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Il folle mercato della MotoGP: i manager divisi

INCHIESTA - Rispondono Ciabatti, Brivio, Rivola, Poncharal, Cecchinello e Meregalli. C’è chi suggerisce un freno e chi pensa che andrà sempre peggio

MotoGP: Il folle mercato della MotoGP: i manager divisi

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Una tendenza che negli ultimi anni sta letteralmente invadendo il mondo della MotoGP è quella relativa all'anticipo sfrenato della chiusura dei contratti con i piloti. Uno degli episodi più eclatanti del recente passato è stato quello costituito dalla firma di Jorge Lorenzo con Ducati ad inizio 2016, con un accordo che l'avrebbe visto diventare pilota di Borgo Panigale per le due stagioni successive. La firma fu ufficializzata prima dell'inizio della stagione agonistica, ponendo di fatto Jorge nella scomoda posizione di essere un vero separato in casa per tutto l'anno.

Quello di Lorenzo è solo l'esempio più eclatante, perché in realtà ci sono moltissimi casi analoghi ed in tanti temono che al termine del 2019 scatti una vera caccia all'uomo, ammesso che non sia già partita. Al termine del 2020 scadranno infatti i contratti di tutti i top rider e la finestra utile per tentare di strappare i piloti alla concorrenza si apre proprio al termine del 2019. Una situazione che potrebbe portare diversi piloti a firmare contratti per il 2021 prima ancora di iniziare la stagione 2020, con tutti i problemi che ne conseguiranno. 

Abbiamo deciso di interpellare i diretti interessati a Buriram, per conoscere il loro punto di vista sulla questione. Quasi tutti concordano sul fatto che si tenda ad aprire il mercato troppo presto e c'è chi invoca una soluzione a questo problema.

IL FOLLE MERCATO DELLA MOTOGP - IL PARERE DEI TEAM MANAGER

Davide Brivio ha un'idea molto precisa sulla questione. Il manager Suzuki ha in casa due piloti molto giovani ed è consapevole che entrambi potrebbero finire nel mirino della concorrenza presto. Allo stesso tempo, la GSX-RR sta crescendo molto ed è plausibile che ad Hamamatsu possa venire maggior appetito, decidendo di puntare su uno dei top rider che si libereranno a fine 2020.

"Io credo che tutto avvenga troppo in anticipo e questo secondo me è un peccato sia per le squadre che per i piloti - ci ha confermato Brivio - alle squadre questa cosa non permette di valutare correttamente i piloti, perché devi decidere un anno e mezzo prima chi vorresti poi ed anche agli stessi piloti non permette di mettersi in luce. Se per esempio si dovessero chiudere dei contratti adesso, prima dell’inizio della stagione, se poi dovesse arrivare un pilota che magari trova la quadra ed inizia ad andare fortissimo ad inizio stagione. Oppure penso ad un pilota che magari va in Moto2 e vince le prime cinque gare, ecco che anche lui rischia di non avere più posto".

Un problema che potrebbe verificarsi anche al contrario.

"Si, lo stesso vale cosa contrario, perché magari uno firma con larghissimo anticipo con un pilota e poi questo inizia ad avere problemi. Secondo me è troppo presto per tutti e poi ovviamente è una situazione molto particolare quando un pilota si separa da una squadra tanto tempo prima. Dopo si rischia di dover fare una stagione intera da separati in casa, e non è il massimo. Sarebbe bene regolamentarla questa cosa e siccome lo fanno in tutti gli sport, non vedo perché non si possa trovare una soluzione per farlo anche in MotoGP". 

Leggermente diverso il punto di vista di Massimo Rivola, che si troverà per la prima volta ad affrontare questa tematica proprio al termine di questa stagione. Arrivato dal mondo della F1, Rivola ha trovato una squadra di piloti con entrambi in scadenza di contratto a fine 2020. E' tuttavia consapevole del fatto che presto dovrà muovere i primi passi nell'insidioso mercato dei piloti MotoGP. 

