estiva, Danilo era arrivato 4° al Sachsenring, una pista non proprio amica della Desmosedici, ma poi qualcosa è andato storto.

Questa volta, i numeri sono contro al ducatista: da Brno alla Malesia, quest’anno, ha portato a casa 55 punti, nel 2018 invece furono 60, e con una gara in meno perché Silverstone fu annullata. Questo fa sì che il 3° posto in campionato, che pochi mesi fa sembrava essere alla sua portata, è già diventato una chimera. Con 25 punti di vantaggio alla vigilia di Valencia, Vinales ha come unico rivale Rins per il piazzamento dietro a Marquez e Dovizioso. Per Danilo non è neppure facile puntare al 4° considerati i 18 punti che lo separano da Rins e, semmai, deve difendersi per riuscire a mantenere il 5°. Non un’impresa scontata, considerando che Quartararo lo segue a 4 lunghezze e Rossi a 10.

Se proprio si cercasse di vedere il bicchiere mezzo pieno, si potrebbe sostenere che Petrucci è stato la migliore ‘seconda guida’ in MotoGP. Vero, peccato che Lorenzo si sia praticamente ritirato dalla competizione e che Valentino abbia sbagliato troppo. Per quando riguarda Suzuki, Mir è un debuttante e KTM e Aprilia non possono giocare coi grandi per il momento.

La delusione rimane, ma cosa è successo nella seconda parte della stagione a Danilo? Perché nelle ultime gare non è sembrato vedere di guidare la Ducati lo stesso pilota che aveva entusiasmato al Mugello e a inizio anno.

Il ternano non ha mai giocato allo scaricabarile: “Devo fare un reset”, “Sono io a dovere mettere la ciliegina sulla torta per fare bella figura”, sono alcune delle sue dichiarazioni. La buona volontà non si discute, ma non è bastata fino a ora.

Uno dei problemi principali di Danilo sono state le qualifiche e lo dimostra la classifica dei piloti più veloci nel giro secco (in cui si dà lo stesso punteggio per posizioni delle gare): Petrucci è 9°, con solo Rins (fra i cosiddetti top rider) a fare peggio di lui. Il ternano è partito in prima fila solo due volte: in Francia e in Italia, dove ha fatto bellissime gare. In MotoGP partire dalle retrovie è diventato un bel problema, ma Danilo spesso non è stato protagonista di grandi rimonte.

Un altro problema è che consuma troppo le gomme, un po’ per il peso e un po’ per il suo stile di guida troppo aggressivo. Sul primo punto non c’è molto da fare, anche perché Petrucci spesso si è sottoposto a diete ferree, ma vista la sua corporatura più di tanto non si può fare. È anche vero che Danilo era pesante anche al Mugello, ma questo non gli impedì di vincere. Quindi bisogna lavorare sul secondo punto, lo stile di guida. Anche se il ternano dovrebbe ormai conoscere come le sue tasche la Ducati, l’unica ‘vera’ MotoGP che abbia mai guidato (lasciando perdere CRT e Ioda varie).

In una squadra ufficiale non si arriva per caso, così sembra che Danilo più che migliorare debba ritrovare il bandolo di una matassa che ha contribuito a ingarbugliare. La pressione e la mancanza di risultati vanno di pari passo quando si hanno tutti gli occhi puntati addosso ed è facile ritrovarsi invischiati in un circolo vizioso.

Per trovare una via d’uscita, era stato a Borgo Panigale prima della trasferta in Thailandia, qualcosa pareva essere cambiato, ma non ancora abbastanza. Così si è iniziato a parlare di uno scambio con Miller per un suo ritorno in Pramac e di un rinnovo descritto come quasi impossibile dopo il 2020. Effettivamente la concorrenza per la sua moto è tanta, interna ed esterna. A partire dal già citato Jack, passando per Bagnaia, per arrivare a Vinales, solo per citare alcuni nomi.

La soluzione nelle corse è solo una: rispondere coi risultati, ma non c’è molto tempo con un mercato piloti che si apre sempre prima. La gara di Valencia, 4 o 5 Gran Premi nel 2020 e poi si corre il rischio di essere già in ritardo. La velocità è tutto, in entrambi i sensi, quando si cerca una buona sella su cui accomodarsi.

Per Petrucci sarà un lungo inverno, con l'unico obiettivo di ritrovare quella luce perduta.


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