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MotoGP, Dal dream team all'incubo: i destini incrociati di Rossi e Lorenzo

Insieme in Yamaha vinsero tutto, ora sono entrambi in difficoltà. La parabola discendente accomuna i due campioni che potrebbero avere ancora la forza di risalire

MotoGP: Dal dream team all'incubo: i destini incrociati di Rossi e Lorenzo

Forse il destino ha un particolare senso dell’umorismo, o almeno quello dell’ironia. Soprattutto in MotoGP, dove le storie di due piloti si sono incrociate a distanza dopo averlo fatto per anni sotto lo stesso tetto. Valentino Rossi e Jorge Lorenzo sono stato l’ultimo e vero dream team della classe regina, nei loro 7 anni di convivenza hanno vinto  4 titoli in MotoGP, equamente ripartiti, e in quelle stagioni ci fu di tutto: rivalità, battaglie in pista e fuori, successi, litigi, divorzi, muri.

Il Dottore lasciò la Yamaha per andare alla Ducati anche per ‘colpa’ del maiorchino, che fece lo stesso e per motivi simili qualche anno più tardi. È solo il primo parallelo fra due piloti che non potrebbero essere più diversi tra loro, a partire dal carattere, ma per cui è semplice ora trovare molto punti in comune.

Purtroppo per loro, in questo vale il detto ‘mal comune mezzo gaudio’. Sia Valentino che Jorge negli ultimi tempi sono all’onore delle cronache per i loro risultati deludenti. La faccenda è ben più spinosa per il maiorchino che non sembra riuscire a raccapezzarsi su una Honda fatta per Marquez. Il risultato è vedere lo spagnolo in posizioni che lui non pensava neppure esistessero, ritrovandosi in quel Bronx della classifica che stona per un pilota altolocato come lui.

Le cose però, con i dovuti distinguo, non vanno troppo bene neppure per Valentino, che nelle ultime gare sta incassando distacchi pesanti dai compagni di marca. La crisi è tecnica anche per il Dottore che non riesce più a raccapezzarsi su una moto che conosce come le sue tasche e ha visto crescere. Insomma, l’attenuante di un mezzo nuovo e sconosciuto non vale per Rossi come per il maiorchino.

Quando le cose vanno male per due campioni, voci e speculazioni (più o meno fondate) sono all’ordine del giorno e nell’estate i due piloti si sono ritrovati al centro del gossip motociclistico. La parola accostata a entrambi i nomi è stata quella di ritiro. Sia Rossi che Lorenzo hanno nero su bianco la propria firma già sul contratto per il 2020 ma entrambi hanno rispedito al mittente le illazioni. Anche se Jorge, a dirla tutta, una scappatoia l’ha anche cercata riallacciando i rapporti con Ducati, anche se poi si è risolto tutto con un nulla di fatto.

C’è un’altra similitudine nella situazione in cui si ritrovano i due: entrambi hanno una ‘serpe in seno’. Quella di Valentino si chiama Quartararo, quella di Jorge Marquez. Certo lo spagnolo sapeva benissimo quello che gli sarebbe aspettato quando aveva detto sì alla Honda, ma forse non immaginava quanto sarebbe stato difficile il confronto con Marc. Lorenzo è letteralmente nella casa del nemico e non ci sono molti alleati dalla sua parte. L’unico modo per conquistare peso all’interno del team sarebbe battere il compagno di squadra, cosa al momento quasi impossibile.

Fabio, invece ha preso in contropiede il Dottore, che si sarebbe aspettato di doversi guardare da Vinales. Invece il francese di Petronas ha spostato gli equilibri, in un modo molto più marcato di quanto fece Zarco. Si aggiunga che Quartarato ha l’eta per essere suo figlio e guida una moto satellite e ben si capirà come la spina nel fianco possa essere molto dolorosa.

Fin qui, fra Rossi e Lorenzo i punti in comune sono solo negativi, ma in mezzo a tutto questo buio rimane comunque una fiammella ad ardere. Perché non bisogna dimenticare che qui si sta parlando, per usare una battuta tanto cara a Jorge, di due campioni e non semplicemente di due grandi piloti. Parliamo di due ossi duri, che in carriera sono già caduti a terra per poi rialzarsi.

Valentino la sua mossa l’ha già fatta, anzi a ben vedere sono state due. La più eclatante è stata quella di dividersi da Silvano Galbusera per portare in squadra David Munoz. I detrattori potranno sostenere che sia stata la mossa della disperazione, ma non si può negare che dimostra la voglia del Dottore di rimettersi ancora in gioco a un’età in cui (sportivamente parlando) potrebbe solo pensare alle spiagge caraibiche. La meno evidente, ma per questo non meno importante, è stata quella di concentrarsi sul 2020 già in queste ultime gare, il che ha significato correre anche con la testa del collaudatore, montando ogni novità possibile sulla sua M1.

Spiace dirlo, ma per ora è più difficile vedere una reazione da parte di Lorenzo. Del resto la HRC ha detto più di una volta che il riferimento per lo sviluppo è Marquez e il maiorchino non può che fare buon viso a cattivo gioco. Lo strano, però, è vedere un combattente come Jorge come arreso. Per lui, la svolta deve arrivare soprattutto dall’interno e se qualche risultato buono arrivasse, sarebbe ancora meglio.

Lorenzo e Rossi hanno vissuto insieme uno dei migliori momenti delle rispettive carriere e oggi ne stanno passando uno dei peggiori a distanza. Ritrovarli entrambi a lottare l'uno contro l'altro per il podio sarebbe bello. I prossimi mesi ci diranno se sarà anche possibile.

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