"Questo è il mio primo anno e da un certo punto di vista è relativamente tranquillo per quanto riguarda i contratti dei piloti, perché per entrambi il contratto scadrà a fine 2020. Parlando con i miei colleghi - ha confessato Rivola - ho capito che già a partire da gennaio ci sarà una sorta di guerra selvaggia per accaparrarsi i piloti. Onestamente non sono ancora in grado di dire con quanta velocità si muove il mercato dei piloti della MotoGP, è un aspetto che devo ancora esplorare. Ovvio che anche noi stiamo crescendo e il nostro primo obiettivo è dare ai piloti una moto più competitiva, una cosa che ci consentirà di convincere i piloti a restare con noi oppure a nuovi piloti di avvicinarsi. A me piacerebbe lavorare con un giovane, ma sono consapevole che la nostra moto non è pronta per una sfida del genere. La nostra moto non è come una Yamaha, una moto su cui chiunque sale riesce ad andare forte subito". 

Ma pensi che sia un problema come manager gestire un pilota in squadra che ha già firmato con qualche Costruttore rivale?

"Secondo me se un pilota firma con largo anticipo non crea un problema alla sua squadra, quella con cui si separerà. Qui siamo tutti professionisti, non ho dubbi su questo. Però vedo le cose da un altro punto di vista, diciamo che a me piace lavorare con chi crede nel progetto che si porta avanti. Quindi per me chiunque creda in un progetto sarà sempre benvenuto, mentre per chi non ci crede, le porte sono aperte per andare via". 

Pensi sia realizzabile una regola per stabilire una sorta di finestra di mercato in cui muoversi?

"L'idea di creare una finestra di mercato da un certo punto di vista mi piace, anche se penso che avere un mercato aperto tutto l'anno sia anche più interessante per voi giornalisti, perché vi regala tanti retroscena e spunti durante la stagione. Per noi manager avere un mercato aperto è un motivo di preoccupazione in più, ma anche una grande opportunità in più. Certo, l'idea di avere una finestra definita è interessante, non lo nego. Non fa parte della mia cultura motoristica, ma la potrei comprendere". 

IL FOLLE MERCATO DELLA MOTOGP - MEREGALLI E L'ESPERIENZA CON LORENZO

Maio Meregalli si è trovato ad affrontare nel 2016 una situazione complessa con Jorge Lorenzo, che aveva firmato con Ducati e doveva ancora disputare tutta la stagione con Yamaha. Questo il suo punto di vista sulla questione, un problema secondo il manager difficile da risolvere. 

"Alla fine spesso e volentieri le esigenze dei team ufficiali sono diverse rispetto a quelle delle squadre satellite. Però penso che cose di questo accadano in tutti gli sport. Anche qui si è arrivati ad anticipare tutto troppo. Se mi chiedi se è corretto anche dal punto di vista lavorativo, non saprei. Quando hai un pilota che ha firmato con altri, inevitabilmente lavori male. Anche se cerchi di dare il massimo supporto al pilota, come è successo con noi a Jorge quando firmò con Ducati, alla fine non riesci a lavorare bene. Fa parte del gioco".

Una situazione che può demotivare anche la squadra?

"Può creare demotivazione all’interno della squadra, secondo me crea una situazione in cui non si lavora bene o almeno non altrettanto bene di quanto faresti non essendo in queste situazioni. Ma è normale, se uno vuole portarsi a casa il migliore in quel momento ed anche lo stesso pilota vuole trovare una sella velocemente, proprio nel team dove vorrebbe, si creano le condizioni e sono cose che non si possono fermare né evitare". 

Restando in famiglia Yamaha, è interessante anche il punto di vista di Wilco Zeelenberg, che quest'anno ha vissuto l'esplosione di Quartararo e dovrà probabilmente difendere gli assalti della concorrenza all'attuale gioiello del Team SIC. 

