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SBK, La pazza idea di De Angelis e Roccoli: un team scuola per campioni

Il prossimo anno una squadra nel CIV e in Coppa Italia in Supersport 300 e 600: "vogliamo fare crescere piloti sconosciuti, dentro e fuori la pista"

SBK: La pazza idea di De Angelis e Roccoli: un team scuola per campioni

Erano due ragazzini con la testa piena di sogni e una robusta dose di talento. Appena avevano un momento libero si mettevano tuta e casco e si affrontavano l’un l’altro in pista. Trent’anni dopo poco è cambiato. O meglio, i due bambini sono ora uomini, hanno realizzato i loro sogni e sono diventati piloti, le minimoto sono state sostituite da mezzi più grandi e prestanti, ma appena possono continuano a consumare gomme e adrenalina sull’asfalto.

Quei due ragazzi sono Alex De Angelis e Massimo Roccoli, il tempo ha rafforzato la loro amicizia e qualche tempo fa hanno scoperto di avere ancora un sogno nel cassetto, questa volta da realizzare insieme.

Io e Massimo ci vediamo spesso - racconta Alex - Siamo entrambi istruttori federali e per BMW, ci incrociamo sui campi di gara perché lavoriamo per diversi team. Così, una sera, quasi per scherzo, ci siamo detti: perché al posto di farlo per altri non lo facciamo per noi?”.

Cosa? Crescere giovani piloti, dare loro una possibilità. Mettere in piedi una squadra e diventare team manager. Una strada che in tanti hanno preso lasciate le corse, da Gresini a Cecchinello, da Boscoscuro ad Alzamora, solo per fare alcuni esempi.

Però non si erano mai visti due piloti farlo insieme!” ride il sammarinese.

Si parte dal CIV e dalla Supersport 300

Dall’idea si è passati ai fatti, l’organizzazione è iniziata e ora sul piatto c’è la partecipazione al CIV (il Campionato Italiano Velocità) e la Coppa Italia a partire dal prossimo anno. Due moto schierate nella Supersport 300 e la possibilità concreta di una terza nella Supersport 600.

Perché lo facciamo? Innanzitutto perché ci piace tanto lavorare coi giovani - spiega Roccoli - L’anno scorso mi sono trovato a correre con due compagni di squadra 18enni, avrebbero potuto essere quasi miei figli. Mi hanno dato carica e forza. Come quando seguo i ragazzini nei campionati minimoto e MiniGP per la Federazione Italiana. Mi piace trasmettere loro la mia esperienza e la mia passione, forse perché sono diventato pilota partendo dal nulla, mio papà faceva l’artigiano e non aveva niente a che fare con le moto, sono stato un autodidatta”.

Massimo aveva scoperto sulla sua pelle quanto è flebile il confine fra successo e sconfitta quando si inizia una scalata senza sapere quali sono gli appigli a cui aggrapparsi. La Supersport 300 non è stata scelta a caso.

In Moto3 ci sono tanti team molto professionali e poi serve un budget alto - dice Alex - La 300 permette di correre anche a chi ha meno soldi ma è una classe molto competitiva e che ti permette di metterti in luce. Se vai forte, vai forte”.

Una piattaforma di lancio per chi non può permettersi investimenti troppo grandi. Come erano i trofei monomarca.

Io iniziai proprio da quello Aprilia, io e mio papà dormivamo in tenda, non avevo i soldi per correre con una GP - ricorda Massimo - Mi notò Stefano Morri del team Bike Service e mi aiutò molto, anche a livello economico. Ora vorrei fare lo stesso con qualche giovane pilota”.

Meglio ancora se sconosciuto. Alex e Massimo vogliono essere anche dei talent scout. Andare alla ricerca di talenti non ancora espressi.

"Il nostro pilota ideale? Quello che nessuno conosce"

Fra qualche giorno, a Magione, conosceremo un ragazzo di 16 anni e sarà la sua prima volta in pista - rivela De Angelis - Sarebbe bello potere insegnargli tanto. Una volta gli istruttori non c’erano nemmeno, se in pista vedevi uno più veloce di te, cercavi di copiarlo, così ne prendevi pregi e difetti”.

I futuri piloti del team, per ora, senza nome (“qualcosa ci verrà in mente” sorridono i due neo-manager) ne avranno addirittura due. Perché De Angelis e Roccoli non si vedono esattamente dietro un tavolo a gestire con distacco la squadra.

“I nostri piloti potranno allenarsi con noi anche tutti i giorni, in pista e palestra - sottolinea Alex - Penso che sarà questa la nostra forza. Credo che la nostra idea sia diversa da quella da tutti gli altri, ho corso nel team di Gresini ma non ho mai girato in pista con Fausto. Noi non vogliamo vedere i nostri piloti sono il fine settimana quando c’è la gara”.

Anche Massimo è sulla stessa lunghezza d’onda: “in fondo è quello che facciamo già ora. Qualche giorno fa eravamo a cena, c’era anche Federico Fuligni (a cui De Angelis fa da coach ndr). Qualcuno ha detto: perché non andiamo a girare a Binetto? La mattina dopo siamo saliti sul furgone e siamo partiti. Alla fine siamo due amici che si divertono con le corse, mi piacerebbe trasmettere ai giovani questa passione e anche insegnargli a sporcarsi le mani.

"Partiamo dal basso, ma con tutto quello che serve"

Il progetto è affascinante e sembra esserci tutto per partire alla grande. E arrivare… dove?

“Stiamo calmi, ci si mette poco a finire dalle stelle alle stalle - mette le mani avanti Roccoli - I sogni si devono far sempre in grande, ma partiamo dal basso. Due moto in 300 e magari una in 600, però quest’ultimo pilota non dovrà andare troppo forte perché correrò anch’io e non vorrei mi arrivasse davanti - ride - Scherzi a parte, per me la più grande soddisfazione sarebbe fare crescere un pilota che nessuno conosce, partendo da zero, e a fine anno avere la consapevolezza di avere fatto un bel lavoro”.

Il nostro è un progetto a lunga scadenza e professionale, perché a volta vedo delle squadre un po’ improvvisate, per così dire - prende la parola Alex - Avremo un bel camion e tecnici che conosciamo da anni, vogliamo dare ai nostri piloti un bel pacchetto tecnico. Per adesso non penso ad altro, ma chissà cosa accadrà in futuro”.

Due team manager compagni di squadra non si erano mai visti. Comunque vada, sarà un successo.

 


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