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Moto3, Dalla Porta: "vado a letto presto così domattina scopro se è un sogno"

"Ora sento solo l'adrenalina. Questo titolo è per mia nonna Nicoletta e per la mia famiglia, papà Massimiliano ci ha creduto più di me"

Moto3: Dalla Porta: "vado a letto presto così domattina scopro se è un sogno"

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Lorenzo Dalla Porta ha stampato in faccia il sorriso delle grandi occasioni, gli occhi spalancati e lucidi che cercano di garantire alla mente che quella intorno è la realtà. Questo però non è il momento della ragione, ma delle emozioni, della gioia, dell’adrenalina. Lorenzo è il campione del mondo della Moto3, il primo italiano a riuscirci e dopo 15 anni di digiuno dalla conquista dell’iride in 125 da parte di Dovizioso.

Che botta di vita!” sorride il toscano.

Cosa provi?

Non lo so, forse servirà del tempo per realizzare quello che ho fatto. Voglio andare a letto presto, così mi sveglierò domani e allora capirò che non è solo un sogno e mi scenderà qualche lacrima. Per ora l’adrenalina vince su tutto, dopo avere tagliato il traguardo ho urlato fino a perdere la voce”.

Hai trovato tuo papà Massimiliano ad aspettarti.

Urlava come un pazzo, ma non sapeva nemmeno che avevo vinto la gara. Allora gliel’ho detto e ha ripreso a urlare più forte (ride)”.

Quanto è stato importate tuo padre per arrivare fino a qui?

“Tantissimo, perché ci sono stati anni in cui non sapevamo veramente come fare per correre. Siamo una famiglia umile, non abbiamo tanti soldi e le squadre ne volevano molti. Se non ho mai mollato è anche merito suo, ci ha sempre creduto e quando mi buttavo giù c’era lui a ritirarmi su. È bellissimo essere arrivati a festeggiare questa vittoria”.

Non sono in molti a potere vantare di avere vinto gara e titolo nello stesso giorno.

Quando ho visto Canet per terra ho pensato: o vinco o mi stendo. Mi sarebbero rimaste comunque ancora due gare per il campionato. Mi sono messo a spingere perché nel rimanere in mezzo al gruppo era pericoloso, sono anche andato a sbattere contro un gabbiano alla prima curva. La squadra, come al solito, ha fatto un lavoro perfetto: la rapportatura era ottima e in rettilineo la moto andava veramente veloce e nelle curve lente potevo superare all’esterno gli altri piloti”.

Con il team Leopard hai fatto il passo avanti che ti mancava.

Sì, lo scorso anno in Austria, lì c’è stato il click decisivo. Devo ringraziare la squadra per il loro incredibile lavoro, ho trovato una famiglia e ci capiamo alla perfezione, come non mi era mai successo prima. Sono arrivato qui dopo una stagione difficile nel 2017, con la Mahindra, e ho iniziato a migliorare. Curano ogni dettaglio e mi hanno sempre dato una moto perfetta”.

A chi dedichi questo titolo?

A mia nonna Nicoletta che non c’è più, alla mia famiglia, alla mia squadra, a tutti”.

Qual è il prossimo obiettivo?

Innanzitutto vado in Malesia rilassato e i prossimi due anni sarò in Moto2. L’importante sarà iniziare bene questa nuova avventura. Un titolo anche lì? Sicuramente ci proverò”.

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