"Anno dopo anno le cose cambiano sempre. L’anno scorso noi abbiamo messo su questa squadra ed abbiamo firmato i contratti ad Agosto, e guarda dove siamo adesso. Non c’è in realtà il bisogno di programmare troppo da questo punto di vista, ma dipende dalle tue priorità. Se come squadra vuoi puntare ad un pilota preciso, devi metterti nelle condizioni di riuscire a prenderlo in tempo, ma penso che la cosa più importante sia capire altro. Quando per esempio punti un pilota rookie, uno che è andato forte in Moto3 e poi si è ripetuto in Moto2, la cosa davvero importante da capire è se il suo stile di guida può essere o meno adatto alla tua moto. Secondo me tutto è un problema relativo e dipende molto da quali sono le priorità di ogni team". 

IL FOLLE MERCATO DELLA MOTOGP - PER PONCHARAL E  CIABATTI IMPOSSIBILE UNA REGOLA

Come sempre è molto pungente Herve Poncharal. Il Team Principal di Tech3 ha le idee molto chiare su quale sia la reale situazione, ritenendo che sia praticamente impossibile regolamentare lo svolgimento delle contrattazioni tra squadre e piloti. 

"Di certo nel nostro sport, come pure in altri sport di questo tipo, il pilota è la parte più importante del progetto. Forse in MotoGP lo è ancora di più che altrove, di certo è uno degli aspetti fondamentali per essere competitivi. Basta pensare a qualche esempio, come Marquez e la Honda. Tutti pensiamo la stessa cosa e cioè che lui sta dominando con la Honda e dove sono invece gli altri piloti sulla stessa moto? Cosa sembrerebbe la Honda senza Marc? Il punto è che questo tipo di episodi capitano in tutte le classi e ad ogni livello. Chiaramente è fondamentale per una squadra avere un pilota veloce, perché questo equivale a stare davanti che a sua volta equivale ad avere sponsorizzazioni per la squadra. Questa è la chiave della domanda ed è davvero una decisione molto delicata da prendere".

Secondo te un argomento fondamentale e difficile da regolamentare in qualche modo?

"Il discorso di impostare una data in cui sarà poi possibile fare i primi colloqui con i piloti è un sogno. Come si potrebbe controllare una cosa del genere? Per fortuna siamo in un mondo libero, e nessuno può dettare le regole da questo punto di vista. Se pure ci fossero questi obblighi, gli incontri inizierebbero in segreto. E’ una cosa che farebbero Ducati, Yamaha, Suzuki e chiunque altro. Tu pensi che non abbiano già iniziato a parlare dei piloti del futuro? La cosa simpatica è che mi fa più ridere è che spesso proprio chi dice che si inizia a parlare troppo presto con i piloti, sono gli stessi che hanno dato il via a questo modo di fare. Abbiamo diversi esempi di piloti che hanno firmato prima dell’inizio di una stagione e questa cosa accadrà di nuovo. Adesso ci sono quattro o cinque nomi che una squadra Factory deve per forza puntare e puoi stare certo che ognuna delle squadre al top farà qualsiasi cosa per garantirsi uno di questi piloti in futuro. Offriranno tanti soldi e non si preoccuperanno di farlo troppo presto. Come potrebbe fare la Dorna a impedire una cosa del genere?".

In passato tu sei stato il principale promotore della regola sui Rookie, abolita con l'arrivo di Marquez. Secondo sarebbe corretto riportarla in vigore?

Poncharal: la regola del primo anno da rookie era perfetta

"Quella regola sui Rookie era semplicemente perfetta e non lo dico solo perché è stata una mia idea! Siamo riusciti a realizzarla ed ero molto orgoglioso di questa, poi però è stata cancellata quando è arrivato Marquez. Quando è arrivato il suo momento di passare in MotoGP sarebbe dovuto finire in LCR, da Cecchinello. Ma la Repsol non voleva che corresse con i colori della Castrol, quindi si è messa di traverso ed è stata cancellata quella regola. Secondo me sarebbe stata una grande cosa per questo sport, anche per garantire più potere e peso alle squadre private che lavorano in questo sport. Capisco che quando c’è un caso come quello di Marc, i Costruttori lo vogliono mettere su una moto ufficiale subito. Quando sei un rookie davvero veloce, non hai bisogno di tempo per essere veloce. Questa è la situazione e non credo che questa regola, che secondo me era davvero ottima, possa tornare in vigore in futuro. I Costruttori non lo permetterebbero". 

