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MotoGP, MARQZIANO: superMarc illude Vinales e sbanca Phillip Island

Quinto successo consecutivo per lo spagnolo, sul podio Crutchlow e Miller, 4° un super Bagnaia, 6^ l'Aprilia di Iannone, 7° Dovizioso, 8° Rossi

MotoGP: MARQZIANO: superMarc illude Vinales e sbanca Phillip Island

Forse è colpa del ritorno dell’ora solare. Magari pensavamo di essere rimasti a letto e sognare nel vedere Valentino Rossi davanti a tutti a dettare il ritmo e l’Aprilia di Andrea Iannone in lotta con i primi tre. Un qualcosa di inaspettato, viste le difficoltà incontrate dai due durante la stagione.

Sembrava un qualcosa di veramente romantico. A riportarci alla realtà ci hanno invece pensato Maverick Vinales e Marc Marquez. C’era da immaginarselo visto quanto messo in mostra dai due nel weekend. Il tempo di scavare il solco sugli inseguitori e scappare.

Chi si aspettava un testa a testa incandescente tra i due ne è rimasto però ben deluso. Già, perché Marc si è rivelato perfetto stratega come sempre, facendo sfogare l’avversario per poi infilarlo all’ultimo giro. Maverick ha provato la risposta, ma sfortunatamente è finito a terra.

Finisce quindi così, con Marc che mette in cassaforte la quinta vittoria consecutiva e Maverick nella sabbia a leccarsi le ferite. C’è davvero da mangiarsi le mani per quanto riguarda il numero 12, che sembrava pronto a regalare alla Yamaha una vittoria che mancava da Assen, invece le ambizioni sono sfumate sul più bello. L’indizio è però di quelli da non sottovalutare, dal momento che come accaduto lo scorso anno Phillip Island esalta le qualità della M1 per la sua percorrenza in curva.

Purtroppo però non è bastato per rovinare la festa a Marc Marquez, il quale sembra essere a tutti gli effetti imbattibile. C’è la velocità, la strategia, l’astuzia, la furbizia: insomma, il fenomeno di Cervere ha tutte quelle qualità contro cui sembra esserci ben poco da fare.

Lo hanno capito i suoi rivali, a partire da Andrea Dovizioso, in sella a una Ducati che pare tornata indietro di qualche anno. Lo si sapeva che Phillip Island sarebbe stato un esame di quelli ad alto coefficiente di difficoltà, ma vedere la GP19 incassare ben 15 secondi dalla vetta è senza dubbio uno sproposito. E pensare che un anno fa gran parte dei problemi sembravano essere risolti, invece ora tocca tornare sui banchi di scuola.

Già, perché il forlivese è stato battuto addirittura dalle Ducati satellite del team Pramac con Miller a completare il podio alle spalle di Cal Crutchlow e Pecco Bagnaia autore di una super rimonta che lo ha portato a soli 55 millesimi dal proprio compagno. Che dire di fronte alla prestazione del piemontese, rivelazione a tutti gli effetti di questa domenica, tanto da arrivare a nutrire il sogno di salire per la prima volta sul podio nella classe regina ai danni dell’australiano.

Ma le sorprese non sono finite qua, perché c’è anche quella di Andrea Iannone. Sarà anche vero che l’Aprilia soffre i rettilinei, ma su piste veloci e guidate come quella australiana la RS-GP ha saputo mostrare il proprio carattere. Il sesto posto di The Maniac è senza dubbio il punto da cui ripartire per quanto riguarda il progetto della nuova moto in ottica 2020. Una prestazione che regala coraggio al pilota di Vasto, capace di piegare nel finale la Yamaha di Valentino Rossi, che dopo una partenza fantastica si è poi fatto inghiottire dal gruppo senza poi riuscire a riemergere, a tal punto da accusare ben 15 secondi dal proprio compagno fino al momento della caduta.

Sta di fatto che la M1 del Dottore è quella meglio classificata, dal momento che Fabio Quartaro alla prima curva è stato buttato in terra dallo stesso Danilo Petrucci, sbalzato in aria, mentre Morbidelli ha faticato non riuscendo ad andare oltre l’11° posto alle spalle dell’Aprilia di Aleix Espargarò.

Debutto dal retrogusto amaro per quanto riguarda invece Johann Zarco, che sognava di centrare la top ten, invece torna a casa con un 13° posto a quasi 30 secondi dalla vetta. Poco da dire invece sulla prestazione di Jorge Lorenzo, ultimo al traguardo con oltre un minuto di ritardo.


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