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MotoGP, Marquez: "Sarà difficile anche solo ripetere un anno come questo"

"È stata la mia migliore stagione in MotoGP, ma senza il mio team non sarebbe stato possibile. La Honda è una moto critica, ma vincente quando le dai fiducia"

MotoGP: Marquez: "Sarà difficile anche solo ripetere un anno come questo"

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Non importa quante volte lo si faccia, vincere un titolo è sempre speciale. Anche per Marc Marquez, per cui festeggiare un Mondiale è diventata una bellissima abitudine. Il 2019 è stato un anno da incorniciare per lui, quello in cui ha imparato a non sbagliare e ha dimostrato forza e coraggio in ogni gara, contro ogni avversario.

Alla fine ha messo la palla in buca e chiuso la partita in Thailandia, vincendo un braccio di ferro contro Quartararo, che in molti vedono come la sua nemesi. Se ne riparlerà in futuro, perché il presente è solo di Marquez.

Ecco come ha raccontato la sua stagione.

“Il mio anno migliore, ora sarà difficile migliorare ancora”

Questa è mia migliore stagione in MotoGP. È vero, nel 2014 avevo vinto 10 gare di fila, ma la differenza fra le moto era più grande, mentre adesso se ci sono almeno 4 costruttori che possono vincere. Ci sono state gare in cui ho combattuto contro la Ducati, altro contro la Suzuki e altre ancora contro la Yamaha, ma la cosa più importante è che io sono sempre stato lì davanti. Se guardi solo al mio vantaggio in classifica puoi dire che sia stato facile, ma gestire la pressione, quando tutti si aspettano un tuo errore e vogliono batterti, non è per nulla semplice. Non potete capire quanto lavoro ho fatto a casa e quante volte mi sono salvato da una caduta. Ogni anno si cerca di migliorare, ma sarà difficile riuscirci dopo questa stagione. Sono sempre arrivato primo o secondo, a parte la caduta ad Austin, e ho vinto il titolo con 4 gare di anticipo. Se non riuscirò a migliorare quest’anno, cercherò almeno di ripeterlo. In MotoGP, per fortuna, il pilota conta più della moto ma è sempre un compromesso. Il proprio livello, poi, dipende anche da quello degli avversari: se loro lo alzano sei costretto a farlo anche tu”.

“A volte per fare due passi in avanti devi farne uno indietro”

Il 2015 è stato l’unico anno in cui non ho vinto il titolo in MotoGP, a volte devi fare un passo indietro per farne 2 avanti. Avevo 22 anni, mi mancava esperienza e ho imparato molto da quella stagione. Ero caduto spesso e ho capito che il mio punto debole era la consistenza, che è diventato il mio maggior pregio quest’anno.

“Senza il mio team e la mia famiglia non sarei qui”

Senza il mio team, la mia famiglia, i miei collaboratori e il mio fan club, io non potrei essere qui. Anche se sono solo a parlare di questa vittoria, senza di loro non potrei ottenere certi risultati. È molto difficile per un pilota tenere stesso livello e la stessa concentrazione per tutto l’anno ma lo è ancora più per la squadra, lavoriamo tutti con lo stesso obiettivo. Lo so che mi ripeto ogni anno ma se dedico questa vittoria alla mia famiglia, al fan club, ai miei collaboratori, al team. A me piace venire in circuito e trovare un buon ambiente, la professionalità è la prima cosa, ma mi piace passare il tempo con persone con cui sto bene. Mi danno benzina, allegria quando vinco e motivazioni quando fatico”.

“Non mi interessano i numeri, voglio lo spettacolo”

Nella tua carriera puoi vincere tanto o poco, ma la gente si ricorda più di Mamola che di altri campioni. Perché? Per lo spettacolo in pista, io voglio sempre fare  qualcosa di speciale, come oggi all’ultima curva, è l’ambizione che mi ha fatto vincere ma a volte anche perdere. Il mio team cerca di controllarmi ma è il mio carattere. Dite che sono vicino ai numeri di Rossi e Agostini? Non sono mai stato ossessionato dai numeri e non voglio diventarlo ora. Bisogna godersi il momento, sapere evolversi e reinventarsi, ma essere ossessionato non va bene”.

“Non ho vinto a Motegi con il benestare della Honda”

Qualche giorno fa avevo ricevuto un messaggio da Nomura, gran capo di Honda, c’era scritto: chiudi in Thailandia. Ho pensato: grazie per non mettermi pressione (ride) Ora voglio tripla corona, ci proverò. E poi inizierà a pensare al 2020, già da Motegi. A proposito, una statistica dice che cado sempre la gara dopo avere vinto il titolo cercherò di sfatarla”.

“Vincere la gara è stata una motivazione in più”

Logicamente sono molto contento, quando hai un grande vantaggio in classifica cerchi sempre una motivazione extra. Come ho detto negli scorsi giorni, il mio obiettivo era vincere la gara ed è quello che ho fatto. Se ho pensato di accontentarmi? Intorno al 10° giro avevo quasi un secondo di gap da Quartararo, mi sono detto che se non avesse rallentato sarebbe stato impossibile per me vincere. Ma poi fatto mio giro più veloce, ho spinto al limite 2 giri e l’ho ripreso, Allora ho capito che potevo giocarmela alla fine”.

“Quartararo sarà fra i miei principali rivali per il titolo nel 2020”

“Fabio è stato incredibile, nei primi 10 giri era molto veloce e io ero in difficoltà con l’anteriore e non è stato facile lottare contro di lui. È da qualche gara che dico che sarà uno dei miei principali rivali per il titolo il prossimo anno, sarà ancora più forte con più esperienza. Sta guidando la Yamaha molto bene con uno stile che mi ricorda quello di Lorenzo al suo meglio. Più o meno l’anno è andato come pensavo, ma non mi aspettavo Fabio questo livello. È stato una sorpresa ed è sempre più veloce”.

“La Honda non è una moto facile, ma se la sai guidare è vincente”

“Takeo Yokohama è una persona molto diretta e sincera. Lo scorso anno mi aveva detto: Ducati ci passa in rettilineo, non ci succederà più. È stato così, ma la nostra è una moto critica, devi guidarla col corpo, avere fiducia, ma se ci riesci allora puoi vincere 9 gare in un anno, come ho fatto, se non fosse competitiva non avrei potuto. Con la Honda devi stare sempre molto attento, me ne sono accorto ad Austin e anche in Argentina stavo per andare a terra. So che Lorenzo e Crutchlow fatica ma tutti stiamo lavorando insieme per migliorare la moto ed essere più forti anno prossimo, anche perché i rivali non dormono. La priorità è il telaio, ora che abbiamo potenza bisogna migliorare in curva, dove la Yamaha fa differenza.

Audio raccolto da Marco Caregnato

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