Anche Paolo Ciabatti ritiene quasi impossibile trovare una regola che consenta di creare una sorta di finestra temporale per gestire le contrattazioni con i piloti.

"Secondo me tutte le cose che non possono essere controllate alla perfezione, creano polemiche di ogni tipo. Come si potrebbe mai creare una regola di questo tipo ed essere certi che venga rispettata? Si rischierebbe solo di vivere una situazione in cui chi la rispetta è svantaggiato rispetto a chi non la rispetta. Parliamo di trattative piuttosto confidenziali, quindi non credo neanche che sia legalmente possibile mettere in atto una cosa di questo tipo".

Il Manager della Ducati ritiene anche che una firma anticipata di un contratto possa essere di aiuto per il pilota e non rappresentare un problema.

"Da un certo punto di vista comprendo che iniziare la stagione per un pilota, sapendo di dover cambiare squadra, può rappresentare un problema. Però per esperienza personale, credo che siano molto più destabilizzanti le trattative che si portano avanti durante la stagione. Questo perché un pilota è sempre informato dell'avanzamento delle trattative, per quanto poi queste siano condotte in realtà dal manager. Sono argomenti che possono togliere concentrazione rispetto a quanto serve per affrontare ogni gara al massimo. La vedo una cosa più destabilizzante rispetto ad iniziare a stagione senza sapere quale sia il tuo destino. Anzi, ti offro anche l'altro punto di vista. Un pilota che sa molto presto di dover cambiare squadra, ha anche più tempo per trovare un'alternativa, quindi non è un problema reale sapere tutto con un certo anticipo. In generale non esiste una situazione perfetta che riesca ad incastrare entrambi i punti di vista e creare lo scenario migliore per tutti". 

Voi di Ducati siete stati tra i primi a firmare un contratto così in anticipo, con Jorge Lorenzo nel 2016.

"Si, è vero. Noi siamo stato i primi a fare una cosa del genere, ma determinate finestre temporali si aprono indipendentemente da quello che vorresti tu. Se un pilota ha un'offerta per restare nella stessa squadra e deve accettare quell'offerta entro una certa data, allora chi è interessato a prenderlo dovrà fare la propria offerta entro quella data. Di fatto è la situazione che decreta certe scelte fatte così in anticipo e non necessariamente la volontà di chiudere tutto quanto prima". 

Anche secondo Lucio Cecchinello certe cose difficilmente cambieranno, anche perché il livello di competizione in MotoGP tocca ormai livelli altissimi ed è difficile immaginare un freno a questa corsa. 

IL FOLLE MERCATO DELLA MOTOGP - CECCHINELLO:  E' IL POTERE ECOMICO DELLE CASE

"Credo che questa situazione sia un po’ l’evoluzione naturale di un ambiente in cui c’è molta competitività. In un ambiente del genere le squadre cercano di chiudere il prima possibile per accaparrarsi i migliori piloti, le migliori pedine del mercato. Basta pensare alle Case, quelle che hanno il potere economiche ed anche la forza di offrire moto competitive. Loro cercano di chiudere il prima possibile con le migliori opzioni disponibili, anche perché più tempo aspetti più aumenta il rischio che il pilota che tu hai puntato possa essere approcciato dalle altre Case. Devo dire che questo è anche un riflesso dell’aumento di professionalità in generale che c’è anche dietro la gestione di alcuni piloti. I manager dei piloti se possono fanno naturalmente il gioco al rialzo, cercano di portare tutte le proposte sul tavolo per avere poi la migliore possibile". 

Lucio ha poi continuato ponendo l'accento su un altro aspetto della vicenda.

"La cosa secondo me importante sarebbe iniziare dopo le trattative soprattutto per le seconde guide, diciamo per quelli che non sono ancora top rider. Magari un pilota che inizia male la stagione poi prende il ritmo a metà anno ed inizia ad andare forte, ma non trova posto per l'anno successivo perché tutte le selle sono già occupate. Questo è un aspetto che secondo me dovrebbe essere considerato maggiormente". 

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